ROMA,
2.11.2015
- Da
CAI, CTS, Italia
Nostra, Legambiente,
LIPU, Mountain
Wilderness, ProNatura,
Touring Club Italiano,
WWF
riceviamo e pubblichiamo
C’è un deficit di governance nei parchi
nazionali che deve vedere un’azione immediata
del Ministero dell’Ambiente. Nove associazioni
ambientaliste scrivono al Ministro Gian Luca
Galletti chiedendo che venga garantita la piena
funzionalità degli enti parco e obiettivi
comuni per lo svolgimento armonico e coordinato
su tutto il territorio nazionale delle azioni a
tutela della biodiversità. Gli ambientalisti
denunciano che metà dei parchi nazionali (12
su 24) è in condizione precaria. Richiedono
un intervento deciso a cominciare dai tre più
esposti del Mezzogiorno, ora commissariati, che
costituiscono un presidio di legalità sul
territorio (Vesuvio, Cilento e Sila), a cui si
aggiungono ben nove parchi nazionali che non
sono a regime (tre sono senza presidenti, sei
senza consigli direttivi, cinque senza
direttori), mentre per il parco storico dello
Stelvio (istituito 80 anni fa) si è deciso di
degradarlo e tripartirlo tra le Province
autonome di Trento e Bolzano e la Regione
Lombardia.
Molto documentata la denuncia delle associazioni
che entrando nello specifico ricordano al
Ministro dell’Ambiente Galletti che:
-
i parchi nazionali del Cilento, del Vesuvio
e della Sila sono da quasi due anni
commissariati e privi di una guida
autorevole e legittimata dal sostegno di un
Consiglio direttivo inesistente al momento:
-
i parchi nazionali della Val Grande,
Dolomiti Bellunesi e Gran Sasso sono senza
un presidente, ma retti dai vicepresidenti
espressione delle comunità locali;
-
i parchi nazionali di Cilento, Vesuvio,
Sila, Pollino, Alta Murgia e Cinque Terre
mancano di consigli direttivi;
-
i parchi nazionali della Majella, l’Alta
Murgia, Circeo, Pollino e il Gargano non
hanno i direttori, ma sono retti da “facenti
funzione” senza i titoli previsti dalla
legge.
-
Le Associazioni chiedono al Ministero
dell’Ambiente di:
1. mettere tutti gli Enti parco nelle
condizioni di poter operare a pieno campo sulla
base degli strumenti di pianificazione e di
programmazione che hanno a disposizione in un
rapporto proficuo con il territorio e la
cittadinanza;
2. procedere alla nomine dei presidenti
nominando figure di alto profilo che soddisfino
il criterio della competenza e vengano al più
presto sanate le situazioni di affidamento a
direttori “facenti funzione”, senza i titoli
stabiliti dalla legge:
3. indicare obiettivi omogenei di tutela della
biodiversità validi per i parchi nazionali su
tutto il territorio, come già previsto peraltro
nelle due Circolari Ministeriali del 28 dicembre
2012 e 21 ottobre 2013, in attuazione della
Strategia Nazionale della Biodiversità, e che
siano promosse azioni nazionali strategiche
afferenti tra l’altro, ad esempio, alla
Convenzione Europea del Paesaggio e alla Carta
Europea Turismo Sostenibile. |