TERAMO,
11.11.2015 -
Il 13 novembre, in concomitanza con lo sciopero
della Scuola, indetto da Unicobas, Cobas, Anief
e Cub, gli insegnanti del movimento "PSP
Partigiani della Scuola Pubblica” e altre sigle
aderenti (Illumin’Italia, Coordinamento scuole
VT e Latina, Ass.ne Populus di Foggia,
Partigiani della Scuola Pubblica Bologna), in
più province d’Italia, presenteranno nelle
Prefetture un documento di sfiducia alla legge
di Riforma della scuola. Anche presso la
prefettura di Teramo alle ore 10 del
13.11.2015 una delegazione di docenti consegnerà
lo stesso documento, qui di seguito allegato.
AL PREFETTO DI
TERAMO, S. E. VALTER CRUDO
Via Luigi Vinciguerra, 1 - Teramo
“Noi docenti
referenti del movimento Partigiani della Scuola
Pubblica, in rappresentanzadei
manifestanti a livello nazionale di Teramo e
Provincia, con
il presente documento, esplicitiamo al Governo
la nostra sfiducia nei confronti della Legge N.
107/2015 per le seguenti motivazioni:
• La legge
107/2015 introduce capitali privati nelle scuole
pubbliche ed attenta ai meccanismi finora
trasparenti della valutazione e delle
assunzioni, con perdita di garanzie per gli
utenti e per i lavoratori;
• La legge
107/2015 non intende favorire lo sviluppo e la
crescita di soggetti liberi di muoversi con
sicurezza nel mondo reale, di creare o di
progettare un avvenire che appartenga a loro e
sia il coronamento della predisposizione di una
personalità autonoma e critica, ma
esclusivamente soggetti impostati su uno
standard di lavoro dipendente e subalterno,
guidati dal Pensiero Unico, che sacrifica e
mortifica la libera espressione della creatività
dell’individuo e prosterna la prospettiva di
progresso sociale;
• La legge
107/2015 cancella la libertà di insegnamento
sancita dalla Costituzione all’art. 33 e
compromette l’attendibilità dei titoli di
studio;
• La legge
107/2015 cancella le scuole dell’infanzia
riportandole ai livelli qualitativi dei cd.
“asili” cofinanziati dagli enti territoriali e
dalle famiglie;
• La legge
107/2015 elimina le pari opportunità garantite
dalla Costituzione con la delega in bianco sul
sostegno con cui si intende privare i soggetti
diversamente abili di sostegno alla didattica in
aula;
• La legge
107/2015 trasforma la scuola da organismo
democratico in una S.P.A. gestita da un manager
plenipotenziario.
La scuola che
vogliamo deve:
• essere libera e
plurale; solidale e uguale; pubblica, statale e
costituzionale!
• avere dei
curricoli dotati di numero di ore sufficiente ad
ampliare gli spazi di dibattito e di
approfondimento in aula, a consentire il
recupero dei soggetti svantaggiati e l’utilizzo
della dotazione tecnologica dovuta ai POR FESR,
nel rispetto della sentenza del TAR del Lazio n.
3527 del 2013 ed esecutiva n. 6438 del 2015,
tuttora rimasta lettera morta, per cui il MIUR è
commissariato;
• favorire
l’inclusione dei soggetti svantaggiati
abbattendo il tasso di dispersione scolastica
grazie anche alla riduzione del numero di alunni
per classe e al mantenimento della figura del
docente di sostegno alla didattica in aula;
• fornire a tutti
pari opportunità formative e giusto
riconoscimento ad inclinazioni e merito,
• concedere anche
nelle ore pomeridiane spazi autogestiti agli
studenti per praticare attività di tutoraggio
scolastico sia tra pari sia con i docenti,
approfondimenti, ricerche, dibattiti,
discussioni, abituando i giovani fin dalla
tenera età all’esercizio della cittadinanza
vigile e attiva.
• reclutare i
docenti secondo principi ispirati a trasparenza
ed equità, e a questi principi e alla
collegialità é affidata altresì la sua
conduzione nella pianificazione dell'Offerta
formativa.
La scuola che noi
vogliamo, dunque, non ha nulla a che vedere con
la legge 107/2015, di cui chiediamo la
sostituzione immediata per tutti gli aspetti che
non riguardano le assunzioni, nella
consapevolezza che è un testo inemendabile che
confligge con il dettato Costituzionale ed è
incompatibile con buona parte della legislazione
vigente.” |