NEW
YORK, 27.11.2012
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Storia, dramma, vite e torture sono il compendio
di 100 anni di vita di Alcatraz, l’ orrendo
penitenziario degli Stati Uniti, abitato da
ladri, spie politiche, sequestratori, omicidi,
scassinatori di banche. L’isolotto fu scoperto
nel 1775, dall’esploratore spagnolo Juan Manuel
de Ayala che invase e definì quella minuscola
lingua di terra rocciosa ”La Isla de los
Alcatraces”, ovvero “l’isola dei pellicani” che
in seguito veniva chiamata anche ”The Rock”
(ovvero la roccia) e “The Bastion”, poichè
sembrava impossibile ipotizzare una fuga.
Settantadue anni dopo l’esercito americano
scopriva l’isola di grande valore strategico e
trasformava la zona in fortificazione militare.
Un anno dopo la scoperta dell’oro - lungo il
fiume americano- in
California generò l’arrivo di flottiglie cariche
di minatori che venivano controllati a vista dai
soldati. Agli inizi del 1906, dopo il
catastrofico terremoto di San Francisco,
centinaia di detenuti civili vennero trasferiti
nei tre piani di nuova costruzione. Nel 1909
Alcatraz
divenne ufficialmente una prigione, e
fu così che costruì la sua reputazione “di
luogo della lunga
detenzione e
ferrea disciplina”, divisa in tre classi, in
base alla condotta
e ai crimini commessi. Nel
1934 Alcatraz
divenne un carcere federale
di massima sicurezza, finchè nel 1963
venne chiuso a causa degli
elevati costi che lo caratterizzavano, visto che
era necessario trasportare sull’isola ogni bene
necessario (cibo, acqua potabile ecc). I
politici statunitensi arrivarono a sostenere che
sarebbe costato meno mantenere ogni detenuto
nell’hotel più lussuoso di
New York,
piuttosto che trattenerlo nell’Alcatraz. Qualche
diecina di anni più tardi
”The Rock” fu aperta al
pubblico per visite guidate (vi si giunge col
traghetto per 85 dollari) ed oggi è gestita dal
National Park Service che conferma la presenza
di un milione di visitatori e turisti l’anno,
attratti dalla storia, dai personaggi, dalle
situazioni di un mondo surreale di nome ”Alcatraz”,
le cui vecchie foto-ricordo vengono acquistate
anche per 250 dollari l’una.
L’ISOLA ROCCIOSA
Visto
da lontano, questo galleggiante lembo di terra
rocciosa che si specchia nelle acque della baia
di
San Francisco - la citta’
che il cantante italo-americano Anthony
Benedetto (Tony Bennett) ha sublimato con la
patetica canzone “I left my heart in
San Francisco” - appare
come un mercantile addobbato da giardini,
alberi, palazzine e inferriate dalle quali,
affermano le informazioni, ”non si poteva
sfuggire”. Eppure nei primi 30 anni di apertura
del
penitenziario vi furono 28 tentativi di
evasione. Il primo detenuto a tentare il colpo
fu Joseph Bower il 26 aprile 1936: venne ucciso
da una guardia. La lunga lista dei più noti
“tentatori di fughe” annovera Theodore Cole e
Ralp Roe i quali il 16 dicembre 1937 riuscirono
a passare attraverso le sbarre di una finestra
della prigione e, approfittando della nebbia, a
raggiungere l’acqua e ad arrivare a San
Francisco. Le ricerche si conclusero quattro
anni dopo, quando Roe fu trovato in Sud America.
La scrittrice inglese J.K.
Rowing (autrice della saga di Herry Potter)
probabilmente si e’ ispirata ad
Alcatraz
nel creare la prigione di Azkaban.
Da parte dei produttori, direttori e giornalisti
di cinematografia si ebbero critiche fondate al
film “Escape from Alcatraz” del 1979. A
proposito, la rivista Time scriveva: ”E’ una
fresca grazia cinematografica” mentre Stanley
Kaufman del “New Repubblic” definì il lavoro
”Cinema cristallino”, con presenze del 94% su
815 sale di proiezione, che produssero 5.306.354
dollari durante “l’opening” e 43 milioni dai
teatri
Usa.
Un altro film che destò grande interesse fu
“Birdman of Alcatraz” (l’ornitologo di
Alcatraz, nella foto in b/n una scena).
Un giornalista americano accortosi della cultura
e della profonda psyche del galeotto porto’ il
suo caso all’attenzione della media finendo per
scrivere un libro da cui è stato tratto un
memorabile film. La parte di “Birdman” nel film
è interpretata da Burt Lancaster (doppiato da
Emilio Cingoli) e premiato alla 27ma Mostra
Internazionale d’arte cinematografica di
Venezia, dove Burt Lancaster vinceva la Coppa
Volpi come migliore attore.
Non da meno è la presenza sullo schermo ed in
varie dure carceri della Georgia e
Michigan
del
famigerato Alphonse (Al) Capone, il quale si
accomodò senza grandi fastidi ottenendo, con la
corruzione, lussi e privilegi.
Sullo schermo la sua figura è stata
interpretata, fra gli altri, da Jason Robards,
Rod Steiger, Ben Gazzara, e Robert De Niro.
Tuttavia i film più celebri, che tutt’ora
vengono riprogettati, sono senza dubbio i due “Scarface”.
In questo caso la storia di Capone viene
romanzata e trasportata nell’America degli anni
80, cambiando il traffico di alcool con il
traffico di cocaine.
Ma la fortunata stella di Al Capone cadde con il
protagonista ed il re del
“racket” (traffici illeciti) fu inviato ad
Alcatraz dove la gestione Capone non
ebbe altra speranza che i benefici per la “buona
condotta”. Liberato nel 1939, ormai senza più
speranza, dopo un supplemento di cure, si ritirò
in Florida
dove l’incedere
del
problema mentale gli impedì di seguire le sue
originarie attività.
Sessantacinque anni fa ebbe un Ictus e dopo una
breve agonia morì di arresto cardiaco a soli 48
anni.
Lino Manocchia |