TERAMO,
16.9.2015 - Le
aree su cui si svolgono
lavorazioni industriali
o artigianali,
all’interno delle quali
si producono
prevalentemente rifiuti
speciali, non sono
tassabili dai Comuni
attraverso la Tari. E
questo stesso principio
va applicato pure a
quelle superfici, come
magazzini e aree
scoperte,
“funzionalmente”
collegati. Lo afferma
la Cna Teramo che cita
una recente risoluzione
del Ministero
dell’Economia, ripresa
dalle strutture
nazionali della
confederazione stessa,
che ha chiarito alcuni
dei punti più
controversi legati alla
tassa sui rifiuti.
Una interpretazione –
sostiene l’associazione
presieduta da Gianfredo
De Santis e diretta da
Gloriano Lanciotti – che
in pratica sancisce
l’impossibilità di
tassare due volte le
aziende che producono
rifiuti speciali: una
prima volta per il
conferimento (effettivo)
dei loro materiali ad
aziende specializzate; e
una seconda volta anche
per quello che le
aziende non fanno,
ovvero lo smaltimento
attraverso i cassonetti
dei Comuni.
La Cna – che
ha inviato a tutti i primi cittadini abruzzesi
una nota in tal senso – “diffida” le
amministrazioni comunali da procedere ugualmente
alla riscossione del tributo, magari sulla base
di una «interpretazione della
interpretazione» targata Anci,
l’associazione dei Comuni italiani. A detta
della confederazione artigiana, che si dichiara
«pronta anche a ricorrere alla magistratura
amministrativa per far valere le ragioni delle
imprese che si vedessero richiedere la tassa, i
Comuni teramani devono invece recepire nei
propri regolamenti le indicazioni del ministero,
procedendo senza ulteriori indugi allo sgravio
della tassa per le imprese produttrici di
rifiuti speciali».
Ufficio Stampa CNA Prov.le di
Teramo
Sabrina
difrancesco@cnateramo.com |