PESCARA,
19.2.2020 -
Il Regolamento del Parco rappresenta uno
strumento fondamentale. Insieme al Piano del
Parco definisce gli ambiti entro i quali si
articola l’azione dell’Ente e di tutti gli altri
soggetti che operano all’interno dell’area
protetta. Si tratta di un delicato strumento di
gestione chiamato a disciplinare le diverse
attività che possono svolgersi in un territorio
che ha, non lo dimentichi, il massimo livello di
protezione riconosciuto dalla legge italiana:
regola l’intera “vita” del Parco e
contestualmente garantisce il perseguimento
delle sue finalità.
Abbiamo atteso 18 anni perché il Parco
approvasse Piano e Regolamento.
È evidente che il ritardo con cui si è arrivati,
anche se non tutto imputabile direttamente
all’Ente Parco, ma spesso causato dalle diverse
amministrazioni regionali che si sono succedute
negli anni e dalle singole amministrazioni
locali, ha richiesto all’Ente un’accelerazione
notevole, ma la velocità di approvazione non può
in alcun modo andare a discapito dei contenuti e
della reale partecipazione.
Non ci uniamo certo al coro di coloro che, nel
criticare il Regolamento, vedono strumentalmente
un’occasione per osteggiare e indebolire
l’esistenza stessa del Parco o portare un
attacco a una parte politica. Tutti devono
essere consapevoli che un Regolamento impone
comportamenti e divieti al fine “di garantire e
di promuovere, in forma coordinata, la
conservazione e la valorizzazione del patrimonio
naturale del Paese” (art. 1, comma 1 della legge
quadro sulle aree naturali protette n.
394/1991).
Pur avendo proposto modifiche a numerosi
articoli che attengono non solo la
conservazione, ma anche la fruizione del
territorio, individuiamo la criticità principale
nel metodo, certamente inadeguato, utilizzato
dall’Ente per arrivare alla sua stesura.
L’importanza dello strumento in esame avrebbe
dovuto spingere a un’azione più coinvolgente e
partecipativa. Con rammarico registriamo,
invece, un’assoluta assenza di promozione della
fase di consultazione. Nel sito del Parco non è
stato evidenziato alcun invito alla
partecipazione, né vi sono spiegazioni sulle
modalità di osservazione. L’Ente avrebbe dovuto
presentare pubblicamente i contenuti e gli
obiettivi del regolamento, organizzando momenti
di incontro con tutti i portatori di interesse
al fine di spiegare il perché di alcune scelte:
ciò avrebbe permesso di chiarire alcuni passaggi
che appaiono confusi e suscettibili di diverse
interpretazioni.
Allo stesso modo, però, non ci convincono le
riunioni organizzate successivamente da enti
locali e territoriali volutamente limitate ai
soli portatori di interessi particolari, come se
a decidere di un territorio tutelato a livello
nazionale ed europeo potesse essere solo chi
vuole svolgervi un’attività economica.
A questo punto l’invito che rivolgiamo all’Ente
Parco è quello di aprire un periodo di
confronto, gestendolo in prima persona, come è
giusto che sia. Siamo certi che questo
consentirà di giungere, in breve tempo, ad un
regolamento condiviso capace di assicurare
tutela ambientale e sviluppo sostenibile.
Come sempre il WWF Abruzzo è pronto a
collaborare. |