ROSETO DEGLI ABRUZZI,
30.10.2015 -
E’ stata una cerimonia molto toccate e piena di
significati quella che si è tenuta ieri mattina,
primo novembre, presso il
Cimitero capoluogo
di Roseto degli Abruzzi
dove è stata svelata alla cittadinanza una
stupenda opera d’arte in ferro battuto e vetro
lavorato, sulla quale fa bella mostra una stele
commemorativa su cui sono state incise le
immortali parole della poesia
“La morte non è
niente”
di Henry Scott Holland.
L’opera, fortemente voluta dall’Amministrazione
rosetana, è stata realizzata dalle ditte locali
DADO Creazioni Artistiche di Enio Bosica e dalla
vetreria Art Vetro di Nisito Di Pietro, e
collocata all’ingresso del cimitero grazie al
lavoro degli operai comunali che, in pochi
giorni, hanno lavorato affinché il tutto fosse
pronto per le
celebrazioni di
Ognissanti.
Questo il
testo della poesia
dello scrittore e teologo britanno, canonico
della “Chiesa Christ Church”, incisa sulla stele
in vetro: “La morte non è niente. Sono
solamente passato dall’altra parte: è come fossi
nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io
e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima
l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con
il nome che mi hai sempre dato, che ti è
familiare; parlami nello stesso modo affettuoso
che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce,
non assumere un’aria solenne o triste. Continua
a ridere di quello che ci faceva ridere, di
quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di
prima: pronuncialo senza la minima traccia
d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva
tutto il significato che ha sempre avuto: è la
stessa di prima, c’è una continuità che non si
spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi
pensieri e dalla tua mente, solo perché sono
fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono
dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio
cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi
ami: il tuo sorriso è la mia pace”.
La stupenda poesia, che ha profondamente toccato
e commosso tutti i presenti, che si erano
radunati davanti alla stele per la cerimonia, è
stata letta ed interpretata da
Mario De Bonis,
letterato, artista, scrittore e personalità
poliedrica che, con grande passione e trasporto,
ha dato vita alle “parole consolatorie” dello
scrittore britannico. Come sottofondo le note
del violoncello del maestro rosetano
Antonio Di Antonio
che hanno sottolineato, passaggio per passaggio,
le immortali parole incise sulla stele
commemorativa. Particolarmente forti ed incisive
infine le parole di
Padre Antonio
Ghidoni,
Parroco del Sacro Cuore di Roseto degli Abruzzi,
che a fine cerimonia ha celebrato messa presso
il Cimitero capoluogo.
“Si tratta di una stupenda poesia,
un’opera
intensa e piena di significato,
il cui testo verrà posto anche all’ingresso di
tutti gli altri cimiteri del nostro territorio”
conferma il Sindaco di Roseto degli Abruzzi,
Enio Pavone.
“Sono convinto che queste parole, con il loro
messaggio consolatorio e di speranza,
riusciranno, anche solo per un breve istante, a
dare un po’ di sollievo all’anima di quanti,
afflitti per la perdita di un proprio congiunto,
varcano la soglia del Cimitero capoluogo e di
tutti gli altri presenti sul territorio. L’opera
d’arte è poi stupenda e, grazie ad un
meraviglioso gioco di luci, sarà apprezzabile
anche quando si fa buio”.
Soddisfatto il Vice-Sindaco ed Assessore alla
Cultura,
Maristella Urbini,
che ha sottolineato il positivo riscontro avuto
dai cittadini non solo per l’opera e la stele,
ma anche per le stupende parole incise. “E’
stato un momento molto commovente: tutti abbiamo
vissuto nella vita
la violenza di un
distacco
e questi primi due giorni di novembre sono
momenti particolari, di riflessione sulla vita e
sulla morte, sono i giorni dedicati ai nostri
cari defunti giorni di commemorazione e di
ricordo”
ricorda la Urbini. “La morte ci spaventa,
la
perdita dei nostri cari ci devasta
e non riusciamo a rassegnarci. Allora cerchiamo
conforto in tutto ciò che può alleviare la
nostra sofferenza. Cerchiamo conforto nella
preghiera, nella fede cerchiamo il conforto,
soprattutto, nelle parole. La poesia che abbiamo
scelto, e che abbiamo inciso sulla stele, ha in
sé un potere consolatorio straordinario,
una forza che
riesce ad abbattere il muro della morte,
quello che con prepotenza ci divide dai nostri
affetti e, addirittura, ci invita a sorridere,
regalandoci la convinzione che il nostro sorriso
doni loro la pace”. |