TERAMO,
16.6.2017 -
Una formale denuncia per quello che
sta succedendo nell’ambito del contenimento dei
cinghiali è arrivata sui tavoli della Procura
della Repubblica di Teramo. Il presidente
dell’ATC Vomano Franco Porrini e il suo collega
presidente dell'ATC Salinello, Francesco Sabini,
sono stati questa mattina in Procura per mettere
nero su bianco, attraverso una denuncia querela,
la questione relativa alla pianificazione delle
attività di controllo sui cinghiali, sull’intero
territorio regionale.
Porrini e Sabini nella loro denuncia hanno
ricordato la delibera di Giunta regionale con
cui veniva pianificato il controllo dei
cinghiali. Delibera che presentava, sulla base
delle loro valutazioni, elementi di forte
criticità e manifesta illegittimità. Situazioni
che le istituzioni e le associazioni del mondo
venatorio e agricolo avevano fatto presente alla
stessa amministrazione regionale. Prima ancora
dell’incontro pubblico che si è svolto nelle
scorse settimane a di Castelnuovo Vomano, i
responsabili degli ATC avevano lamentato la
mancata intesa con gli ambiti territoriali di
caccia e l’omessa attività di prevenzione
obbligatoria imposta dalle leggi nazionali e
regionali.
La Regione Abruzzo aveva anche introdotto una
nuova figura il responsabile di settore senza
indicare i criteri di nomina e i requisiti
necessari, anche questo motivo presunto, secondo
Sabini e Porrini, di illegittimità II denunciati
della delibera di Giunta regionale. Lo stesso
presidente della Regione Abruzzo, Luciano
D’Alfonso, aveva indirizzato una lettera ai
comandi provinciali della Polizia Provinciale di
tutta la regione con la quale invitava a
sospendere ogni iniziativa legata al piano di
controllo dei cinghiali per valutare eventuali
modifiche e variazioni.
Nonostante queste prese di posizione Sabini e
Porrini hanno denunciato il fatto che un
funzionario regionale avrebbe contravvenuto le
indicazioni del presidente della Regione Abruzzo
attuando immediatamente il piano di controllo.
Sono state così eseguite numerose battute di
caccia a partire da sabato 3 giugno, eseguite da
squadre composte da cacciatori privati, sotto la
direzione di responsabili di settore e della
polizia provinciale.
I presidenti degli Ambiti Territoriali di Caccia
Vomano e Salinello avevano invitato a sospendere
ogni operazione segnalando la situazione al
comandante della polizia provinciale di Teramo,
sottolineando inoltre di non aver segnalato
nessun nominativo di cacciatore iscritto o
ammesso agli atti che poteva essere utilizzato
per l’attuazione del piano di contenimento.
Una situazione che sicuramente non avrebbe
seguito la normativa secondo i denuncianti,
tanto che in assenza di una preventiva
segnalazione da parte dei comitati di gestione
degli ATC Vomano e Salinello, la polizia
provinciale non poteva, anzi non avrebbe potuto
avvalersi di singoli cacciatori ammessi o
iscritti agli stessi, violando in difetto il
disposto di leggi regionali.
Una condotta che ha recato un danno ingiusto
all’intero mondo venatorio ai loro interessi e
ai loro associati. Franco Porrini e Francesco
Sabini hanno quindi chiesto un’indagine penale
per i presunti reati denunciati affinché tutti
coloro che possono aver contribuito anche in
concorso alle ipotesi criminose vengano messi in
evidenza.
«Siamo
stati costretti a questo atto – hanno
sottolineato Franco Porrini e Francesco Sabini –
che avremmo voluto sinceramente evitare.
Purtroppo c'è chi continua a ignorare il ruolo
degli Atc e noi, se non avessimo presentato
questa denuncia, saremmo stati in difetto nei
confronti di cacciatori, agricoltori e
ambientalisti che, ognuno attraverso le
associazioni che li rappresentano, sanno di
poter contare sulle attività degli Ambiti
Territoriali di Caccia che da sempre hanno fatto
della normativa vigente la linea guida di ogni
azione sul territorio». |