TERAMO,
18.7.2017 -
È passato un anno da quando, dopo il terribile
disastro ferroviario avvenuto in Puglia,
l’allora Presidente del consiglio Matteo Renzi
promise cospicui investimenti per i valorosi
Vigili del Fuoco. Promesse ribadite anche
dall’attuale Presidente Paolo Gentiloni durante
la devastante emergenza che ha colpito le
regioni del centro Italia.
Ora il Sud del Paese brucia e i Vigili del Fuoco
sono chiamati dal nord in aiuto dei colleghi del
Sud. Come sempre, con spirito di abnegazione, i
Vigili del Fuoco partono e, dopo aver guidato
25/30 ore gli stessi mezzi che usavano
venticinque anni fa, iniziano l’operazione di
spegnimento. Alcuni si sono pagati un pasto
frugale, altri hanno dovuto provvedere di tasca
propria per il rifornimento dei mezzi.
Cosa sta succedendo? Succede che, proprio in
questi giorni, sotto i colpi delle continue
emergenze, si manifestano tutte le
contraddizioni di una politica confusa che, da
un anno a questa parte, promette soluzioni vaghe
e prive di un obiettivo definito, se non le
semplici compatibilità economiche. E proprio le
compatibilità economiche, in vista dei Decreti
che porteranno alla stesura della Legge di
stabilità, fanno vacillare il castello di
promesse astratte elargite alla ricerca di un
consenso politico che, molto spesso, si scontra
con gli interessi e i bisogni di sicurezza dei
cittadini.
E così il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
diventa terreno di discussioni infinite.
Di chi sono le responsabilità?
Chi ha promesso che ci saranno assunzioni per
portare l’organico dei Vigili del Fuoco a 33.000
unità e ora informa che non ci sono risorse
sufficienti?
Chi ha deciso di sciogliere, con una
operazione che la CGIL contesta, il Corpo
Forestale dello Stato e passare uomini e mezzi
dedicati all’antincendio ai Carabinieri anziché
ai Vigili del Fuoco, per poi accorgersi che gli
incendi non possono essere “arrestati” ma devono
essere “estinti”?
Chi ha promesso assunzioni a destra e manca
senza prima decidere quali sono le vere esigenze
del Corpo, mettendo in contrapposizione fra loro
gli idonei al concorso precedente, i discontinui
in cerca di stabilizzazione e, prossimamente,
gli idonei dell’ennesimo concorso fatto con
regole che i Vigili del Fuoco da tempo
contestano?
Chi ha voluto dividere i volontari in due
quadri, diventati nei fatti addirittura tre,
senza prima definire regole chiare su una
distribuzione ideale fra sedi permanenti (che,
secondo il progetto del Ministero dell’Interno,
prevede 40.000 Vigili del Fuoco di ruolo) e sedi
volontarie?
Chi ha dimenticato il ruolo delle Regioni in
materia di incendi boschivi e vigilanza del
territorio, scaricando le conseguenze su un
infinito bisogno di soccorso che, ancora una
volta, investe lo stremato Corpo dei Vigili del
Fuoco?
Nel frattempo, per i Vigili del Fuoco si sta
discutendo la ripartizione di un fondo che
servirà, nella migliore delle ipotesi, a
sopperire al venire meno del bonus di 80 euro
elargiti da Renzi (bonus che verrà sospeso a
fine anno), creare un modesto aumento delle
indennità oltre a fare una piccola manutenzione
ad un ordinamento che non corrisponde alle
esigenze del Corpo.
Poco per riconoscere il ruolo fondamentale dei
Vigili del Fuoco nella gestione delle emergenze.
La FP CGIL ha evidenziato tutti questi problemi
e, visto l’incerto incedere del Governo in
materia di assunzioni, ha confermato, assieme a
FNS CISL lo stato di agitazione dei Vigili del
Fuoco e un presidio che si terrà a Roma, Piazza
di Montecitorio, il giorno 19 luglio, dalle ore
10.00 alle ore 14.00
Per la Fp Cgil VVF il tema legato
all’occupazione rimane uno dei punti cardine
della piattaforma.
La FP CGIL prosegue la lotta per dire al
Parlamento che un Paese Sicuro non può
prescindere dal riconoscimento del fondamentale
ruolo dei Vigili del Fuoco, veri e
insostituibili professionisti del Soccorso. |