TERAMO,
27.4.2015 - Oltre
i tagli. Dal 2015 le Province contribuiscono al
bilancio statale per quasi 1,9 miliardi. E, se
con la prossima Legge di stabilità si
confermeranno 2 miliardi i taglio per il 2016
chiudere il bilancio sarà impossibile.
Proiezioni
alla mano, se anche la Provincia di Teramo
venisse sgravata delle spese di personale e
funzioni che, solo sulla carta, non ha più (e
che dovrebbero passare a Comuni, Regione e Stato
ma ancora non esistono provvedimenti
conseguenti) e per le quali dal primo gennaio
non percepisce più alcuna risorsa per la
copertura dei costi, ci sono serie difficoltà
anche per il 2015. Il rendiconto del bilancio
2014, approvato a maggioranza questo pomeriggio
con l’astensione del consigliere Fracassi,
rappresenta una chiave di lettura anche per le
attività dei prossimi mesi.
“Non è
il nostro bilancio visto che ci siamo insediati
ad ottobre ma sono questi i dati sui quali siamo
partiti per fare un’operazione di
riorganizzazione della spesa che è ancora in
corso e che mi auguro ci consentirà di chiudere
il bilancio 2015 - ha spiegato il presidente
Renzo Di Sabatino aggiungendo -. E' chiaro
che non funziona più il rapporto fra quello che
prendi dal cittadino e quello che restituisci
visto che la maggior parte delle nostre entrate
tornano allo Stato o alle Regioni”.
Una
situazione paradossale, comune agli altri enti
provinciali, ma che, nel caso specifico, è
aggravato da una situazione di debiti fuori
bilancio per circa 6 milioni di euro: ci sono i
circa 3 milioni e mezzo per le somme urgenze dei
lavori pubblici in seguito ai danni alluvione;
ci sono 400 mila euro di utenze del 2014 non
pagate; 1 milione e 350 mila euro del
contenzioso con la Regione Abruzzo per Teramo
Lavoro (non riconoscimento della spesa da parte
dell’Autorità di Gestione); ci sono spese legali
per 100 mila euro e le 560 mila euro delle spese
per trasporto disabili.
Venendo ai dati dell’esercizio 2014. Le entrate
ammontano a circa 43 milioni di euro e le uscite
a 46 milioni e 800 mila euro: c’è, quindi,
un disavanzo di 3 milioni e 700 mila che scende
a 1 milione e 300 mila euro
applicando l’avanzo del 2013, di segno positivo
quest’ultimo di 2 milioni e 400 mila euro.
Nella
relazione dei Revisori dei Conti (pg 363 di 771
dell’allegato 2 al bilancio al link
http://albo.provincia.teramo.it/archivio-delibere/++delibera++3505)
si
evidenza il trend storico delle entrate e delle
uscite che testimonia la drastica riduzione
delle entrate; quelle tributarie sono passate
dai 28 milioni e 964 mila euro del 2012 ai 23
milioni del 2014 (6 milioni in meno); le entrate
da contributi (Stato, Regione etc) sono passati
dai 10 milioni del 2012 ai 3 milioni 452 del
201° (meno 6 milioni e mezzo); i trasferimenti
in c/capitale (investimenti) sono passati da 10
milioni e mezzo a circa 7 milioni.
Conseguentemente sono ridotte drasticamente le
spese: quelle correnti passano dai 40 milioni
del 2012 ai 27 milioni attuali; le spese per
investimenti scendono da 13 a 9 milioni mentre
continua a pesare tanto il rimborso dei prestiti
oggi portato da 6 a 5 milioni e mezzo grazie
alla rinegoziazione dei mutui (si risparmia
circa 500 mila euro l’anno).
Per quanto
riguarda la spesa corrente il 47% è impegnata
per i costi vivi del personale (la Provincia
continua a pagare anche le funzioni e i servizi
che per la Legge Del Rio e la Legge di Stabilità
non ha più in capo, come si spiegava
all’inizio); le prestazioni di servizi impegnano
il bilancio per il 22% e gli interessi passivi
per il 15,23%.
Per le
spese in conto capitale (circa 9 milioni e 400
mila euro) il 71,70% riguarda le strade , i
fiumi e la gestione del territorio (circa 7
milioni) ee le scuole il cui impegno di spesa
pesa il 22,69% del bilancio (2 milioni e 100
mila).
Cosa sta
facendo l’ente
In questi
mesi – come spiegato dal presidente Di Sabatino-
si sta lavorando ad una revisione della spesa e
ad una revisione straordinaria dei residui
attivi e passivi, quest’ultima tutt’ora in
corso. Quindi si è proceduto ad adeguare i
canoni di affitto del proprio patrimonio
immobiliare mentre sono stati disdette tute le
locazioni esterne di servizi provinciali,
ricollocando questi ultimi nelle sedi di
proprietà. E’ stato revisionato il piano delle
partecipate prevedendo, laddove necessario,
amministratori e rappresentanti dell’ente e
titolo gratuito.
Particolare
attenzione, poi, in questa operazione di spendig
review condotta direttamente dall’ufficio di
Presidenza, vi sono gli accertamenti sulle
entrate dell’ente: Cosap, canoni non ricognitori
e Tefa, il tributo sui rifiuti dovuto dai
Comuni. Anche in questo caso è in corso un
riaccertamento sulle somme previste e non
introitate.
“Se il
Parlamento non interviene sul 2016 e 2017 i
soldi dei servizi delle comunità locali dovranno
essere riversati allo Stato – commenta il
presidente Renzo Di Sabatino -, nella
concretezza dei fatti mi pare che sia necessaria
una proiezione seria e concreta uscendo fuori
dal dibattito riforma si-riforma no e facendo
una valutazione sui servizi locali che vengono
tagliati. Chi potrà garantirli e con quali fondi
sono domande al momento senza risposta”. |