TERAMO,
23.5.2015 - Quarantatrè
cantieri aperti in tutta
la provincia per un
importo complessivo di
13 milioni e 222 mila
euro di lavori. L’ultima
consegna in ordine di
tempo è la realizzazione
del ponte della Nocella
di Campli per un importo
di 1 milione e 600 mila
euro. La struttura
sorgerà sulla
provinciale 262 a fianco
del vecchio ponte in
pietra non adeguabile
agli standard di
sicurezza e
transitabilità. A
realizzare l’opera in
289 giorni sarà la ditta
Iervella Costruzioni.
Nel pacchetto delle opere vi sono interventi di
somma urgenza per la sistemazione dei danni
procurati alla rete stradale dall’alluvione di
marzo 2015; progetti del fondo alluvione 2011 e
lavori di lavori di straordinaria manutenzione o
di investimento su nuove opere come nel caso di
Campli.
“Altri cantieri apriranno a breve perché sono
in corso le procedure di gara e stiamo
aspettando la firma dei contratti con le ditte
aggiudicatarie -afferma il consigliere
delegato Mauro Scarpantonio - stiamo
lavorando su tutta la rete provinciale
rispettando sia il criterio delle priorità che
quello dei territori”.
Intanto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale
il provvedimento del Governo che riconosce lo
stato di calamità per l’alluvione di marzo e
alla Provincia di Teramo è stato riconosciuto
per intero il bilancio delle somme urgenze (i
lavori avviati per ripristinare la viabilità
sulle strade danneggiate): circa 3 milioni e 300
mila euro.
Altro discorso, e altre cifre, per gli
interventi necessari a ricostruire il territorio
danneggiato dopo la combinazione di pioggia,
neve e vento dei primi giorni di marzo: la
stima, in questo caso, sale a oltre 70 milioni
di euro. Risorse che bisognerà trovare con altre
fonti di finanziamento.
Intanto, la Provincia, che com’ è noto deve fare
i conti con una difficile fase di transizione e
il taglio di numerosi milioni di euro da parte
dello Stato, ha fatto un lavoro di
riaccertamento sui residui che giacevano nelle
pieghe del bilancio.
Particolarmente significativi i residui delle
opere pubbliche (strade e scuole) che, in alcuni
casi, datano 1980. Si tratta di somme avanzate
dal costo di progetto e che potranno essere
reinvestite per opere pubbliche.
Il
riaccertamento, ad oggi, ha portato alla luce un
“tesoretto” di circa 2 milioni di euro.
“Un lavoro,
questo del riaccertamento dei residui delle
opere pubbliche, particolarmente certosino, che
sta investendo diversi uffici impegnati a
revisionare tutti i procedimenti che, per un
motivo o per l’altro, non erano stati chiusi e
che presentano un saldo positivo per l’ente.
Risparmi su opere realizzate che potremo
richiedere alla Cassa depositi e prestiti o
riattivazione delle progettazioni laddove
l’opera era bloccata. Stiamo rimettendo in moto
la macchina amministrativa laddove sono state
rilevate delle criticità che oggi, stante il
disavanzo di sei milioni in bilancio, non
possiamo più permetterci” dichiara il
presidente, Renzo Di Sabatino. |