L'AQUILA,
15.9.2019 -
C'è un posto in Italia dove si formano gli
investigatori che danno ausilio alle forze di
Polizia Giudiziaria in caso di crimini contro
gli animali. È il Master universitario di II
livello in “Scienze
Forensi Veterinarie” dell'Università
Federico II di Napoli, diretto dal Prof. Orlando
Paciello: il percorso teorico-pratico, che vede
coinvolti veterinari e biologi provenienti da
tutto il territorio nazionale, si sviluppa
nell’ambito delle scienze
forensi, applicate
sia all’approccio della scena
del crimine che
alle metodiche
di laboratorio,
e forma professionisti ed esperti in
grado di essere validi supporti alla Magistratura e
agli organi di Polizia
Giudiziaria.
Il Master
affronta anche il tema dei reati contro gli
animali selvatici, e docenti e studenti hanno
scelto la Sede Scientifica del Parco Nazionale
della Majella per uno stage intensivo che si è
tenuto la scorsa settimana, per conoscere le
problematiche di gestione relative alla tutela
di lupi, orsi e camosci, ma soprattutto per
toccare con mano le occasioni e le esperienze
maturate in questo campo dallo staff del Parco.
Dal
monitoraggio radiotelemetrico sul lupo, ai casi
discussi sulle attività diagnostiche ed
investigative nei casi di mortalità illegale,
dall'esperienza condivisa sui tavoli
necroscopici alle linee guida per la gestione
delle "scene del crimine", le attività condotte
da anni dal Parco hanno consentito ai
professionisti intervenuti di entrare
profondamente nel dettaglio delle tematiche
della medicina veterinaria forense applicata
alla fauna selvatica.
Il Parco
Nazionale della Majella è senz'altro una delle
aree protette che in Italia ha maggiormente
contribuito all'applicazione di questa
disciplina, sia per l'aver messo a sistema una
serie di dati provenienti dalle attività di
monitoraggio faunistico, in favore anche
dell'investigazione forense, sia per aver ideato
e sperimentato un nuovo modello operativo, in
occasione del Life Wolfnet, con i Gruppi
Operativi Specialistici, che per primi, insieme
al Centro di Referenza Nazionale per la Medicina
Forense Veterinaria dell'IZSLT di Grosseto,
hanno avviato, ormai quasi 10 anni or sono, le
attività di investigazione contro i crimini
della fauna selvatica, un po' come avviene per i
RIS con i casi di omicidio.
Il
Direttore del Parco Luciano Di Martino,
ringraziando per la collaborazione il Reparto
Carabinieri Parco della Majella e il Reparto
Carabinieri Biodiversità di Pescara, con
soddisfazione precisa: «Le occasioni che ci
sono date dalla fauna della Majella e
dall'ambizione di un corretto, anzi ideale,
rapporto tra gli animali selvatici e le attività
dell'uomo vanno condivise e messe a disposizione
di tutti i professionisti e gli appassionati che
vogliono contribuire alla conoscenza dei nostri
territori e alla mission dei parchi nazionali: è
per questo che stiamo avviando una serie di
collaborazioni nazionali ed internazionali che
vedranno sempre più la Sede Scientifica del
Parco centro di formazione e scambio continui
sugli aspetti zoologici e veterinari».
Il
Responsabile dell'Ufficio Veterinario del Parco,
organizzatore dello stage, Simone Angelucci
commenta: «Siamo soddisfatti per aver
ospitato oltre 30 professionisti che presto
collaboreranno con la Magistratura nelle
attività investigative e di contrasto al
bracconaggio, e siamo ancora più felici di aver
dato occasione di confronto culturale con il
mondo accademico e giudiziario, mettendo a
disposizione il nostro know how e la ricchezza
naturalistica dei nostri luoghi».
Sono
intervenuti, quali docenti del Master, oltre al
Prof. Orlando Paciello, Professore di patologia
generale e anatomia patologica veterinaria
presso l'Università Federico II, anche il Dott.
Rosario Fico, Direttore del Centro di Referenza
Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria
dell'IZSLT di Grosseto, e la Dott.ssa Diana
Russo, Sostituto Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di Velletri. |