L’Aquila,
16.2.2015 –
Presentata dal Capogruppo del M5S in Regione,
Riccardo Mercante, un’interrogazione diretta
all’Assessore al lavoro, Marinella Sclocco, al
fine di fare luce sulla triste vicenda che ha
portato alla chiusura del prosciuttificio del
Gran Sasso d’Italia ed al conseguente
licenziamento di 82 dipendenti.
“Abbiamo ritenuto
assolutamente necessario – ha spiegato il
Capogruppo del M5S Mercante – porre
all’attenzione della giunta regionale una
questione che ha prodotto effetti così negativi
sul nostro territorio e che presenta ancora oggi
numerose problematicità irrisolte”. Diversi
sono, infatti, gli aspetti evidenziati dal
Consigliere, a partire dalle conflittualità
sorte tra la Crudi d’Italia, azienda
proprietaria dello stabilimento di Colledara, ed
i Sindacati nel corso degli incontri
istituzionali presso la Provincia di Teramo ed
il Ministero dello Sviluppo Economico, a talune
contraddizioni emerse durante l’espletamento
delle procedure dirette al licenziamento
collettivo dei dipendenti del prosciuttificio,
all’ingresso di Potenza srl, società costituita
pochi giorni prima della istanza di ammissione
alla procedura di concordato preventivo avanzata
dall’azienda parmense e subentrata nella
gestione del prosciuttificio, fino alle modalità
di ricerca ed assunzione del personale da parte
di quest’ultima.
“Presso lo
stabilimento di Colledara - ha spiegato
Mercante - risulterebbero attualmente assunti
a tempo determinato una ventina di ex dipendenti
della Crudi d’Italia con condizioni contrattuali
più svantaggiose di quelle precedentemente
riconosciute oltre ad un numero imprecisato di
operai non facenti parte, però, dell’organico
della azienda parmense. Tutto questo,
ovviamente, in violazione degli impegni assunti
dalla Crudi D’Italia e dal nuovo soggetto
gestore in sede istituzionale ed in dispregio
delle più elementari norme poste a tutela dei
lavoratori. Suscita, inoltre, perplessità la
scelta da parte della Crudi d’Italia di
ricorrere allo strumento della CIGS per
cessazione attività, prima, ed alla CIGS per
concordato preventivo, poi, piuttosto che fare
uso della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria,
come normalmente accade in situazioni di crisi
temporanea che lascino presupporre la
possibilità di una ripresa dell’attività
produttiva, laddove si consideri che l’azienda
parmense, dopo la richiesta di concordato
preventivo avanzata a dicembre 2013, risulta
essere tornata in bonis già nel corso del 2014 e
che l’attività produttiva, sia pure con il nuovo
soggetto subentrante, non sembra mai essere
stata, di fatto, interrotta.
L’interrogazione
- ha concluso Mercante - consentirà di
chiarire, una volta per tutte, le numerose zone
d’ombra che hanno caratterizzato questa vicenda,
nell’interesse degli ex dipendenti della Crudi
d’Italia e nell’interesse dell’intera Regione,
visto che il prosciuttificio Gran Sasso ha
rappresentato, per quindici anni, un vero e
proprio gioiello del sistema produttivo
teramano. Occorre assolutamente scongiurare il
rischio che strumenti posti dal legislatore a
tutela dei lavoratori, come gli ammortizzatori
sociali, possano invece, con il consueto
riferimento ad una situazione di crisi diffusa e
perdurante, essere utilizzati dalle aziende per
fini diversi”.
Il Capogruppo M5S
Consigliere
Regionale
Riccardo Mercante |