Pescara,
7.11.2011 - Dalla Signora Angela Di
Bartolomeo di Pescara riceviamo e volentieri
pubblichiamo alcune note sulla recente morte in
moto del centauro Marco Simoncelli, 23 anni, e
dell'attore Damiano Russo, 28 anni
(nella foto). |
Egregio direttore,
Sono una semplice
cittadina italiana di
Pescara. Mi consenta di
esporre un “fatto di
cronaca” che a qualcuno
suonerà come un attacco
alla Rai o a Mediaset,
mentre queste
scheletriche note
vogliono illustrare la
incresciosa situazione -
che certamente Lei
conosce - che si ripete
giornalmente a ruota
libera nella nostra
Patria. Nei giorni
scorsi (verso la fine di
ottobre) si sono
verificati due orrendi
incidenti di moto, in
cui sono morti due
giovani speranze del
domani, entrambi noti al
pubblico. Parlo del
centauro MARCO
SIMONCELLI (24 anni),
campione delle due
ruote, e DAMIANO RUSSO
(28 anni), un attore che
stava sfondando la rete
della celebrità. Come è
noto l’incidente di
Simoncelli è apparso con
ampio risalto sui
giornali e RAI TV, con
interviste e profili,
mentre il giovane
attore è riuscito ad
ottenere uno scheletrico
comunicato nonostante
egli, pur non avendo
ricoperto un grande
ruolo, sia molto
presente nel cinema e
sul piccolo schermo con
film e serial di
interesse, è passato in
sott’ordine dalla
stampa. È pur vero che
ciascuno è padrone della
sua opinione e delle sue
azioni, ma è la stampa
che travisa e dimentica
volentieri chi e che
cosa, sorvolando anche
il fatto che Simoncelli
ha preferito essere
cremato mentre Damiano
ha deciso di donare i
suoi organi a otto
persone bisognose, il
tutto in maniera quasi
segreta. È pur vero che
il giovane pugliese non
era un asso della F.1 o
un campione mondiale di
moto o un calciatore di
serie A., ma posso
assicurarle che Damiano
Russo era un giovane
normale, semplice,
scevro da insinuazioni,
commenti e pettegolezzi.
Lei ben sa, parlo di
quei brutti soggetti
tanto cari agli artisti
affermati. Damiano era
nato a Bari il 26
luglio 1983, debuttò nel
cinema alla precoce età
di 13 anni, con un film
di Michele Lanubile (“Io
non ho la testa”) e
quindi recitò ne “Tutto
l’amore che c’è” diretto
da Sergio Rubini,
ricevendo il premio
“Capitello d’oro” al
Sannio Film Festival e
la nomination al Globo
d’oro come migliore
attore esordiente, e ha
poi recitato in molti
altri lavori. Damiano
era un volto noto al
pubblico televisivo
soprattutto ai giovani
che amano e si
identificano nei suoi
personaggi che vivono
una vita come la loro. A
titolo di cronaca cito
“I liceali”, “Ris”,
Distretto di polizia”,
“Un posto al sole”,
”Medicina generale” e
”Compagni di scuola”.
Ora non c’e’ più.
L’infida morte lo ha
rapito la sera del 23
ottobre a causa di un
incidente stradale in
moto, a pochi passi
dalla sua abitazione,
investito da un
inesperto automobilista
che usciva da un passo
carrabile. Giorni fa, è
stato organizzato un
pomeriggio con la
proiezione dei suoi film
e serial televisivi,
presenti amici, colleghi
e personaggi noti nel
mondo della Press. È
morto un mito per I
giovani, ed anche un
esempio di semplicità,
serietà e
professionalità.
Impossibile riportare i
messaggi di Facebook
carichi di commovente
affetto e rispetto. Da
parte della televisione
e dei “fogli che
contano” SILENZIO
assoluto. Anche con la
morte si fa politica, a
Casa nostra. Una
vergogna!
Cordialmente
Angela Di Bartolomeo |