GIULIANOVA,
19.12.2012 -
Evviva!!! Dopo sette anni la Biblioteca civica
“V. Bindi” è stata restituita alla collettività
giuliese, che a lungo si è sentita espropriata
di un bene dall’inestimabile valore culturale e
storico, nonché identitario. Un’apertura tanto
attesa, quanto criticata sotto diversi punti di
vista. In molti abbiamo letto le immediate
critiche sui lavori di restauro che hanno mutato
radicalmente la natura degli interni di quella
che fu la casa ottocentesca dell’illustre
giuliese Vincenzo Bindi, oggi modernizzata fino
a sembrare un qualsiasi appartamento di nuova
realizzazione, con vani adibiti a sale di
lettura, di consultazione e di uffici. L’odore
forte dei libri, la luminosità sommessa, il
colore scuro delle mattonelle, le porte strette,
cigolanti e in alcuni casi da chiudersi con
lacci di corda, le tende friabili al tatto,
conferivano alla casa-biblioteca un carattere
vetusto, sì, ma anche familiare e intimo. Quando
si entrava ad accoglierti c’erano persone
eccezionali, come Leo, Pasqualino, Paolo,
Nunzio, che hanno dato al servizio bibliotecario
quella autenticità che non si avrà più. Ma tutto
questo è stato. Nel guardare alla biblioteca
Bindi riaperta al pubblico lo scorso 15 dicembre
bisogna pretendere, come cittadini e utenti, che
siano garantiti i servizi essenziali a
soddisfare le esigenze di tutela e fruibilità
del patrimonio librario, da una parte, e gli
spazi di condivisione del sapere, dall’altra.
Urge, pertanto, la migrazione dei dati
bibliografici dal catalogo cartaceo a quello
elettronico, seguendo gli Standard
Internazionali di Descrizione Bibliografica (ISBD)
e favorendo l’inserimento della biblioteca sia
nel Polo bibliotecario teramano sia nel Servizio
Bibliotecario Nazionale (SBN). Affinché l’utente
possa autonomamente svolgere ricerche sul
materiale bibliografico posseduto dalla
biblioteca, si auspica al più presto un discreto
numero di postazioni internet o in alternativa
di Ipad o Tablet, che potrebbero essere fissati
ai tavoli di studio, rievocando gli antichi
plutei. Si spera, inoltre, nel ripristino della
sezione ragazzi, che agevolerebbe anche quelle
attività volte a sensibilizzare i più piccoli
alla lettura e alle arti ricreative, e alla
sostituzione della scaffalatura lignea con una
di diverso materiale, per salvaguardare lo stato
di conservazione dei libri che trovano in essi
collocazione. Una biblioteca comunale, pubblica
e di tutti, deve contemplare ogni genere di
utenza e deve poter offrire servizi efficaci ed
efficienti, coerentemente a quanto enunciano le
5 regole di Ranganathan, che trascrivo a
chiusura di queste mie considerazioni:
1) I
libri esistono per essere usati;
2) Ad
ogni lettore il suo libro;
3) Ad
ogni libro il suo lettore;
4) Non
far perdere tempo al lettore;
5) La
biblioteca è un organismo che cresce.
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