TERAMO,
3.10.2015 - Come
previsto dalla legge di riordino e dai
provvedimenti di attuazione, anche la Provincia
di Teramo ha approvato la nuova pianta organica
ridefinendo i settori e il numero dei dipendenti
sulla base delle funzioni fondamentali:
viabilità, edilizia scolastica, pari
opportunità, pianificazione territoriale e
ambiente anche se la Regione Abruzzo, con la sua
legge di riordino, ha avocato a sé tutte le
funzioni riguardanti l’Autorizzazione unica
ambientale.
Sulla base di questi presupposti e dei criteri
fissati dala Funzione pubblica, il nuovo ente di
area vasta avrà 166 dipendenti suddivisi in tre
aree: quella tecnica, la più grande, con 94
dipendenti; i servizi di area vasta e quella
della gestione delle risorse (umane, strumentali
ed economiche). I dirigenti passano da sette a
tre, le posizioni organizzative da 46 a 19.
Rimane un presidio di 8 vigili provinciali.
Sulla “piattaforma” – strumento per la gestione
dei trasferimenti dei dipendenti provinciali ad
altri enti – sono collocati 111 dipendenti che
hanno percorsi differenti: 67 provengono dalle
funzioni non fondamentali e che, quindi,
dovrebbero essere riassorbiti dalla Regione; 28
provengono dai Centri per l’Impiego e sono
destinatari di appositi provvedimenti
governativi e regionali; 16 sono i
prepensionamenti. Poi ci sono 6 Vigili
provinciali destinati a transitare in Regione o
nei Comuni.
I dirigenti che seguiranno il destino regionale
perché riconducili a settori trasferiti sono
Piergiorgio Tittarelli, Piero De Camillis e
Renata Durante; Antonio Flamminj figura
nell’elenco dei pre-pensionamenti. In Provincia,
quindi, rimangono tre dirigenti.
«Nessun
dipendente è senza rete, non c’è nessun esubero;
il risultato di oggi è stato raggiunto grazie ad
un paziente e certosino lavoro con la Regione e
le ooss
- dichiara il presidente Renzo Di Sabatino –.
Abbiamo colto questa occasione per riorganizzare
l’ente sulla base dei servizi fondamentali, ed
era scontato, ma anche ragionando sul presente
prossimo e sul futuro dell’area vasta. Nasce
così l’area dei servizi di area vasta, con
dentro tutte quelle funzioni che possono essere
erogate in forma aggregate e che oggi mettono in
difficoltà soprattutto i piccoli enti locali:
dalla stazione unica appaltante alla
digitalizzazione, dall’assistenza giuridica alla
comunicazione fino al settore acqua e rifiuti
che, da legge regionale, dovrebbero essere
gestiti in un sub ambito provinciale. Funzioni
che possono essere potenziate se i Comuni
cominciano a percepire il nuovo ente di area
vasta non come qualcosa di altro da loro ma come
un organismo a servizio degli enti locali.
Rispetto al passato, quello che salta
all’occhio, è il riequilibro fra amministrativi
e tecnici con l'area tecnica decisamente più
consistente».
Passaggio fondamentale, quello della nuova
pianta organica, rispetto al processo di
riordino ma non è però l’ultimo; semmai l’avvio
verso la riorganizzazione delle funzioni degli
enti locali. Trasferimenti di dipendenti e
servizi avverranno, infatti, nel corso del 2016
attraverso gli accordi bilaterali fra enti.
|