TERAMO,
11.11.2015 - Dalla
Unione Provinciale Artigiani e Piccole e Medie
Imprese di Teramo riceviamo e pubblichiamo:
LODEVOLE
L’INIZIATIVA DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TERAMO
DI DESTINARE 50 MILA EURO COME CONTRIBUTO A
FONDO PERDUTO ALLE IMPRESE GIOVANILI QUINDI
COSTITUITE DA IMPRENDITORI DI ETA’ COMPRESA TRA
I 18 ED I 35 ANNI CHE HANNO INIZIATO L’ATTIVITA'
DAL 1 GENNAIO 2015 , MA PURTROPPO SONO SOLO
BRICIOLE IN CONFRONTO ALLA RIDUZIONE DI OLTRE
2,5 MILIONI DI EURO PREVISTI NEGLI ANNI PASSATI
PER LE ATTIVITA’ PROMOZIONALI. E’ DISCUTIBILE
CHE IL PRESIDENTE LAMENTI LE MINORI ENTRATE MA
NON INTERVENGA FATTIVAMENTE METTENDO, AD
ESEMPIO, A DISPOSIZIONE DELLE IMPRESE GLI
IMPORTI PREVISTI PER LE INDENNITA’ ED I GETTONI
DI PRESENZA PARI QUASI A 300 MILA EURO.
La
CONFARTIGIANATO Imprese Teramo è preoccupata
tantissimo per le imprese artigiane,
principalmente per quelle del settore EDILE, le
quali non crescono, di conseguenza, anche se
riscontriamo qualche segnale positivo, non
crescono le nuove iscrizioni alla camera di
commercio. Non crediamo, a differenza di quanto
dichiarato ai giornali qualche giorno fa dal
Presidente di Casartigiani, sia il caso di
gioire. La crisi permane in tutti i settori e
specialmente nel settore edilizio; molte imprese
dopo anni di promesse attendono ancora il
pagamento delle fatture emesse alla P.A. . La
cosa assurda è che molte imprese falliscono e
qualche imprenditore, purtroppo, si uccide pure,
nonostante siano creditori, a volte anche di
milioni di euro, dello Stato, Regioni, Province
e Comuni; anche i privati ultimamente tendono a
ritardare i pagamenti forse indotti ad
approfittare anche della lentezza della
giustizia.
Gli
incentivi sono necessari e a volte risolutivi,
ma prima di concederli al nuovo imprenditore
occorre necessariamente informarlo attraverso
specifici corsi di formazione a cosa va
incontro, quali sono gli adempimenti necessari e
obbligatori, quali sono le spese da sostenere, e
per ultimo quali sacrifici sono necessari per
immettersi nel mondo economico. Spesso succede
che i pochi risparmi personali, e dei loro
genitori, vengano persi e a volte si indebitino
pure prima di chiudere l’attività appena
iniziata.
Il futuro
imprenditore dopo aver appreso le difficoltà a
cui va incontro, se si ritiene necessario,
bisogna imparargli la professione attraverso
specifiche scuole di mestiere utilizzando, se
necessario, anche Maestri Artigiani in pensione
i quali possono trasferire la loro esperienza,
bravura e professionalità, oltre ad insegnare
loro a lavorare in Sicurezza rispettando l’
Ambiente, il tutto sempre con la dovuta
passione.
A questo
punto la Regione Abruzzo, le Camere di Commercio
e chi più ne ha più ne mette devono intervenire
finanziariamente con contributi a fondo perduto,
eliminare almeno per i i primi tre anni tutti i
costi relativi a INPS, INAIL, Tassa Camerale,
Tasse in genere e tutte le altre bazzecole, in
modo che il nuovo imprenditore possa
tranquillamente dedicarsi al proprio lavoro in
tranquillità.
Purtroppo
dobbiamo lamentare che la Regione Abruzzo dal
2008 non eroga più contributi al settore
Artigiano anzi quel poco che stanziava negli
anni precedenti alle Cooperative di Garanzia per
l’abbattimento del tasso di interesse dei
finanziamenti garantiti sono stati eliminati
prima dal Governo Regionale di Centro Destra e
successivamente anche da quello di Centro
Sinistra. Non comprendiamo come si possa sperare
di far ripartire l’economia se nel bilancio
Regionale di oltre 6,5 miliardi di euro si
prevede per Confindustria, Artigianato,
Commercio e Turismo solo pochi milioni appena
lo 0,002 del bilancio stesso.
Ricordiamo
a tutti che il 98% delle imprese Italiane hanno
meno di 20 dipendenti e sono quasi tutte imprese
Artigiane quindi non riusciamo a capire come mai
il Governo dialoghi, quasi sempre, solo con la
CONFINDUSTRIA ignorando l’Artigianato, e come
sia possibile altresì che il Parlamento seguiti
a promulgare leggi solo per la grande impresa.
Speriamo che presto ci sia una inversione di
tendenza a livello Nazionale e Regionale per il
futuro dell’Artigianato.
Attendiamo ancora, dopo diversi mesi, i
chiarimenti chiesti in Consiglio Camerale a
CASARTIGIANI, CNA, CONFCOMMERCIO e CONFINDUSTRIA
sui dati e numeri di associati dichiarati in
occasione del rinnovo del Consiglio Camerale.
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