TERAMO, 22.6.2015 - Le
immagini sono state inviate da un nostro
iscritto, frequentatore, come centinaia di
ciclisti in sella a bici da strada o mountain
bike, delle strade interne del nostro
bell'Abruzzo, Regione Verde d'Europa e, a detta
dei nostri amministratori regionali, futura
patria del cicloturismo in tutte le sue forme.
Si tratta della strada
provinciale che collega Campo Imperatore a Vado
di Sole e Rigopiano, ai confini tra le Province
di Pescara e L'Aquila. Tratto bellissimo,
itinerario classico di migliaia di appassionati
della bicicletta; purtroppo dissestato dal
maltempo degli scorsi mesi e dalla cronica
mancanza di fondi aggravata dalle politiche
nazionali sulla "riorganizzazione" delle
Province.
Strada dissestata, dicevamo, che,
invece di essere sistemata viene vietata al
transito a ciclisti e motociclisti, impedendo,
di fatto, la percorribilità di uno degli
itinerari più utilizzati da cicloturisti e
cicloescursionisti.
Eppure la Regione Abruzzo dice di
voler promuovere il cicloturismo, e qualche
hanno fa ha anche pubblicato una cartina dei
percorsi in biCicletta su strada, molti dei
quali, ahinoi, impercorribili per le condizioni
del manto stradale (vedi, ad esempio, la strada
che porta ai Prati di Tivo, e molte altre).
Il cicloturismo, soprattutto
quello che utilizza strade interne a basso
traffico, è una cosa seria, e ha bisogno di
pochissime infrastrutture, ma di una
manutenzione stradale continua e di una
segnaletica adeguata. Invece, tranne le
chiacchiere e i singoli progetti (non crederanno
mica di far diventare l'Abruzzo una regione
cicloturistica con i soli 131 km di Bike to
Coast?), manca completamente una visione
pianificatoria della rete cicloturistica
regionale, con un piano della mobilità
ciclistica e una rete ciclabile Regionale, come
previsti dalla legge regionale n. 8 del 2013.
Si dovrebbe prendere esempio
dalla Provincia Autonoma di Trento che ha un
indotto di 100 milioni e più di euro l'anno
dovuto ai turisti in bicicletta, molti dei quali
provenienti anche dall'Abruzzo.
Diciamo alla Regione, alle
Province e ai Comuni, quindi, di svegliarsi. I
turisti in bicicletta in Abruzzo ci sono, e ne
sono tanti, oltre ai tantissimi escursionisti;
ma con questi presupposti, presto, preferiranno
pedalare su altre strade. |