TERAMO,
23.11.2016 -
Dalla
Confartigianato Imprese
Teramo - Unione Provinciale Artigiani di
Teramo riceviamo e pubblichiamo:
Dopo la Caserma degli Alpini, la Banca d’Italia,
ecc. la nostra città perde anche la Camera di
Commercio che va a L’Aquila. Molte le assenze al
consiglio camerale di ieri. Sarebbero stati
sufficienti 19 voti favorevoli per deliberare la
fusione tra la CCIAA di Teramo e L’Aquila. Su 28
consiglieri solo 20 hanno votato a favore. La
Confartigianato ha votato contro.
Ancora una volta la CONFARTIGIANATO Teramo vota
contro la decisione di perdere la sede della
Camera di Commercio. Avevamo tutti i numeri per
avere la nuova sede a Teramo, ha evidenziato il
nostro Presidente prof. Luciano Di Marzio, sia
per quanto riguarda il numero delle imprese
iscritte e sia sul peso dell’economia teramana
in tutti i settori ad iniziare dal turismo,
all’agroalimentare e a tutti gli altri che non
stiamo qui ad elencare.
Come mai la Giunta Teramana si è prestata al
gioco Aquilano facendo trascorrere molto tempo
prima di deliberare la fusione prevista per
legge? Forse per dare modo alla Camera di
Commercio de l’Aquila di poter realizzare la
nuova sede, in tempi da record, eliminando così
un ulteriore motivo che avrebbe condizionato la
scelta di Teramo come sede?
UN
SOLO RAMMARICO abbiamo: se fosse stato ancora
qui con noi il compianto Cav. del Lavoro
Giandomenico Di Sante questo sicuramente non
sarebbe accaduto. Lo avevamo votato come
Presidente della CCIAA oltre che per la figura
di grande imprenditore anche perché ha sempre
difeso la realtà Teramana della Camera di
Commercio oltre che la Teramanità in tutti i
contesti. Purtroppo l’attuale Giunta Camerale
non ha saputo difendere la nostra realtà
economica; ancora una volta hanno prevalso le
decisioni politiche su quelle dei numeri.
Tutti allineati e coperti, come sempre, a votare
quello che si propone durante il Consiglio
Camerale. Oltre alla CONFARTIGIANATO Imprese
Teramo anche il rappresentante della CISL ha
votato contro; molti i consiglieri assenti,
qualcuno ha addirittura abbandonato il consiglio
al momento del voto senza prendere la parola per
annunciare i motivi di tale abbandono
dimostrando davvero scarso coraggio!
Questo è quello che è successo ieri al Consiglio
Camerale. Per la CONFARTIGIANATO è stato
disatteso anche l’obiettivo del Governo circa i
risparmi ottenuti delle fusioni delle Camere di
Commercio in quanto i costi rimarrebbero gli
stessi: stessi dipendenti e stessi costi di
gestione i quali assorbono quasi la totalità
delle entrate camerali. Neanche la riduzione del
numero dei consiglieri porterà minor costi in
quanto la riforma, e questo è l’unico dato
positivo a ns. avviso, prevede che le cariche
istituzionali: Presidente, componenti di Giunta
e Consiglieri dovranno essere svolte a titolo
gratuito.
Questo ulteriore perdita va ad aggiungersi al
fallimento della politica Teramana e
principalmente a discapito della città di Teramo
che, ormai da diversi anni, è stata spogliata di
tutto quello che un capoluogo di provincia
dovrebbe avere. Oggi ci rimane solo la
Prefettura ma sembrerebbe che anche questa prima
o poi debba chiudere!
Per non parlare del tanto decantato MASTERPLAN
che vede assegnare alla Provincia di Teramo solo
circa 209 milioni su un totale di circa 1
milione e 505 mila euro ma anche per questa
ulteriore discriminazione non abbiamo sentito
nessuna lamentela.
Un
capoluogo di provincia che non viene
attraversato da una rete ferroviaria, che non ha
un porto importante, che non ha un aeroporto,
che ha una montagna come il Gran Sasso che
potrebbe restituire tanta vitalità ai comuni
montani ma che purtroppo muore giorno dopo
giorno che Provincia è? Sicuramente da
cancellare. |