PESCARA,
17.3.2015 -
La scrittrice abruzzese Valentina Di Cesare
insieme ai grandi nomi della narrativa al
festival internazionale Cortinametraggio.
Giovedì 19 marzo il booktrailer di “Marta la
Sarta”, romanzo di esordio dell’autrice nativa
di Castel di Ieri (L’Aquila), sfiderà altri
corti relativi ai volumi di autori come Gianrico
Carofiglio, Paolo Giordano, Alessandro d’Avenia,
Andrea Vitali, Murakami Haruki.
Il cortometraggio realizzato dagli Zerostyle
Factory racconta per immagini un romanzo che
grazie al passaparola dei lettori è già in fase
di traduzione per il mercato spagnolo e francese
(https://www.youtube.com/watch?v=uCCMRsLYXsA).
Valentina Di Cesare sarà a Cortina D’Ampezzo
nella mattinata di giovedì 19 marzo a partire
dalle ore 11 ci sarà la proiezioni di tutti i
booktrailer finalisti, seguirà un incontro
dibattito tra il pubblico e gli autori sul
palco.
“Marta La Sarta” e’ un volume che
conquista per la sua spontaneità, ironia e
profondita’. Uscito a fine estate 2014, ha
iniziato un cammino “on the road” per le
librerie e per la lettura in aula nelle scuole.
Il Mondo di Marta La Sarta é fatto di storie
affascinanti, surreali dove c’è la necessità del
raccontarsi per esistere, per trovare una
significato nuovo, vivido e vero, a cio’ che ci
accade.
Marta La Sarta è una simpatica donnina di mezza
età, nubile e senza figli, commessa da molti
anni una merceria e sarta nel tempo libero per i
suoi clienti. La semplicità caratteriale
di Marta le permette di attraversare la vita
degli altri in modo mai ingombrante, ma allo
stesso tempo attivo, sempre disposta, con
l’ausilio di luminose riflessioni e un amore
vocato ai riti del quotidiano, a carpire da ogni
storia quasi una piccola legge dell’esistenza,
che non esita a farsi leggenda.
E’ in un piccolo centro, non meglio specificato,
che prendono vita i personaggi, strampalati,
sognatori, cinici, eroici, malinconici. Si
incontrano lo Zio Pueblo, andato a cercare
fortuna altrove, ma le sue imprese, riecheggiano
ancora in paese. Pare che un’estate, dopo il
Festival Internazionale della Perturbazione
artistica, si fosse accampato con un gruppo folk
islandese nei pressi di Santa Cruz della Fuente
e che avesse salvato la vita a Inneke, una
parrucchiera olandese accusata e malmenata per
aver sbagliato nuance di tinta per capelli ad
una biondissima ragazza pompon di Vigevano. Ci
sono i racconti di Nonna Bice che parla di
quella cugina fattasi novizia dopo aver
intravisto la Madonna in sogno e poi scappata da
Novara su una nave da crociera perché voleva
bere limonate e ballare il tip-tap. Poi ancora
Olio, il cane innamorato, Nando il restauratore
che parla con i mobili e tantissimi altri che
aiutano Marta a tenere quel cassetto dei sogni
sempre aperto, perché Marta è pratica di sogni,
è attraverso essi che tenta un recupero
dell’umanità. Ascolto, autenticità, semplicità,
sono queste le parole che tesse per incarnare
quella “coscienza bambina” che ognuno di noi, se
vuole, può recuperare per attraversare senza
giudizio le vite degli altri, perché dietro ogni
comportamento umano c’è una spiegazione di cui
bisogna tener conto.
Addetto Stampa
Paolo di Sabatino |