TERAMO,
8.6.2020 -
«“S’ils
n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la
brioche!”. “Se non hanno più pane, che mangino
brioche” è la leggendaria espressione
attribuita, probabilmente erroneamente, a Maria
Antonietta, regina di Francia. La frase,
riferita al popolo che era ridotto alla fame a
causa di tasse e soprusi da parte della classe
aristocratica, ben dimostra la distanza che
spesso ha chi amministra con le reali necessità
del popolo. Una risposta che pare paradossale ma
che si ripete, in maniera sostanzialmente
identica, per altre situazioni della nostra vita
quotidiana. Pensiamo, ad esempio, ai tanti
problemi che interessano gli edifici scolastici
italiani».
E' quanto
sottolinea il presidente dell'Ordine degli
Architetti della provincia di Teramo, Raffaele
Di Marcello, che sulla situazione delle scuole,
continua: «Sull'edilizia scolastica si è
detto di tutto e di più - evidenzia il
Presidente dell'Ordine -. Sono stati
stanziati fondi per scuole belle, scuole sicure,
scuole innovative; sono state emanate linee
guida ministeriali; sono stati fatti convegni.
Ma, ad oggi, la situazione rimane drammatica.
Anzi, le esigenze derivanti dall'epidemia da
Covid-19 hanno evidenziato l'inadeguatezza del
nostro patrimonio scolastico».
«Già il
sisma ha messo in ginocchio il sistema edilizio
dell'istruzione, anche in provincia di Teramo.
Non solo quello del 2016, ma anche quello 2009
hann0 visto, tra le grandi assenti della
ricostruzione, proprio le scuole. Da anni si
lanciano allarmi su scuole poco sicure dal punto
di vista sismico, senza certificazioni, con
spazi didattici inadeguati, inseriti in contesti
inidonei. Allarmi inascoltati - sottolinea
Di Marcello - e, a meno di tre mesi dalla
riapertura dell'anno scolastico, ci ritroviamo
al punto di partenza».
«E oggi
- continua l'Arch. Di Marcello - a chi chiede
pane, si propongono le brioches, e forse neanche
quelle: lezioni in cinema, centri commerciali,
sale convegni; ignorando completamente il
contesto scolastico, la necessità di personale
docente e non docente, il sistema dei trasporti,
la necessità di interrelazione tra studenti e
insegnanti, pensando alla scuola come ad un
semplice contenitore, più o meno indifferente
alla funzione, dove poter parcheggiare i nostri
figli».
«Nel
Decreto Scuola vengono dati a Sindaci e
Presidenti di Provincia poteri commissariali per
i piccoli lavori da fare per adeguare gli
edifici scolastici e permettere la ripresa
delll'anno scolastico - conclude Di Marcello
- ma servono fondi, servono progetti, serve
un piano straordinario immediato per l'edilizia
scolastica, e servono subito, non tra un anno o
due. In questi giorni si riparla di ponte sullo
stretto, di infrastrutture autostradali, di
spostamenti di linee ferroviarie. Opere
strategiche, ma cosa c'è di più strategico delle
scuole? La tecnologia, oggi, permette di
realizzare un edificio scolastico in tre/quattro
mesi. Se ci fosse la volontà, a fine anno,
avremmo nuove scuole: sicure, spaziose,
energeticamente sostenibili, belle. Avremmo il
pane di cui siamo affamati. Le brioches non
saziano, e fanno pure ingrassare». |