TERAMO, 6.6.2015 - Da
Circolo
Sel Silvi, Circolo Sel Pineto e Sel Federazione
di Teramo
riceviamo e pubblichiamo:
Tra qualche
settimana i Consigli Comunali di Silvi e Pineto
saranno chiamati ad approvare il nuovo statuto
del Parco Marino. In realtà il percorso è
semplice e non ci vuole molto, la bozza è già
pronta ma qualcuno sta cercando di rendere
tortuosa ed insicura la strada con la speranza
che nulla cambi o che i cambiamenti si
trasformino in apparente rinnovamento. E' già da
un po' di tempo invece che si parla, come buona
prassi di becera politica vuole, di nomi e
cognomi, al bar o per strada. Silvi rivendica a
pieno titolo la presidenza. Ma non solo perché
gli statuti (il vecchio e, pare, la bozza del
nuovo) parlano di alternanza ma soprattutto
perché, così come era probabilmente nelle
intenzioni di coloro che l'hanno pensato, questa
alternanza avrebbe favorito il maggiore
coinvolgimento di tutti nell'idea del Parco come
risorsa per le comunità anche nei soggetti più
restii. In ogni momento il valore e l'importanza
del Parco per Silvi e Pineto sono stati messi al
centro del dibattito politico. Il problema però
non può limitarsi al dibattito sui nomi! Almeno
per noi. La questione vera è : cosa ci vogliamo
fare del nostro Parco? Se per alcuni rappresenta
solo un vincolo e per altri è un freno allo
sviluppo, per altri ancora è solo uno strumento
di business per sé e per qualche amico. Noi non
abbiamo alcun dubbio: il Parco è una ricchezza
per tutti. Una seria opportunità di lavoro per
i nostri ragazzi e per la nostra comunità. Un
contributo concreto alla crescita delle nostre
imprese, sia quelle direttamente coinvolte sia
quelle che vi operano in settori residuali.
Abbiamo sempre dichiarato, durante la campagna
elettorale, che dovevamo riscoprire la nostra
identità. Il mare, la collina, la spiaggia, il
centro storico, le contrade, la cultura, i
sapori sono la nostra identità. Ciò che gli
«altri» ricordano di noi al rientro dalle ferie,
ciò che i nostri emigrati nel Mondo amano della
loro terra, conservandone gelosamente il
prezioso ricordo, e che per noi ha rappresentato
e vogliamo che rappresenti ancora, soprattutto
per i nostri figli, la nostra storia e il nostro
futuro. Per fare questo è necessario cambiare
rotta. Prendere medaglie ed organizzare festini
non può rappresentare il nostro modo di dare
valore a questo tesoro. Illudere i nostri
ragazzi, spesso in possesso di esperienze e
competenze eccezionali, in attesa di improbabili
lavori e lasciati alla mera e semplice
iniziativa individuale e nella migliore delle
ipotesi al buon senso e all'iniziativa
sporadica ed occasionale di qualche politicante
di turno, crediamo non sia il modo giusto per
inventare opportunità di lavoro. Dobbiamo
innanzi tutto cambiare il modo di gestire il
Parco favorendo il massimo coinvolgimento delle
associazioni ambientaliste che più di altre
soggettività si sono battute per la sua
istituzione, dando loro opportunità di
rappresentanza e di capacità decisionale in
tutti gli organismi preposti. Proponiamo inoltre
la costituzione ed il coinvolgimento di
Cooperative Sociali locali che in piena
autonomia contribuiscano con vigore a
condizionare le scelte e le politiche di
gestione e di sviluppo del Parco, favorendo non
solo l'affidamento diretto a loro di lavori
specifici ma anche la partecipazione ad
iniziative Comunitarie e l'accesso a risorse
nazionali e regionali. E' necessario che, anche
nella gestione del territorio, le scelte vengano
fatte tenendo bene a mente gli obiettivi e le
finalità per cui il Parco è nato, se vogliamo
veramente che esso sia la nostra immagine in
Italia, in Europa e nel Mondo. Il Parco non
nasce solo per quei metri quadrati che lo
delimitano ma anche e soprattutto per
sensibilizzare tutti, ma proprio tutti, al
rispetto e alla valorizzazione dell'ambiente,
alla difesa del suolo e del territorio, al
rispetto di quella che oggi, forse con qualche
imbarazzo, chiamiamo Natura. E’ per questi
motivi che vogliamo sfidare tutti ad alzare il
livello del dibattito anche proponendo una serie
di confronti pubblici e partecipati affinchè la
nuova fase che attraverserà il Parco Marino,
caratterizzata dalla conclusione della gestione
D’Orazio (espressione di un’epoca politica in
cui il centrodestra era la principale forza di
governo in Abruzzo) sia oggetto di discussione e
confronto delle comunità cittadine di Silvi e
Pineto e non di un tavolo esclusivo e poco
trasparente. |