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I Ricordi di Lino Manocchia

www.giulianovailbelvedere.it alla scoperta dell'America

La storia e il ricordo del decano della cronaca sportiva italiana, fondatore di Autosprint. Era nato a Teramo nel 1926

 

 

Marcello Sabbatini, l'amico di Ferrari che amava il mare di Giulianova

 

 

di Lino Manocchia

 

 

 

 

New York, Novembre 2011 - Gli anni potranno aver indebolito le forze del cronista, ma le esperienze passate e le persone che sono state amiche restano intatte: la ruota della memoria si ferma ancora per rievocare chi fu, cosa fece e perchè è rimasto impresso nell’albo dei ricordi.

Marcello Sabbatini, nacque a Teramo il 20 ottobre 1926. Decano dei giornalisti di motori, lasciò questo mondo tre anni or sono, il 27 gennaio 2008, per una crisi cardiaca, all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Incontrai il mio personaggio in pieni anni ’60 sulle sabbie dorate della spiaggia di Giulianova. Marcello amava il mare, il suo Gran Sasso, quell’aria tagliente che quasi ti toglie il respiro, ma prediligeva l’odore dell’asfalto delle piste, delle gomme bruciate, degli scarichi dei motori. Eppure ogni volta che lo incontravo, specialmente a San Lazzaro di Savena, dove pubblicavamo la rivista ‘Rombo’, Marcello non poteva fare a meno di attaccare a parlare di Giulianova, dove, quando il lavoro glielo consentiva, andava in villeggiatura.

Modesto e apparentemente introverso e burbero, ma in realtà con un cuore grande da padre e nonno affettuoso qual era, fu grande amico dell’Ingegner Ferrari con cui, il più delle volte, seguiva alla Tv le corse di F1 dal suo appartamento. Si guadagnò il soprannome di ’Zanzara’ perché sapeva come pizzicare al momento giusto, con le sue precise disquisizioni, da semplice cronista era divenuto in breve un deus ex machina del mondo delle quattro ruote: seguito, copiato, e spesso odiato da chi non lo conosceva. A 81 anni, era ancora forte come le montagne del suo Abruzzo, gli acciacchi dell’inverno che veniva lo avevano rallentato senza riuscire a fermarlo.

 

Sabbatini (a sinistra) mentre riceve uno dei tanti premi in carriera

 

 

Scrittore poliedrico, Marcello è stato di fatto il fondatore del giornalismo sportivo d’Italia. Si era formato col ‘Corriere dello sport’, del quale divenne anche vice direttore, quindi fondò Autosprint - oggi diretto dal figlio Alberto -, successivamente ‘Rombo’, pubblicazione che diresse con vitalità per 10 anni fino al 1991.

In Italia prima e negli Stati Uniti poi, feci parte della ‘grande famiglia’ di Carlo Cavicchi e molti sono i ricordi che mi restano dell’amicizia che mi legava a Marcellino. Ogni volta che dagli Usa arrivavo a Bologna, Marcello aveva pronto uno dei famosi ristoranti della città Felsinea, L’Orso, frequentato da attori e personalità sportive. “Ma voi, in America – diceva - ce l’avete questi paradisi gastronomici?”. E giù un’altra battaglia per difendere l’alto lignaggio della vecchia Teramo, e addirittura del coraggio dei Giuliesi che respinsero i Mori dall’epica Castrum perchè avevano rubato le sue campane.

Poi Marcello si rimetteva la casacca del direttore e segnalava al sottoscritto una dozzina di servizi da effettuare al ritorno in America. Pignolo, severo, sereno, fu un padre ed un maestro, fino alla fine, anche quando ritiratosi a Bologna ebbe modo di farsi conoscere anche dai più giovani in veste di colto opinionista.

Ricordo le continue battaglie vocali su chi aveva visto per primo Nuvolari visto che, per una strana coincidenza, ’Nivola’ era comparso a entrambi nello stesso tempo: quasi un’apparizione, un grande colpo per la carriera giornalistica di entrambi. Ma Marcellino aveva il grande privilegio di essere fido amico del Drake e questo contribuiva a fargli vincere le nostre scaramucce.

Fu sempre lui, un giorno, durante una mia visita alla redazione a farmi provare una fiammante Dino Ferrari. “Tieni, prova, impara che cosa sappiamo fare, noi italiani” disse. Carlo Cavicchi, al fianco, sorrise sotto i baffi, ma Marcello non vide e così evitammo l’ennesima sfida verbale  della redazione.

Se ne è andato via senza tante fanfare nella sua città d'adozione, Bologna,  in un giorno in cui anche il sole faceva a malapena capolino, quasi a voler salutare un Uomo dal cuore generoso, pronto a difendere a spada tratta i diritti e la giustizia del suo mondo, quello dei motori. E chissà se non scelse proprio febbraio per portare ad Enzo Ferrari gli auguri per i suoi 110 anni da lassù, aspettando con lui la partenza di un altro anno ‘rombante’.
Ciao Marce’…

Lino Manocchia/Lindro.it

Lino Manocchia è nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921, dagli anni '50 si è trasferito negli Usa. Il cassetto dei suoi ricordi è pieno di grandi avvenimenti e di mitici personaggi
 
 

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