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I ricordi di Lino Manocchia

www.giulianovailbelvedere.it alla scoperta dell'America

Omaggio alla divina dagli occhi viola

 

ELIZABETH TAYLOR  NEL REGNO DELL’IMMORTALITA’

 

 

 

 

New York, 23 Marzo 2011 - Oggi, un altro gigante del mondo della celluloide e’ caduto. Non batte piu’ il suo cuore. Il cuore che aveva palpitato per il bello, ma anche per il dolore che l’AIDS procurava “alle sue creature”. Il cuore che aveva gioito perché ”si vive per soffrire, ma anche per gioire in questo magnifico mondo”, soleva ripetere.

La leggendaria  attrice, ultima grande diva dell’era d’oro di Hollywood dal quale aveva ricevuto due Oscar era ammirata alla sola menzione del nome: Elizabeth Taylor: Sexy, glamour, tempestosa, fragile, trascinatrice dei corteggiatori, della stampa e soprattutto della straripante schiera di ammiratori. “Io sono una convinta moglie – diceva - ed io voglio essere convinta, pur essendo stata maritata otto volte”.

Era bella nel significato pieno della parola. Sin dalle prime apparizioni sullo schermo fu dichiarata la piu’ bella e desiderabile donna del mondo. Giunse al film “Cleopatra”  consacrandosi  “la divina”. L’ex inglesina "dagli occhi viola" e’ rimasta la campionessa anche per gli innumerevoli casi caritatevoli contro  l’AIDS, specialmente dopo la morte del suo grande amico Rock Hudson.

Elizabeth Rosemond Taylor era nata ad Hampstead (Londra) il 27 febbraio 1932, figlia dello storico Francis Lenn Taylor e di Sara Viola Wambrodt.

All’ eta’ di 3 anni inizio’ a prendere lezioni di danza. Dopo alcune pellicole apparve nel suo primo film come protagonista interpretando “Velvet  Brown”, una bambina che allena un cavallo per vincere  l”Aintree Gran National “Gran Premio”.

Nel 1951 e’ impegnata contemporaneamente nel film “Un posto al sole” e nel colossal “Quo Vadis?’

Tre nomination all’Oscar consecutive quale migliore attrice: una per “La gatta  sul tetto che scotta” (1958), e le altre due, vincendo l’ambita statuetta, per le sue interpretazioni in “Venere in visone” nel 1961, insieme al marito Eddie Fisher, e in “Chi ha paura di Virginia Woolf” nel 1967, al fianco del nuovo marito Richard Burton.

Fu grazie all’amicizia con Eddie Fisher (nella foto) che il vostro cronista ebbe l’occasione di un paio di incontri con Liz Taylor. Capitò quando Fisher incontrava ogni settimana il pugile italiano di Rieti Paolo Rosi che combatteva con i piu’ forti della classe, ritrovandosi spesso durante le cerimonie nel noto ristorante Sardi di New York. Fu qui che, durante la cena, parlando dell’Italia il discorso cadde sulla “Pizza”. “E’ il miglior prodotto culinario dell’Italia - diceva Eddie - Mangerei la pizza tre volte al giorno”. Liz, con un sorrisetto malizioso, interveniva: ”Io non l’ho potuta gustare. Mi ricorda la polenta secca. Dell’Italia, preferisco i prodotti del mare. Quelli sì che sono  ottimi”. Un’altra volta, sempre al ristorante Sardi, Elizabeth preferi’ parlare dell’amore, dei momenti piu’ belli della vita, lei così avara di sorrisi, incline a concedere poco e ad andare al sodo delle conversazioni.

Fortunato fu  Richard Burton, il grande Marco Antonio in “Cleopatra”, che conquisto’ il cuore della diva la quale passo’ i vari mariti, uno alla volta, lasciando il segno dell’affetto in risposta alle ingiuste relazioni sentimentali che i maligni osavano divulgare.

Paul Newman, che giro’ la classica pellicola “La gatta sul tetto che scotta” con la Taylor, un giorno parlava dei suoi lavori e delle attrici con cui aveva lavorato. Alla domanda del vostro cronista se, in altre circostanze (senza la consorte Johanne Woodward)  avrebbe sposato la Taylor, confessò: ” Liz e’ stata e sara’ ricordata non solo per la sua qualita’ di attrice di classe, non solo per la sua ammirevole passione per la guarigione dall’AIDS, e per qualche sua tempestosa interpretazione della vita, ma sara’ ammirata e ricordata per essere stata “donna” nel pieno senso della parola. Non ce ne saranno piu’ tante di “eroine” della cinematografia. Ah gia’ la mia risposta?!!.Certo che l’avrei sposata, forse chissa’ sarei il nono marito”.

Elizabeth ha sempre dichiarato la sua passione per la gioielleria. Ha posseduto una grande quantita’ di famosi gioielli. Ha anche lanciato tre profumi con il nome ”Passion”, White Diamonds e “Black Pearls”.

Sin dal 1999 ha aiutato a raccogliere circa 50 milioni di dollari per la lotta all’Aids. Malgrado recenti sofferenze e complicazioni fisiche, sembrava che tutto si fosse stabilizzato. Il destino, però, aveva preparato, al magnifico esemplare femminile, una lussuosa Roll Royce sulla quale raggiungere, lassù, l’immortalità dei miti, accolta dai tanti altri compagni del cinema e della vita che la seguirono “in questa valle di lacrime”.

Lino Manocchia

Lino Manocchia è nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921, primogenito del giornalista e scrittore, il Cav. Francesco Manocchia, e di Filomena Spadacci.

Ha incontrato ed intervistato personaggi come: Frank Sinatra, Dean Martin, Perry Como, Rocky Marciano, Juan Manuel Fangio, Mario Andretti e tanti altri illustri personaggi. Durante il lavoro con Voice of America, Manocchia ha avuto modo di intervistare cinque Presidenti americani: Eisenhower, Kennedy, Johnson, Carter e Clinton.
 
 

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