PESCARA,
3.3.2014
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Dal Wwf Abruzzo
riceviamo e
pubblichiamo:
Siamo alle solite: la Regione Abruzzo nella
gestione ambientale predica bene e razzola male.
Gli slogan “verdi” ampiamente utilizzati per la
promozione turistica vengono clamorosamente
disattesi dai ripetuti tentativi di provocare
danni irreparabili e da una assoluta e
conclamata indifferenza alle sorti dell'orso
marsicano, animale simbolo d'Abruzzo e specie
prioritaria a livello comunitario. Pochi giorni
fa a Roma ISPRA e Ministero dell'Ambiente hanno
presentato i risultati del 3° Rapporto Direttiva
Habitat. La situazione del nostro orso è
drammatica: la popolazione marsicana è in un
cattivo stato di conservazione e “molto al di
sotto di una soglia che assicuri possibilità di
persistenza nel medio lungo periodo”.
Servirebbero provvedimenti eccezionali, a
cominciare da una drastica riduzione della
pressione venatoria in territori frequentati
anche solo marginalmente dall'orso. La Regione
invece che fa? Rispolvera alla chetichella un
provvedimento già ritirato nell’ottobre 2012:
nel dicembre scorso con una delibera di Giunta
ha approvato un regolamento che sostanzialmente
apre la caccia al cervo e al capriolo. Si tratta
di due specie che sono tornate in Abruzzo, dopo
che la caccia le aveva completamente distrutte,
a partire dagli anni ’70 del secolo scorso,
grazie ad un’intelligente operazione di
reintroduzione in parchi e riserve naturali. Da
allora le due specie si sono gradualmente
diffuse anche all’esterno delle aree protette ma
ancora oggi vi sono ampie zone, potenzialmente
adatte, in cui, soprattutto il cervo, è molto
raro o assente.
La LIPU e il WWF ritengono assurdo pensare di
aprire la caccia a queste due specie, visto che
è ancora in pieno svolgimento il processo di
ricolonizzazione di vaste aree, e comunque senza
studi adeguati sulla loro presenza in Abruzzo.
In ogni caso ogni progetto di questo genere va
respinto di fronte alla necessità prioritaria di
tutela dell'orso bruno marsicano. La massima
concentrazione di cervi si trova infatti nella
Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale
d’Abruzzo. Aprire la caccia al cervo e al
capriolo in questa zona, di estrema importanza
per l’orso, significa aggiungere un ulteriore
grave fattore di disturbo ai già molti presenti
nella zona, a cominciare dalla caccia al
cinghiale, e anche di minaccia di uccisione
fortuita, tanto più che il periodo della caccia
al cervo verrebbe in gran parte a sovrapporsi
con quello cosiddetto della “iperfagia”, quello
cioè in cui gli orsi devono nutrirsi
abbondantemente per prepararsi ai mesi
invernali. Invece di cercare di adottare misure
per assicurare la massima protezione all’habitat
dell’orso marsicano tutelandone gli ambienti
dentro e fuori dai Parchi, come raccomandato dai
tecnici e dagli studiosi che da anni seguono la
specie, e in particolare dal PATOM, dal piano
cioè per la tutela dell’orso marsicano,
ufficialmente adottato dalla Giunta regionale,
la Regione Abruzzo, continua a coprirsi gli
occhi. I cittadini che amano la natura sapranno
valutare...
Stefano Allavena -Delegato LIPU per l’Abruzzo
Luciano Di Tizio-Presidente WWF Abruzzo |