TERAMO,
8.11.2017
-
Approvato all’unanimità
dall’Assemblea dei Sindaci (presenti 29 Comuni)
una delibera riguardante la “sicurezza del
sistema acquifero del Gran Sasso” in vista
dell’annunciato esperimento SOX in programma
per la prossima primavera nel Laboratorio di
fisica nucleare. Un esperimento che suscita le
preoccupazioni di cittadini, associazioni
ambientaliste e enti locali perché prevede
l’utilizzo di fonti radioattive.
Le amministrazioni locali,
Provincia e Comuni, questa mattina, hanno
deliberato di:
- richiedere al
Governo di individuare e deliberare le risorse
economiche necessarie per la messa in sicurezza
del sistema acquifero del Gran Sasso da ogni
possibile contaminazione;
- richiedere alla
Regione Abruzzo l’avvio delle attività di studio
e progettazione per la realizzazione degli
interventi strutturali idonei ad azzerare il
rischio di interferenze tra il sistema di
captazione delle acque e di tutte le condutture
con le strutture dell’Istituto Nazionale di
Fisica Nucleare e con il tratto autostradale
della A 24, rimettendo all’Assemblea dei
Sindaci l’elaborato e le proposte che si
intendono adottare;
- sottoporre
l’avvio di nuovi esperimenti presso i laboratori
dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare alle
procedure di verifica e controllo di cui al
protocollo d’intesa, nelle premesse richiamato,
sottoscritto dagli Enti intervenuti;
- richiedere,
nelle more della realizzazione dei lavori di
messa in sicurezza, la sospensione delle
attività e degli esperimenti, come il Sox, che
comportano il ricorso all’uso di sorgenti
radioattive;
- rimuovere dai
Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso le
sostanze radioattive e comunque pericolose
attualmente stoccate, non immediatamente
utilizzabili;
- promuovere, in
caso di mancato riscontro positivo entro 30
giorni in merito ai punti sub 3, sub 4 e sub 5,
d’intesa con i Comuni, le opportune azioni per
la tutela della collettività, per ottenere
giudizialmente quanto sopra richiesto.
Piena adesione dell’Assemblea
alla manifestazione promossa dall’Osservatorio
indipendente delle acque del Gran Sasso (in
programma per l'11 novembre con partenza alle
ore 15 a Viale Mazzini a Teramo) che riunisce 11
associazioni ambientaliste e i cui
rappresentanti, questa mattina, sono intervenuti
all’assemblea lanciando un appello alla
partecipazione: «Le associazioni possono fare
molto –
ha dichiarato Giorgio Giannella
presente insieme a Massimo Fraticelli e Giuliano
Di Gaetano
– ma abbiamo bisogno della politica per
sostenere una campagna per la trasparenza e per
la sicurezza».
In apertura dei lavori il
presidente
Di Sabatino,
ha illustrato la proposta di delibera, poi
implementata nel corso del confronto,
sostenendo, fra le altre cose: «Siamo
di fronte a dei nodi che attengono alla politica
nazionale, all’assetto dello Stato, al ruolo
delle popolazioni e degli enti locali. Si
delinea un nuovo centralismo che limita il
diritto dovere di partecipazione del cittadino,
da una parte le Province svuotate di poteri e
enti come l’Ersi che esistono ma non operano
- ha affermato
- Ci sono cinque Ministeri e la stessa della
Regione che hanno autorizzato la realizzazione
dell’esperimento: autorizzazioni e informazioni
che non sono mai arrivate al tavolo regionale
istituito dal vicepresidente Lolli proprio per
condividere un percorso per la messa in
sicurezza del bacino acquifero. Immagino che le
autorizzazioni siano state rilasciate dalle
strutture amministrative sulla base di
protocolli regolamentari e di leggi ma si tratta
di capire per cosa è stata richiesta
l’autorizzazione. In ogni caso la criticità del
sistema idrico, i rischi di interferenze e,
quindi di contaminazioni, oggi sono ampiamente
riconosciuti e nelle more di lavori di messa in
sicurezza è impensabile porre in essere altre
attività che riducono margini di sicurezza».
Molti gli interventi nel corso
del dibattito: «Sono preoccupato – ha
commentato Umberto De Annuntiis, sindaco di
Corropoli – la Regione si è mossa solo dopo
le indiscrezioni di stampa».
Ha insistito sulla mancanza di
trasparenza il sindaco Diego Di Bonaventura di
Notaresco proponendo la via del ricorso
giudiziale: «Dopo i fatti di contaminazione
accaduti, l’istituzione di un tavolo regionale
istituzionale, le informazioni non rassicuranti
sullo stato delle interferenze esistenti, si
continua a registrare una assoluta mancanza di
trasparenza sui procedimenti».
Secondo il sindaco di Penna
Sant’Andrea, Severino Serrani: «E’ il momento
giusto per porre delle condizioni perché c’è la
giusta attenzione e una filiera politica di
Governo omogenea».
Massimo Di Giancamillo, assessore
del Comune di Isola del Gran Sasso ha affermato:
«Che di fronte ad un simile rischio non c’è
ristoro ambientale ma che in questi anni i
territori coinvolti non hanno avuto nemmeno
questo».
Robert Verrocchio, il sindaco di
Pineto, ha invitato a partecipare compatti alla
manifestazione: «Dobbiamo dare prova di un
sentimento comune, quello che unisce cittadini e
enti locali».
Molte le domande poste nel corso
dell’assemblea che attendono una risposta: il
Laboratorio di fisica nucleare opera in zona
protetta, in piena area Parco; è stata chiesta
la valutazione di incidenza del rischio? E’
stata chiesta la valutazione di impatto
ambientale? Esistono dei piani di emergenza
esterni in caso di incidenti?
Quindi la decisione di porre un
termine, 30 giorni, entro il quale ricevere
delle risposte altrimenti ci si muoverà per via
giudiziale.
«Ho già dato mandato
agli uffici di ripercorrere la schema utilizzato
per i ricorsi contro le trivelle» ha
chiosato Di Sabatino
a margine dell’Assemblea. |