TERAMO, 22.5.2017 -
Sabato 20 maggio tantissime persone hanno
partecipato all’incontro “Cosa è successo l’8 e
il 9 maggio alla nostra acqua?”, organizzato
dall’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del
Gran Sasso. Dal confronto tra i rappresentanti
di ASL, ARTA e Ruzzo Reti SpA, oltre che dagli
interventi delle associazioni e dei
rappresentanti di Provincia, Comune di Teramo e
Parco Gran Sasso-Laga, e di tanti cittadini,
sono emersi elementi importanti per la
ricostruzione dell’emergenza idrica vissuta nel
teramano due settimane fa.
Le conclusioni dell’Osservatorio sui lavori di
sabato possono essere così riassunti:
·
nella gestione dell’emergenza si sono verificati
ritardi sia nelle procedure di analisi che nelle
comunicazioni;
·
il sistema di comunicazione tra gli enti di
controllo e verso sindaci e cittadinanza deve
essere rivisto e sicuramente migliorato:
peraltro tutti gli enti hanno riconosciuto come
l’emergenza abbia evidenziato criticità nella
comunicazione, tanto da annunciare la
predisposizione di un nuovo protocollo
operativo;
·
il sistema di controllo e analisi deve essere
reso più facilmente e rapidamente accessibile e
comprensibile;
·
gli stessi enti di controllo e gestione non
hanno ad oggi il quadro completo degli
interventi effettuati durante la gestione
commissariale, mentre i cittadini hanno potuto
apprendere che esiste un tavolo di confronto
regionale sulla problematica solo a seguito dei
problemi resi noti a dicembre 2016 e della crisi
dell’8 e 9 maggio;
·
l’aver trovato sostanze che non dovrebbero
essere presenti nell’acqua, al di là delle
concentrazioni riscontrate, dimostra che il
sistema di approvvigionamento idrico ha una
permeabilità che potenzialmente rappresenta un
pericolo, considerata la contiguità con i
Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare e le gallerie autostradali;
·
va approntato un sistema di partecipazione nella
gestione di questa problematica, partendo da
quanto prevede la legge: a tal proposito
l’Osservatorio ricorda che fin dal 2007 (art. 2,
comma 461, Legge n. 244/2007) è previsto
l’obbligo per gli enti concedenti di coinvolgere
le associazioni dei consumatori in vari aspetti
della gestione dei servizi erogati, e che le
normative di settore impongono la massima
trasparenza sui dati ambientali;
·
l’affidamento dei prossimi interventi per la
messa in sicurezza all’Istituto Nazionale di
Fisica Nucleare costituisce un ulteriore
elemento di preoccupazione: l’Osservatorio
giudicherebbe un grave errore insistere su una
gestione della problematica sul modello
commissariale, senza un reale confronto e senza
il coinvolgimento delle comunità locali.
L’Osservatorio valuta molto positivamente la
volontà, annunciata dal Presidente della
Provincia di Teramo, di chiedere alla Regione di
coinvolgere l’Osservatorio stesso nel confronto
avviato sul tema della sicurezza dell’acquifero
del Gran Sasso. Se questa offerta dovesse essere
fatta propria dalla Regione, l’Osservatorio è
pronto a partecipare e a dare il proprio
contributo.
In ogni caso, secondo quello che è stato fin da
subito il nostro obiettivo, l’Osservatorio
continuerà ad organizzare incontri pubblici allo
scopo di conoscere e fornire ai cittadini una
corretta informazione. Per questo, come è stato
anticipato nel corso dell’incontro di sabato, si
chiederà ai gestori dell’autostrada,
all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e alla
Regione di partecipare ad un prossimo incontro
pubblico da organizzare nel giro di un paio di
settimane, per confrontarsi sull’attuale grado
di sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso,
sulle sue carenze e sui programmi per la sua
messa in sicurezza definitiva.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran
Sasso è costituito da: WWF, Legambiente,
Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura Laga,
Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia,
FIAB, CAI e Italia Nostra.
L’adesione è aperta a tutte le associazioni
interessate e a tutti i cittadini che vogliono
impegnarsi su questa problematica.
WWF Teramo |