I
Reali d'Italia a Giulianova
di Giuseppe
Graziani
Giulianovailbelvedere ha l'onore di ospitare
l'interessantissima raccolta di tre articoli dal
titolo comune
"Le Loro Maestà
alla Stazione di Giulianova",
scritti in esclusiva dal Prof. Giuseppe Graziani,
noto storico di Civitella del Tronto, per ricordare
il passaggio dei Reali Umberto I e Margherita di
Savoia nella nostra cittadina il 13 Novembre 1878.
Con i rispettivi
sottotitoli "Preparativi", "Sosta" e
"Consuntivo", i
tre articoli, ispirati da un invito a Remigio
Graziani da parte del Presidente della Commissione
per il ricevimento delle Loro Maestà, Lipari,
saranno pubblicati in altrettante puntate: Giovedì
16, Lunedì 20 e Venerdì 24 Ottobre. Al Prof.
Graziani il sentito ringraziamento per la sua
qualificata e sensibile considerazione nei nostri
confronti, a voi l'invito a non perdere gli
appuntamenti con un evento storico che l'autore ha
saputo rendere autentica prelibatezza narrativa
(dir) |
(GIULIANOVA, 16.10.2014)
- Finalmente lumeggia la “desiata” alba del 13
novembre 1878 e solo poche ore separano la
provincia di Teramo dai Reali che, provenienti
da Ancona alla volta di Chieti, faranno sosta a
Giulianova.
Itinerario
politico - il Loro- avviato il 6 luglio da Roma
per diffondere nella penisola un messaggio
unitario dall’alto valore simbolico.
Osservati
sei mesi di lutto per la compianta dipartita del
“Re galantuomo”, e sulla falsariga del viaggio
di nozze di dieci anni prima, toccarono
nell’ordine: La Spezia; Torino; Milano, Brescia,
Monza (con pausa feriale); Bologna (in
novembre); Firenze; Pisa; Livorno; Ancona;
Chieti; Bari; Foggia (inizio della risalita);
Napoli (attentato Passannante).
“Novello
plebiscito di gioia”, sì, ma le moltitudini
acclamanti non erano che la parte più vistosa
dell’umore popolare: Clero e nobiltà nera a
Roma; filoborbonici a sud; repubblicani,
socialisti ed anarchici ovunque; ne avversavano,
difatti, il “recente potere”.
Se
l’affascinante Regina Margherita è stata fino
all’ultimo diffusamente ammirata, Umberto I,
“buono” e “reazionario” (Cairoli e Bava Beccaris),
oltre che amato è stato odiato fino al
regicidio.
Premesse
che ci consentono di tornare consapevolmente al
fausto giorno, affidando il racconto dei
preparativi giuliesi alle cronache
comprensibilmente entusiastiche ed ossequiose
del “Corriere Abruzzese” di cui liberamente
daremo conto.
Tutta in
festa la città Giulianova, che “dall’alta
pendice” brilla di bandiere alle finestre e di
variopinte teorie dirette alla stazione. Ma è
l’intera provincia, dal Tronto al Pescara, che
ha risposto compatta. Teramo, addirittura,
dovrebbe presentarsi deserta: da tre giorni
carrozze e carri conducono all’Adriatico
migliaia d’individui d’ogni ceto, senza contare
quanti vi sono giunti a piedi nella notte. Anche
dai treni scendono aspiranti spettatori da ogni
dove, inducendo quelli della spiaggia ad
impiantare “restaurants” per fronteggiare
l’eccezionale afflusso. Dirette dai maestri
Marchetti di Pianella e Buonavia di Atri, ben
diciassette le bande musicali schierate.
Superbo, poi, il “padiglione reale” dell’artista
Della Monica: tempio ellenico a colonne, tessuto
in preziose tele, con sala ricevimento e sala
“buffet” elegantemente imbottite. All’interno le
effigi dipinte di Atena e Marte, all’esterno
l’Italia sul leone. Due plotoni vigilano sulla
folla irrompente e controllano gli inviti col
suggerimento ai signori dell’abito scuro e della
cravatta bianca. Concitazione. Emozione. Ci
siamo quasi. |