PENNE (Pe)
,
29.9.2014 -
Si concluderà
ufficialmente
mercoledì 1
ottobre la
mostra di scultura contemporanea “Il sapere
della forma. Arcaicità e contemporaneità”
inaugurata lo scorso luglio
a Penne all’interno
dell’ottava edizione di “Jazz and Wine”. In
occasione del
finissage, che si svolgerà alle 17,00
all’interno del museo archeologico Leopardi,
il
sindaco di Penne Rocco D’Alfonso, il presidente
della Fondazione Musap Fernando Di Fabrizio
e i curatori della mostra Antonio Zimarino e
Laura Cutilli presenteranno il catalogo “Il
sapere della forma” alla presenza
dei sedici scultori che hanno partecipato a
questo progetto.
La mostra è
stata realizzata dalla Fondazione Penne Musei e
Archivi in collaborazione con il Comune di
Penne, grazie al contributo della Fondazione
Pescarabruzzo. Hanno partecipato gli artisti
Marco Appicciafuoco, Fausto Cheng, Angelo
Colangelo, Mario Costantini, Luigi Di Fabrizio,
Francesco D’Incecco, Salvatore Fornarola, Licia
Galizia, Duccio Gammelli, Antonio Giancaterino,
Pasquale Martini, Sergio Nannicola, Antonio
Quaranta, Gino Sabatini Odoardi, Giancarlo
Sciannella e Franco Summa.
«In questa
rassegna ospitata negli ambienti del Museo
Archeologico abbiamo ipotizzato un percorso
inverso rispetto alla suggestiva e attualissima
immaterialità propria della video arte –
spiegano Antonio Zimarino e Laura
Cutilli, curatori della mostra – Abbiamo
infatti pensato di focalizzare l’attenzione
sulla “materialità” della forma scultorea,
mettendo visivamente in relazione le opere di
alcuni significativi artisti italiani dell’area
centro-adriatica con le forme e i
reperti/modelli arcaici presenti nelle sale del
Museo, che documentano le antichissime culture
presenti proprio nel Centro Italia e nell’area
Vestina. L’idea è stata quella di stimolare un
dialogo tra le forme arcaiche e quelle della
contemporaneità, per scoprire un sapere comune,
ancora oggi presente nonostante le mutate
condizioni tecnologiche e sociologiche, laddove
‘il sapere’ sta per quell’insieme di conoscenze
che si sono acquisite con lo studio o che si
possiedono attraverso l’esperienza. Le opere di
scultori che appartengono a generazioni e
linguaggi diversi esprimono infatti la forza di
un legame millenario, mai estinto con la forma
che si è esibita nel quotidiano, nel mistico e
nel monumentale». |