GIULIANOVA,
4.1.2020 -
La
tutela dell’ambiente marino e dell’entroterra
costiero ancora al centro dell’attività di
polizia condotta dalla Guardia Costiera
nell’ambito del territorio provinciale teramano:
il nucleo operativo di polizia ambientale di
Giulianova, composto anche da militari degli
Uffici marittimi di Roseto degli Abruzzi,
Tortoreto e Martinsicuro, e coordinato dal
Centro di Controllo Ambientale della Direzione
Marittima di Pescara, unitamente a personale del
Distretto ARTA Abruzzo di Teramo e con il
supporto di operatori della Ruzzo Reti, a
conclusione di un’articolata attività ispettiva
condotta nel mese di dicembre, ha segnalato
all’Autorità Giudiziaria i titolari di quattro
società, contestando loro la violazione della
normativa ambientale in materia di scarichi
industriali e stoccaggio di rifiuti.
In un primo
caso, in corrispondenza di un impianto di
distribuzione carburanti, gli ispettori –
attraverso mirate prove di flusso eseguite con
strumentazione avanzata della Ruzzo reti – hanno
accertato il mancato possesso
dell’autorizzazione allo scarico delle acque di
prima pioggia del piazzale (interessato dalla
presenza di residui oleosi e di idrocarburi)
che, dopo un primo trattamento superficiale,
risultavano confluire direttamente nella linea
comunale delle acque bianche e non in quella
fognaria, finendo così in mare attraverso il
limitrofo fiume, senza affrontare il necessario
preventivo ciclo depurativo.
Invece,
all’atto della verifica di un autolavaggio, è
emerso che lo stesso, invece che stoccare le
acque reflue industriali derivanti dal ciclo di
lavaggio dei veicoli e smaltirle come rifiuti,
le scaricava direttamente nella linea comunale
delle acque bianche – che finisce in mare
confluendo prima nel limitrofo fiume – senza
essere in possesso della prevista autorizzazione
allo scarico, né tantomeno dell’autorizzazione
unica ambientale, che può arrivare a imporre
l’obbligo di dotarsi di un sistema di
pre-depurazione per evitare il sovraccarico
dell’impianto di depurazione comunale. È
scattata così l’interruzione del ciclo
produttivo di lavaggio, e la contestuale
imposizione di stringenti prescrizioni
asseverate da ARTA, cui ottemperare per poter
riprendere l’attività.
Durante una
terza ispezione, gli ispettori della Guardia
Costiera hanno accertato che la ditta, nel corso
dell’intenso ciclo produttivo, lavava componenti
meccaniche - contenenti residui grassi e oleosi
- producendo reflui industriali che, fatti
convogliare in un pozzetto di raccolta, finivano
poi indebitamente in rete fognaria, senza la
prevista autorizzazione (necessaria alla
predisposizione del depuratore al trattamento
specifico, per evitare immissioni potenzialmente
inquinanti nei fiumi confluenti in mare). È
stata così intimata alla ditta l’immediata
sospensione dello scarico industriale, con
chiusura dello stesso, la raccolta dei reflui e
il loro trattamento come rifiuto. Inoltre,
sempre a carico della stessa ditta è stata
accertata la mancanza dell’autorizzazione allo
scarico delle acque di prima pioggia del grosso
piazzale interno – di superficie superiore a
1.000 mq – utilizzato per la movimentazione del
prodotto industriale lavorato.
Nel quarto
sito industriale ispezionato, infine, i militari
della Guardia Costiera hanno contestato al
titolare della società, il deposito
incontrollato di rifiuti di vario genere – tra
cui materiale ferroso e plastico, stoccati senza
alcuna classificazione ed esposti alle
intemperie, con conseguente potenziale rischio
per l’ambiente – sul vasto piazzale esterno di
circa 1.500 mq, ricadente nel comprensorio
produttivo.
«L’attività
in questione – ha affermato Claudio Bernetti,
Comandante della Guardia Costiera di Giulianova
– è testimonianza dell’attenzione rivolta, senza
soluzione di continuità, all’ambiente marino e
costiero. Un’attività che la Guardia Costiera
sente propria e porta avanti quale articolazione
territoriale del Ministero dell’Ambiente». |