OFFIDA (AP),
24.8.2015
- Per Offida Cinemaperto -
Percorsi nel cinema
contemporaneo… e non solo,
Giovedì 27 agosto, ore 21.15, Largo della Musica
(Teatro Serpente Aureo, in caso di maltempo)
"Vado a scuola" di Pascal
Plisson
un film imperdibile
per la delicatezza del tocco e la profondità dei
temi
Dalla savana del Kenia ai sentieri che solcano
la catena
dell'Atlante in Marocco; dall'altopiano della
Patagonia al calore dell'India meridionale
seguiamo Jackson, Zahira, Carlito e Samuel ,
quattro bambini con il desiderio di imparare.
Per soddisfare questo desiderio (e come milioni
di loro coetanei nel mondo) affrontano, nella
maggioranza dei casi quotidianamente, percorsi
lunghissimi e spesso pericolosi. Ognuno di loro
ha un sogno di emancipazione che nessun ostacolo
può frenare Jackson 10 anni, percorre, mattina e
sera con la sorellina, quindici chilometri in
mezzo alla savana e agli animali selvaggi;
Zahira 11 anni, che percorre una giornata di
faticoso cammino per raggiungere la scuola in
cui resterà per la settimana, con le sue due
amiche. Samuel, 11 anni, ogni giorno viaggia in
India per otto chilometri, anche se non ha l'uso
delle gambe, spinto nella sua carrozzina dai due
fratelli minori e Carlito, 11 anni, attraversa
le pianure della Patagonia per oltre venticinque
chilometri, portando con se la sua sorellina.
Potrebbero essere sufficienti le informazioni di
cui sopra per fare emergere l'interesse che un
documentario come questo dovrebbe suscitare in
chi ha a cuore la crescita dei nostri giovani.
Perché non c'è nulla di meglio che vedere le
difficoltà che questi bambini e bambine debbono
superare per andare a ricevere un'istruzione per
far comprendere quanto sia sbagliato
l'atteggiamento non tanto di rifiuto nei
confronti di questo o quell'elemento della
scuola (tutti abbiamo trovato l'insegnante o la
materia che non amavamo) quanto piuttosto quello
dell'annoiata indifferenza. Uno spettacolo di
Dario Fo del 1969 si intitolava "L'operaio
conosce 300 parole, il padrone 1000: per questo
è lui il padrone". I protagonisti di questo
film, girato da Pascal Plisson dopo una lunga
permanenza nelle quattro zone, hanno la
determinazione giusta, dettata da una povertà
che potremmo definire anche con il termine di
miseria nella quale però non intendono restare
passivamente a pietire. Gli spazi che debbono
attraversare possono anche apparire affascinanti
a chi vive comodamente e trova che dover andare
a scuola senza un mezzo motorizzato sia una
inutile fatica.
Plisson marca i percorsi con cifre precise e
anche quando si ha l'impressione (che è qualcosa
di più di un'impressione) che si siano
'costruite' le inquadrature un po' come si fa in
certi documentari naturalistici è bene pensare
che proprio la conoscenza approfondita delle
vite di questi bambini e bambine ha permesso di
riprendere, anche con qualche accorgimento
visivo, quella che per loro è e resta una
quotidiana, dura realtà. Che ha però davanti a
sé una meta da raggiungere per l'immediato
presente ma, anche e soprattutto, per il futuro.
da assoblowup.it |