PESCARA,
20.3.2020 -
Questa
Organizzazione, pur nella consapevolezza
dell’attuale emergenza che mette a dura prova,
anche nella nostra Regione, il Servizio
sanitario pubblico e della necessità di
individuare strutture dedicate alla cura dei
pazienti d COVID-19, deplora l’infelice scelta
di individuare quale Ospedale dedicato il
Presidio di Ortona.
Abbiamo
letto di autorevoli prese di posizioni nel
merito e non possiamo che concordare con chi
grida allo scippo di una struttura di eccellenza
per le cure oncologiche e che a oggi è centro di
riferimento per le donne dell’intera regione.
La cura non
può essere peggiore della malattia!
L’individuazione di strutture emergenziali non
può significare lo smantellamento di quanto di
buono, per la salute delle donne, è stato fatto
negli anni.
E’ stata
inaccettabile la scelta, di circa un anno fa, di
depotenziare drasticamente l’attività di
chirurgia ginecologica ed oggi ci si spinge
oltre condannando alla chiusura nel Presidio di
Ortona la chirurgia senologica unico Breast
Centre certificato EUSOMA in Abruzzo.
E’ evidente
infatti che non possono condividere gli stessi
ambiti pazienti altamente contagiosi e donne
immunologicamente depresse per cure in corso di
chemio e radioterapia.
Le donne
abruzzesi non meritano una scelta poco accorta
come questa.
Riteniamo
che ciò che serve è una struttura atta a
superare l’attuale stato emergenziale e le
previsioni del
Decreto
Legge del 17 marzo 2020 all’art.4 consentono di
acquisire strutture pubbliche e/o private per
tale
scopo.
Quindi perché non utilizzare per l’emergenza
strutture sanitarie private presenti nel
territorio che dispongono di terapia intensiva e
sale operatorie in alcuni casi ormai
inutilizzati? Con interventi minimi e
preservando l’operatività dei presidi
ospedalieri pubblici sarebbe possibile
approntare una struttura dedicata ai paziento
COVID 19 e contemporaneamente continuare a
rispondere agli odierni e futuri dei bisogni di
salute dei cittadini e nel caso che qui
interessa delle donne. In tal modo non ci
ritroveremo, al termine dell’attuale emergenza,
a far i conti anche con ulteriori scippi ed alla
perdita di presidi di eccellenza del servizio
sanitario pubblico abruzzese.
Abbiamo
chiesto quindi che, invece di assistere a
stucchevoli polemiche legate esclusivamente alla
collocazione geografica di tali presidi
emergenziali con prese di posizione poco
edificanti per tutti, ci sia l’intervento
autorevole del Prefetto e della Regione Abruzzo
che in questo caso sono chiamati a assumere
decisioni nel rispetto dei bisogni dell’intera
cittadinanza e delle donne. |