Arrestato membro latitante
dell’associazione mafiosa nigeriana “Eiye”
TERAMO,
9.2.2022 -
Era sfuggito, in quanto irreperibile, sia all’esecuzione
dei 15 fermi del P.M. eseguiti nel luglio del 2020 sia
all’esecuzione, nel mese di agosto dello stesso anno,
dell’ordinanza applicativa della misura cautelare del
carcere, entrambi effettuati dalla Squadra mobile di
Teramo, l’uomo, il quarantenne IGBINOVIA Frank, di
nazionalità nigeriana, tratto in arresto lo
scorso 18 febbraio dalla Polizia di Frontiera Aerea di
Bologna mentre era in partenza da quello scalo con
destinazione finale Cotonou (Benin).
Il predetto è indagato per il reato di cui all’art.
416 bis c.p. (associazione di tipo mafioso)
nell’ambito delle indagini effettuate dalla Squadra
Mobile di Teramo diretta dal V.Q.A. Roberta Cicchetti e
coordinate dalla D.D.A dell’Aquila nella persona dei
P.M. MANCINI David e CICCARELLI Simonetta in quanto
appartenente alla cellula locale,(denominata “PESHA”)dell’associazione di tipo mafioso“Supreme Eiye Confraternity (SEC)” o “EIYE”,
sodalizio radicato in Nigeria, ma diffuso in molti Stati
europei ed extraeuropei,
equiparato per struttura e forza intimidatoria alle
mafie tradizionali
Le indagini, iniziate nel luglio del
2018, avevano permesso di accertare, che tale cellula
locale degli Eiye, con competenza geografica e
territoriale dalla zona costiera della provincia di
Teramo fino ad Ancona, si caratterizzava,
come l’associazione mafiosa di cui
costituisce una costola, per la presenza di un rito di
affiliazione caratterizzato da specifici rituali e di
una rigida gerarchia interna, per la segretezza
del vincolo associativo, per l’adozione di linguaggio e
simbologia rigorosi, per il rispetto di regole rigorose
e per la violenza delle azioni.
I membri del PESHA Nest, di cui nel
corso delle indagini sono state documentate numerose
riunioni sia in provincia di Teramo che in quella di
Ascoli Piceno, erano dediti alla commissione di: reati
di riciclaggio ed illecita intermediazione
finanziaria verso la Nigeria; tratta di giovane donne
sessualmente sfruttate lungo la strada Bonifica del
Tronto e sottoposte a violenze e vessazioni; cessione di
stupefacenti; reati violenti nei confronti di aderenti
ad altri cults mafiosi nigeriani.
Inoltre si era accertato come il potere intimidatorio
del gruppo si sostanziava: nella commissione di violente
punizioni corporali nei confronti di affiliati non
rispettosi delle rigorose regole interne del cult e
delle direttive dei vertici, nel ricorso all’esercizio
di violenza fisica sia per la risoluzione dei conflitti
interni ritenuti di ostacolo alle finalità
delinquenziali e di predominio dell’associazione sia per
costringere terzi ad affiliarsi anche contro la loro
volontà e sia per opporsi e scontrarsi con cult
rivali (come quello dei “ Black Axe”) al fine di
assumere e mantenere il predominio nell’ambito della
vasta comunità nigeriana.
L’operazione PESHA ha
costituito lo sviluppo di quella del luglio 2019 (Operazione
“Subjection” in materia di tratta di giovani
nigeriane svolgenti attività di meretricio sulla
“Bonifica del Tronto”) e di quella di dicembre 2019 (Operazione
the “Travelers” in materia di riciclaggio di ingenti
profitti illeciti in Nigeria) entrambe della Squadra
Mobile di Teramo con il coordinamento della D.D.A. di
L’Aquila.
Portavoce Addetto stampa
Questura di Teramo
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