PESCARA,
23.12.2019 -
Questa mattina a Pescara si è svolta la
tradizionale conferenza stampa di fine anno del
WWF. È stata l’occasione per tracciare il
bilancio per l’ambiente e per la natura
abruzzesi dell’anno che si sta chiudendo.
Come sempre è stato un anno di grande impegno
per le quattro organizzazioni locali, le sei
Oasi, i Centri di Educazione Ambientale e i
nuclei di vigilanza del WWF presenti nella
nostra regione. Diversi obiettivi importanti
sono stati centrati, ma permangono questioni di
fondo irrisolte, mentre continua a mancare un
impegno reale e concreto nella lotta ai
cambiamenti climatici e verso uno sviluppo
veramente sostenibile.
Il bilancio non può non iniziare da uno dei
simboli della nostra regione: l’Orso bruno
marsicano. Il 2019 è stato l’anno del lancio,
con un convegno nazionale a Roma, della campagna
WWF “Orso 2x50” che punta al raddoppio
dell’esigua popolazione di orso marsicano entro
il 2050. Il WWF ha organizzato nuovi campi di
volontariato durante l’estate con il patrocinio
del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e
con base operativa nell’Oasi WWF delle Gole del
Sagittario: sette le amministrazioni comunali
che hanno ospitato le attività, migliaia le
persone incontrate, diverse le associazioni
coinvolte. Ai campi hanno partecipato ragazzi
volontari provenienti da tutta Italia che hanno
deciso di impiegare alcuni giorni delle proprie
vacanze estive per svolgere azioni in favore
dell’Orso, come, ad esempio, osservazioni e
raccolta dei segni di presenza, potatura meli e
arbusti, posizionamento di recinzioni
elettriche, animazione e giochi per bambini,
incontri pubblici. Siamo stati presenti
soprattutto in zone marginali e al confine del
Parco dove però si registra un’espansione
dell’Orso e dove si deve lavorare di più per
sperimentare azioni volte alla corretta e
pacifica convivenza. Grazie ai fondi della
campagna “Orso 2x50” e della Regione Abruzzo il
personale dell’Oasi WWF Gole del Sagittario e i
nostri volontari hanno messo in opera
nuovi recinti elettrificati che costituiscono
una delle azioni di prevenzione maggiormente
consolidate: non solo per la “messa in
sicurezza” di allevamenti, pollai, apiari,
frutteti, ma anche quale occasione di incontro e
formazione per i proprietari stessi e per tutta
la comunità. E sempre durante la bella stagione
sono state anche messe in sicurezza tre vasche
potenzialmente pericolose per rischio
annegamento del plantigrado, nei comuni di
Anversa degli Abruzzi e Ortona dei Marsi.
Proprio negli ultimi giorni dell’anno, però, la
morte di un’orsa sulla strada, col dramma
vissuto dal suo cucciolo ora solo ad affrontare
l’inverno, ha dimostrato che non si fa ancora
abbastanza. A fronte di una situazione
eccezionalmente grave occorrono provvedimenti
eccezionali che coinvolgano tutti i gestori del
territorio, ciascuno per il proprio livello. Il
WWF e i Parchi faranno, come sempre, la loro
parte insieme ad altre associazioni e ai
volontari ma occorre un impegno vero e costante
a livello istituzionale.
Gli interventi ipotizzati per il prossimo futuro
sulle principali montagne abruzzesi vanno invece
in tutt’altra direzione: nuovi impianti di
risalata e piste da sci, ad esempio, nei Campi
della Magnola (Comune di Ovindoli, Zona di
Protezione Speciale “Sirente Velino”), per i
quali la Regione ha recentemente dato parere
positivo per la valutazione di impatto
ambientale, nonostante dalla lettura dei
documenti appaiano evidenti le criticità
ambientali sollevate da più parti, compreso il
Parco regionale. È inoltre in cantiere un
progetto che avrebbe quale obiettivo quello di
collegare le piste situate a Passo Lanciano con
quelle di località Mammarosa fino ai 1995 metri
della cima della Majelletta. Il tutto in aree di
enorme pregio ambientale tutelate sia da un
Parco nazionale che dalla Rete Natura2000
dell’Unione Europea. Come se non bastasse si
ipotizza anche di riprendere lo sviluppo dei
bacini sciistici sul Gran Sasso in pieno Parco!
«Come sempre – ha commentato il vice
presidente del WWF Italia Dante Caserta - si
tratta di progetti a totale costo pubblico che
vanno a distruggere ambienti preziosi per
realizzare impianti perennemente in perdita.
Solo per gli interventi nel Parco della Majella
si parla di molti milioni. Ma come è possibile
continuare a sperperare soldi della collettività
in impianti di risalita in un territorio che,
inevitabilmente, nei prossimi anni sarà sempre
meno innevato in conseguenza dei cambiamenti
climatici già in atto? Anche chi propone questi
impianti è del resto evidentemente consapevole
di questa criticità, tant’è vero che prevede la
realizzazione di impianti di innevamento
artificiale. Sottrarre beni comuni come il suolo
o l’acqua per opere che non hanno alcun
interesse pubblico né reali benefici per la
comunità, in nome di una visione antica e
superata dello sviluppo della montagna, non può
essere in alcun modo condivisibile. La gestione
delle aree montane richiede interventi e linee
di programmazione e di investimento legate
all’unico bene certo di questi territori: l’attrattività
ambientale che peraltro può portare turismo
tutto l’anno».
Dalla montagna alla costa per parlare di un
altro simbolo della natura abruzzese:
il Fratino, piccolo trampoliere che sopravvive
sul litorale della nostra regione minacciato
dalle attività dell’uomo sempre più invasive.
Nel 2019 è proseguito il progetto Salvafratino
Abruzzo promosso dall’Area Marina Protetta Torre
del Cerrano e dal WWF Abruzzo. Tantissime le
attività di promozione e conservazione a favore
della specie che ha segnato nel 2019 un
miglioramento rispetto all’anno precedente: 43
nidi individuati lungo gli oltre 100 km di costa
con un successo di schiusa del 51%. Numeri
tuttavia ancora troppo bassi che impongono anche
nei prossimi anni un lavoro sempre più intenso.
Ma la ricchezza faunistica dell’Abruzzo non è
rappresentata solo da Orso e Fratino. E per
proteggere tutto questo patrimonio naturalistico
che da sempre il WWF si batte contro una delle
principali cause di impoverimento della fauna:
la caccia. Quest’anno la Regione Abruzzo ha
“pasticciato” non poco con il calendario
venatorio, proponendone versioni diverse, spesso
contrastanti. Il WWF ha chiesto alla Giunta
Marsilio-Imprudente di ritirare le assurde
disposizioni previste come la preapertura al 1°
settembre (anche alla tortora, una specie
gravemente minacciata), l’anticipo e
l’estensione del periodo di caccia per quasi
tutte le specie, la cancellazione di molti
limiti relativi ai carnieri e la scarsa
incidenza delle misure per la conservazione
dell’Orso bruno marsicano. La Regione non ha
tenuto in alcuna considerazione le nostre
osservazioni e siamo stati costretti a ricorrere
al TAR che ancora una volta ha bocciato il
provvedimento regionale. Tra l’altro nel
calendario sono state riproposte scelte già
censurate negli anni scorsi dal TAR: dieci anni
di sconfitte giudiziarie evidentemente non hanno
convinto la nuova Giunta Regionale ad avviare un
cambio di rotta a favore della tutela della
fauna del nostro territorio. Si continua
ostinatamente a servire gli interessi della
parte più retriva del mondo venatorio piuttosto
che quelli della fauna e dell’ambiente. Lo
dimostra anche l’ultimo recentissimo “regalo”
che la giunta Marsilio-Imprudente ha fatto ai
cacciatori, complice il parere favorevole dell'ISPRA,
dando la possibilità di sparare anche a gennaio
alla beccaccia nonostante la sentenza del TAR
Abruzzo che aveva disposto la chiusura al 31
dicembre.
Sul fronte delle aree naturali protette le
novità sono state sicuramente le tanto
attese nomine del presidente e del direttore del
Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e del
presidente del Parco della Majella (quest’ultimo
però ha ancora un direttore facente funzioni).
La speranza è che ora si possa lavorare al
meglio e che i parchi nazionali possano
costituire l’ossatura principale di un vero e
proprio sistema di aree naturali protette nella
nostra regione.
Purtroppo permane invece la situazione di commissariamento
del Parco Regionale Sirente-Velino che va avanti
dal giugno del 2015! Una inspiegabile vergogna
seconda solo al mancato avvio del Parco
nazionale della Costa Teatina istituito nel
2001, perimetrato nel 2015, ma tuttora non
attivato.
Solite difficoltà per i finanziamenti delle
riserve regionali nonostante uno studio
dell’Università del Molise che ha coinvolto
quattro aree protette abruzzesi (tra cui due
Oasi WWF) abbia dimostrato l’importanza di
puntare su queste zone tutelate che
restituiscono alla collettività in termini di
servizi eco sistemici molto di più di quanto
investito.
Nelle aree interne è proseguita la battaglia
sul metanodotto SNAM e sulla centrale di
Sulmona. Purtroppo il ricorso al TAR delle
Amministrazioni comunali e delle Associazioni
ambientaliste è stato rigettato, mentre
l’istruttoria per il rilascio dell’AIA è
attualmente in svolgimento. Nella fase
istruttoria, tuttora in corso, vi sono state
molteplici evidenze della necessità di riaprire
la procedura di VIA, in quanto quella già
effettuata è ormai vecchia, superata dalle
ulteriori conoscenze acquisite, nonché
realizzata in modo frammentario perché riferita
alle singole tratte e non a tutta l’opera.
Nel 2019 il WWF ha inoltre consolidato la
propria rete di guardie volontarie. Dopo il
corso regionale di formazione svolto nel 2018 le
nuove guardie stanno diventando operative man
mano che vengono rilasciate le varie
autorizzazioni da parte degli Enti coinvolti. Un
lavoro che proseguirà anche nel 2020 con
l’obiettivo di avere nuclei di vigilanza WWF in
tutte le quattro province abruzzesi.
Nell’anno che si sta chiudendo sono proseguite
anche le grandi battaglie ambientali che hanno
caratterizzato gli ultimi anni in Abruzzo.
Prima fra tutte quella per la tutela
dell’acquifero del Gran Sasso che rifornisce
d’acqua oltre 700.000 abruzzesi e che è
minacciato dalle sostanze utilizzate nei
Laboratori sotterranei dell’INFN e dalle
gallerie autostradali. Anche il 2019 è passato
senza che si facesse nulla di concreto per la
messa in sicurezza del sistema. A fine anno è
arrivata, in ritardo di mesi, la nomina del
nuovo commissario straordinario. Nel frattempo,
anche qui con ritardi e false partenze, si sta
avviando il processo davanti al Tribunale di
Teramo per l’incidente del maggio 2017 che vede
tra gli imputati i vertici della Strada dei
Parchi SpA, della Ruzzo Reti SpA e dei
Laboratori dell’INFN. L’impegno del WWF, che
opera anche attraverso l’Osservatorio
Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, è quello
di arrivare nel 2020 allo spostamento delle
sostanze pericolose dai Laboratori e all’avvio
della messa in sicurezza definitiva del sistema
Gran Sasso.
Ferma anche la bonifica del sito di Bussi sul
Tirino, una situazione evidenziata ormai ben 12
anni fa e per la quale non si sono fatti
concreti passi in avanti neppure nel 2019.
Resta assurda, a fronte delle alluvioni che si
ripetono in ogni angolo d’Italia, la situazione
dell’area del centro commerciale Megalò a due
passi dal fiume Pescara a Chieti. Si continua
infatti a insistere con progetti per le nuove
costruzioni nonostante le evidenti
problematiche. Il WWF continua a contrastare
ogni nuova proposta in tutte le sedi, a iniziare
delle aule dei tribunali.
Uguale impegno contro la realizzazione
della terza discarica in contrada Santa Lucia ad
Atri mentre ancora si attende la messa in
sicurezza dei due lotti già realizzati.
Non sono stati risolti i problemi
di inquinamento ed erosione dei corsi
d’acqua così come quella dell’operatività di
tanti depuratori. Promesse e primi investimenti
sembrano andare nella direzione giusta, ma i
dati dell’ARTA continuano ad presentarci un
quadro allarmante e molto lontano dall’obiettivo
del buono stato di tutti i corsi d’acqua che
avrebbe dovuto essere ottenuto già da anni.
Nelle ultime settimane dell’anno le mareggiate
hanno inoltre messo a nudo la fragilità della
costa. I fenomeni erosivi vengono aggravati
dalla cattiva gestione dei fiumi che non
trasportano più materiale solido nelle quantità
necessarie a ricreare la spiaggia e dalla
costante occupazione del litorale con nuove
costruzioni. Il WWF continua a denunciare come
la realizzazione di pennelli o di barriere
frangiflutti lungo alcuni tratti di mare, ma
anche i rinascimenti una tantum senza
criterio sono solo interventi molto costosi che
non risolvono il problema, ma anzi finiscono per
aggravarlo.
Tante altre sono state le vertenze che hanno
visto impegnato il WWF abruzzese nel 2019 e
ancora di più le attività di promozione,
formazione ed educazione ambientale.
Sommando tutte le iniziative, possiamo dire con
orgoglio che sono stati organizzati almeno due o
tre eventi a settimana: convegni, incontri
pubblici, giornate di pulizia delle spiagge,
laboratori didattici, corsi di formazione,
escursioni, viste guidate, attività di campo.
Il tutto svolto grazie al lavoro dei volontari,
che nel corso della conferenza stampa di fine
anno sono stati ancora una volta ringraziati:
«Senza i presidenti delle sezioni locali e gli
altri quadri del WWF Abruzzo, ma soprattutto
senza gli attivisti – ha sottolineato
Caserta – non potremmo fare tutto quello che
da anni realizziamo in questa regione. Per
questo possiamo ben dire, con
orgoglio, volontari del WWF: una forza della
natura». |