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L'angolo acuto

di Lino Manocchia

 

 

Il prodigioso scrittore di Romanzi Fantasiosi, nato a Teramo il 27 Febbraio 1997, compie 18 anni

 

Marco Esposito e Il Vaso di Pandora

 
         Marco Esposito riceve il Premio Molinello, uno dei tanti nel suo fresco palmares
 

NEW YORK, 27.2.2015 – Che hai aperto il vaso di Pandora? Molti nostri lettori saranno al corrente della mitologica storia che ha per attrice principale Pandora,  la quale aveva ricevuto il vaso in dono da Zeus, con la raccomandazione di non aprirlo.

Ma Pandora, curiosa, non tardò a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo, che erano, ascoltate!, gli spiriti maligni della vecchiaia, malattia, pazzia, vizio.

Abbreviando i dettagli, si ricorda che dopo l’apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale  come un deserto.

Pertanto il mito del vaso di Pandora assegna alla curiosità femminile la responsabilità di aver reso dolorosa la vita dell’uomo. Se la mitologica storia dona un certo strano interesse, appare una domanda  che riversiamo  al giovane “fenomeno” teramano Marco Esposito il quale, già definito “enfant prodige”, alla tenera età di 13 anni  scoprì il Vaso di Pandora, lo scoperchiò scoprendo tanti dettagli che raggiunsero la casa editrice Artemia, diretta dalla signora  Maria Teresa Orsini, esperta di magnifici segreti della “Terra forte e gentile”.

Quando venne annunciata la presentazione in pompa magna, a Teramo, città di origine dell’autore, si gridò: ”Avete  aperto il vaso di Pandora! E’ meraviglioso”.

Esattamente così, il volume è magnifico, forte, coraggioso, avvincente, totalmente incredulo se si pensa che dopo meno di due anni, il “mini maestro” Marco, dopo  la prima parte del progetto ritorna all’Artemia per lanciare un altro “quadro” a lunga gittata, seguito dall’ attenzione del pubblico, ansioso di  apprendere tanti particolari che fanno del secondo libro una piattaforma marmorea, per la più giovane penna del momento.

 

Dopo aver  assimilato gran parte della mitologica storia tutt’ora carica di mistero e curiosità, Marco, spiegaci come nacque l’idea e la sua attuazione, che, ovviamente, più si addice ad una persona “navigata”?

«Nel tempo libero, pensando a qualcosa per non annoiarmi e leggendo molti libri e fumetti»

 

Ad un anziano cronista sportivo sorge  una domanda naturale: la tua vita ha raggiunto 18 primavere radiose, ma lo sport ti aiutò, con una spinta, o lo rifuggi?

«Vado in palestra, ma non mi considero uno sportivo, né lo sport ha un ruolo rilevante nella mia vita. Faccio solo quello che serve per star bene»

 

La tua visione è immaginativa, ha un limite  o sfocia come un fiume alimentato dalla pioggia?

«Fumetti, televisione, cinema,  libri, tutti i media danno qualche spunto che spinge a far lavorare la fantasia, basta farci caso»

 

Quanto credibile è la mitologica, antica rivelazione?

«Beh, è un libro fantasy, la credibilità è l’ultima cosa a cui penso. Anche se mi piace mettere in contrasto “reale” e “sovrannaturale”, e per questo meno una cosa è credibile, meglio è»

 

Posso dire che i  fumetti di vario genere hanno influito nello sviluppo del tuo pensiero?

«Molto, quasi più dei libri. Un libro ti insegna a scrivere nel senso tradizionale del termine, un fumetto ti insegna a far vedere quello che scrivi a chi lo legge»

 

I tuoi coetanei, a scuola , come hanno reagito?

«È tutto esattamente come prima. Scrivere non ha mai influenzato eccessivamente la mia vita personale e spero che non lo farà in futuro. Mi piace che sia solo un hobby»


Quali sono, secondo te, le qualità che non possono mancare ad un scrittore del genere?

«Banalmente, fantasia e immaginazione. In più un po’ di umorismo e memoria perché gli intrecci possono divorarti letteralmente se non stai attento»

 

Quale parte del primo libro ti avvince maggiormente?

«La parte centrale, in cui c’é la prima “battaglia”, argomento di diatriba durante l’editing del primo libro perché troppo lunga, ma che immaginavo proprio così lunga perché in un certo senso rifletteva l’ansia e il terrore provato da delle persone normali catapultate in un mondo sovrannaturale. Alla fine comunque abbiamo trovato un punto di incontro e quella battaglia rimane uno dei miei momenti preferiti»

 

Marco, confessa: I vari premi che hai ricevuto per il primo libro ti hanno stupito? E come hai reagito?

«No, principalmente perché non pensavo né penso seriamente ai concorsi o alla parte “agonistica” dello scrivere, quindi non pensavo neanche a partecipare a un concorso, tantomeno di vincerne uno»
 

Sei felice? Ti autocompiaci?

«Sinceramente non mi hanno influenzato più di tanto. Non ci pensavo prima e non ci penso ora. Scrivo perché mi piace, se poi ricevo un riconoscimento ben venga, ma altrimenti vincere un concorso non è un obiettivo»


La trilogia di  Pandora avrà una fine?

«Sì, con il terzo volume Il Vaso di Pandora viene chiuso e sigillato a tempo indeterminato, almeno per il momento. Ho in mente altre cose da scrivere lontane da quello che è stato il Vaso di Pandora, sia per argomento che per genere che per stile»

 

La tua penna  raggiungerà livelli più alti e profondi?

«Rispetto al primo volume de Il Vaso di Pandora sono sicuro di scrivere in maniera diversa, sia perché sono cresciuto sia perché sono cambiati i punti di riferimento e i modelli che seguo quando scrivo»

 

Chi è Marco Esposito al suo 18° anno di età?

«Un ragazzo che ha scritto due libri e che spera di scriverne altri»

 

Lino Manocchia

 

Nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921. Nel corso della sua lunghissima carriera negli Usa, dove si è trasferito nel '50, ha incontrato ed intervistato i personaggi più famosi e potenti del mondo.

 

 
 

 

 
 

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