TERAMO,
13.4.2016 -
Centossessantadue
chilometri di strade; due liste con ordini di
priorità ben scandite; la prima Provincia
abruzzese a formulare una proposta sulla
riorganizzazione della rete stradale. Risale al
15 dicembre del 2014 l’elenco delle strade che,
sulla base dei criteri tecnici contenuti nel
Codice della Strada, sono state indicate
all’Anas Abruzzo e alla Regione per un
trasferimento di competenze. Nelle prossime
settimane sia Anas che Regione dovranno decidere
sulle istanze avanzate.
La
riclassificazione delle strade provinciali in
statali costituisce un tassello molto
significativo per i cittadini in quanto, questo
è il suo fine, si tratta di garantire
manutenzione e livelli di transitabilità e
sicurezza: tanto prioritaria da essere prevista
nella legge regionale 56 del 7 aprile 2014.
Un ragionamento
che prende il via dalla considerazione che molte
strade, nel tempo, grazie anche agli
investimenti effettuati dalle Province, hanno
assunto un ruolo diverso – sia per tipologia,
basti pensare alla Pedemonatana, sia per il
ruolo di snodo viario con grandi vie di
comunicazione – da quello classificabile come
“provinciali”.
Se oggi la
condizione della viabilità provinciale è
particolarmente critica è anche perché la rete
provinciale si è estesa – per quanto riguarda la
provincia teramana circa 1630 chilometri –
mentre sono stati drasticamente ridotti da parte
di Stato e Regioni i trasferimenti per le
manutenzioni.
Fra le priorità di
primo livello la Provincia ha indicato: la 259
della Val Vibrata, la 491 di Isola del Gran
Sasso, la 365 di che attraversa la Val Fino, la
262 di Campli e la 553 di Atri.
“Queste le nostre
proposte, frutto di un lavoro serio che ha
impegnato tecnici e anche amministrazioni locali
per una rilevazione che fosse credibile e
sostenuta dai fatti e dai dati – spiega il
presidente Renzo Di Sabatino - siamo in
attesa di conoscere le intenzioni di Anas e
Regione ed è impensabile che alle Province
possano essere trasferite strade statali ad alta
intensità di percorrenza come la statale
ottanta, una ipotesi, questa, che circola sulla
scorta di un documento ufficioso non concertato
con nessuno men che meno con la Provincia. . Il
contratto si fa in due e noi, se le condizioni
non sono quelle eque e favorevoli definite nei
tavoli ufficiali, non lo firmiamo” |