TERAMO,
14.1.2017 -
Dopo le prime analisi pubbliche che ho
ascoltato e letto sul voto di domenica in
provincia ritengo opportuno dire la mia,
esprimendo due valutazioni una di tipo politico
e una di tipo personale.
La prima fa riferimento al fatto che questa
elezione particolare di secondo livello non
rende giustizia al territorio, in quanto ci sono
ampie zone del nostro comprensorio provinciale
non rappresentate in maggioranza, vedasi area
interna del Vomano, del Fino e tutta l’area
della montagna. Questo non è accaduto non per
mancanza di numeri provenienti da quei
territorio, ma per una gestione sbagliata di
indirizzo del voto. Credo che adesso si debba,
dopo il referendum del 4 dicembre, che ha
mantenuto le province scritte in costituzione,
tornare a dare la parola ai cittadini e farli
esprimere direttamente sui loro rappresentati,
al fine di tutelare gli interessi pubblici
territoriali. Anche perché dall’esito del voto
di domenica scorsa non esce una maggioranza
netta per governare, al contrario di come
accadeva quando a votare erano i cittadini, dove
l’esito consegnava numeri certi. Qui invece si
dovranno trovare da adesso in poi equilibri
possibili, in considerazione del fatto che
l’assemblea dei sindaci, altro organismo
principale della provincia, ha una composizione
politica diversa. Credo che questo ente definito
“Locale” debba occuparsi, come ho sempre
sostenuto, solo di strade e scuole. Ringrazio i
dipendenti della Provincia che hanno vissuto e
stanno vivendo momenti difficile per la loro
sorte occupazionale, dei quali ho avuto modo di
apprezzare ancora di più in questi 2 anni la
loro dedizione e professionalità. Faccio i
complimenti e gli auguri di buon lavoro agli
eletti e credo che questi ultimi debbano
concentrarsi subito a far uscire dal
commissariamento la Provincia di Teramo, nella
speranza che venga subito ristabilita, alla luce
del voto referendario, la riattribuzione dei
fondi per la sistemazione urgente della rete
viaria e garantire la sicurezza piena negli
edifici scolastici.
Concludendo la valutazione politica, al netto
dell’amarezza che si prova quando si perde,
perché credo che a nessuno piaccia perdere e non
essere eletto, dico subito che non sono
interessato personalmente a fare alcun ricorso
per rientrare in consiglio provinciale. Non amo
la carta bollata per fini personali. Il dato
politico io l’ho già tratto, nonostante la mia
rielezione e il seggio alla lista siano mancati
per un’incollatura per alcuni voti a me non
attribuiti, a causa di una quantità importante
di schede nulle. Le valutazioni sull’opportunità
di farlo devono essere politiche e non spettano
a me, ma alla mia lista la “Casa dei Comuni” e
al Partito Democratico provinciale. In questi
giorni ho ricevuto tante telefonate e messaggi
da amministratori locali, molti cittadini del
mio comuni e di tanti altri comuni che mi hanno
fatto sentire la loro vicinanza. I miei
cittadini anche se amareggiati mi hanno detto
letteralmente che non dovevo prendermela: “se
non ti hanno voluto in provincia avrai più tempo
per Castellato”. Ringrazio chi mi ha sostenuto e
ha creduto e crede in me e a loro, come ad
altri, dico “Si riparte”. Per un cronico malato
come me di politica significa aprire un altro
capitolo per continuare a perseguire con ancora
più forza l’idea del primato della cultura
politica di cambiamento a servizio del
territorio. Questo passaggio conferma in me la
convinzione che le cose si cambiano con le idee
e le persone giuste. La mia comunità locale
riavrà un sindaco a tempo pieno e poi in futuro
vedremo se ci saranno le condizioni per fare
altro. Ringrazio la mia famiglia e gli amici che
mi danno la forza e l’ottimismo di continuare a
fare una cosa che mi piace da morire, cioè di
dare attuazione a idee e progetti nell’interesse
della collettività. |