CHIETI,
9.1.2015 -
Come accade spesso in Italia, se leggi Programmi
di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo
Sostenibile del Territorio devi intendere
Programmi per speculare e fare affari sul
territorio. Il PRUSST chietino è stato pensato
fin dalle origini come fonte di facile
arricchimento e devastazione del territorio e
dell’ambiente. La dismissione delle fabbriche
storiche dello Scalo (Zuccherificio, Cartiera,
Farad, Conceria, Camiceria ecc.) non poteva non
solleticare gli appetiti di progettisti e
affaristi senza scrupoli. E così, con la
benedizione ecumenica delle amministrazioni
pubbliche di centrodestra e centrosinistra che
si sono succedute negli ultimi venti anni alla
guida di Regione, Provincia e Comune di Chieti e
con il sostegno di taluni sedicenti politici e
uomini di Stato che sulla distribuzione di posti
di lavoro precari hanno costruito le loro
fortune elettorali, ha preso avvio la grande
opera di trasformazione di un’area notoriamente
soggetta a rischio esondazione ed interessata da
un vasto e gravissimo inquinamento. Così nascono
Megalò 1, 2 e 3, Parco Paglia, Area artigianale,
Centro Direzionale dei Toto, il progetto INTE
sull’area ex Celdit. La speculazione sta nella
valorizzazione di aree teoricamente prive di
valore rese edificabili. Salvo il contrattempo
costituito dall’istituzione del Sito di
Interesse Regionale proprio in quelle aree
destinate a centri commerciali capannoni piste
da sci acquafan e via delirando. E’ possibile
quindi che, per alcuni proprietari che si
vedrebbero costretti a fare, a loro spese, la
caratterizzazione delle aree e l’eventuale
bonifica, diventi più conveniente destinare i
propri terreni allo smaltimento abusivo di
rifiuti speciali senza che ciò possa impedire di
utilizzare in futuro gli stessi terreni per
nuove costruzioni. In questo quadro, trova una
sua spiegazione anche l’immobilismo del Comune
di Chieti in merito alla bonifica del Sir di
Chieti Scalo, immobilismo denunciato con forza
dal Meetup Chieti 5 stelle con la sua portavoce
Sara Marcozzi, oggi consigliere regionale.
Spetta al Comune di Chieti individuare i
proprietari delle aree dello Scalo rientranti
nel Sir e intimare loro la bonifica dei siti
inquinati da veleni chimici sedimentati nel
corso dei decenni e dalle tonnellate di amianto
che coprono i capannoni ancora in piedi. Ma il
Comune di Chieti dorme. Forse è meglio non
disturbare grandi elettori e grandi sponsor del
partito unico abruzzese. La salute dei cittadini
e la tutela dell’ambiente sono un particolare
trascurabile per questi signori dell’inciucio.
Il Movimento 5 Stelle si candida per spazzare
via il marciume da Chieti. |