TERAMO,
23.2.2015 - Il
punto nascita di Atri è una questione che
riguarda tutto il territorio teramano. A
sostenerlo è il presidente Renzo Di Sabatino che
convocherà un’Assemblea dei Sindaci su questo
argomento invitando il governatore Luciano
D’Alfonso, l’assessore alla Sanità, Silvio
Paolucci, il manager della Asl Roberto Fagnano.
All’ordine del giorno non solo il punto nascita
di Atri ma anche il riordino di altri importanti
reparti e servizi.
«La
situazione di oggi è il frutto di errori, di
valutazione e di scelte, che arrivano dal
passato quando gli investimenti sono stati fatti
giustamente su Sant’Omero e non anche sul
nosocomio atriano. Mi piacerebbe evitare di
ripetere lo stesso percorso. Se chiudo il punto
nascita di Atri gli effetti si sentiranno su
tutta l’Azienda ASL teramana perché è evidente
che da Atri, le donne, si recheranno a Pescara e
a questo punto non solo per partorire:Altra
mobilità passiva, altro diritto alla salute
fortemente deprivato dei suoi elementi
essenziali. E come lo garantisco in un
territorio, quello del Fino, dove non esistono
collegamenti veloci e se ti va bene arrivi in
ospedale dopo cinquanta minuti di strade
tortuose?» così
riflette il presidente Renzo Di Sabatino. Nel
2014 il punto nascita di Atri ha superato la
soglia delle 500 nascite e la sua chiusura
combinata con la chiusura del punto nascita di
Penne (insieme 833 utenze), comporterà
inevitabilmente una concentrazione sull’ospedale
di Pescara non solo per i servizi ostetrici ma
anche per quelli pediatrici.
La chiusura di Atri, quindi, al
di là dei paletti ministeriali,
«impoverirà l’offerta pubblica
teramana» sostiene Di
Sabatino, che, proprio per questo, ritiene utile
una riflessione al tavolo dell’Assemblea dei
Sindaci.
«Nulla da dire
sulla riunione che si è svolta in Regione con i
sindaci di Pineto, Atri e Silvi, una risposta
immediata alle manifestazioni dei cittadini,
però ci sono le sedi dove noi istituzioni
teramani possiamo riflettere in un’ottica
territoriale e di area vasta. In passato i
Sindaci sono stati “costretti” a difendere solo
il proprio ospedale di fronte a scelte
sconsiderate. Ripetere questo schema sarebbe un
errore. E’ l’azienda pubblica sanitaria teramana
e la rete dei servizi nel suo complesso che
hanno un problema: non sono solo i cittadini di
Atri, Silvi e Pineto e l’Assemblea, che si
affianca al Comitato ristretto dei Sindaci, è il
luogo ideale per le valutazioni e le proposte». |