NEW YORK,
4.1.2014 –
Torniamo indietro di un po'. Siamo allo scadere
del mese di settembre 1970. Nella sede di
Autosprint il direttore Marcello Sabbatini
sbuffa, si agita, risponde ai redattori, cerca
di farci sentire come a casa nostra.
Si lavora veramente all’americana negli uffici
di Autosprint.
"Che ne pensi di un disco a 45 con la
radiocronaca concentrata di una gara di Formula
uno?"
chiedo.
“Forse sarebbe meglio Daytona o Sebring…
anzi, no… vediamo un po’, forse e’ meglio
Watkins Glen, la penultima tappa del campionato
mondiale piloti di Formula Uno…. Vuoi
farlo?...Fallo, datti da fare. Mi occorre la
“matrice” al più presto possibile. Sarà un dono
di Autosprint.
Il Direttore faceva tutto lui. Diceva,
rispondeva, sbraitava. Sennò non sarebbe stato
Direttore!
A New York cominciamo a mobilitare tutto il
mobilitabile. Occorre lavorare senza confusione,
altrimenti sei fritto.
Il 4 Ottobre, la corsa. Ci vogliono permessi
speciali, una vera piramide di “Press Pass” che
solo gli americani sanno preparare. Ti fanno
sentire capitano, anzi generale pluridecorato,
con tutte quelle “patacche” variopinte al petto,
al braccio, dappertutto.
(Clay
Regazzoni con il microfono del registratore
speciale ancorato alla cintura di
sicurezza)
"Forghieri, guarda, vorremmo fare un disco per
Autosprint, occorre che Clay Regazzoni compia
uno o due giri di pista, a “forza 100”,
registrando i suoni nel nostro magnetofono”.
“Si, benissimo -
risponde Forghieri - ma guarda, vorremmo fare
presto, siamo in prova e Clay deve ancora
qualificarsi. Andiamo ragazzi, piazzate il
magnetofono di Autosprint…su, dai, muoviamoci”.
La dinamicità dell’ingegnere Forghieri si
tramuta in pratica. Regazzoni parte, il vento
sibila, schiaffeggia maledettamente il microfono
che registra rumori strani che si fondono con "I
fedeli”, poi la descrizione del pilota
ferrarista delle sue impressioni sulla pista
americana.
Il primo passo è andato bene. Continuiamo.
Dove sono gli assi?
Giungono uno alla volta, qualcuno ancora
assonnato, altri attorniati dalle bellissime
consorti o dalle “bionde chilometriche”…fuori
serie.
Jackie Stewart, nonno Jack Brabham, Graham Hill,
George Eaton, ma dov’è il piccolo grande Mario
Andretti?
“Non correrà , patron Granatelli non è
riuscito a ripararne la vettura squarciata nel
Gran Prix d’Austria. Ma c’è Trenton (New Jersey)
dove si corre la “300 miglia”. Laggiù c’è anche
Adriano - mio figlio- che insegue, da diversi
mesi le gare USAC. Vuol presentare a voi lettori
italiani una “panoramica” di queste gare
affascinanti, ricche e spericolate…Adriano…,
pronto, c’e’ Andretti?
Sì, eccolo al telefono, parla, parla pure,
Andretti ti ascolta.
Ed il pilota di Nazareth ci dice tante cose
passate, presenti e future. Registriamo anche la
sua voce. Del resto Mario è sempre un pilota
“pezzo grosso” nel mondo delle quattro ruote!
Poi… la corsa. Un uragano di rumori. Isolati,
unisoni, laceranti, sibilanti, scomposti.
E noi trascriviamo sul nastro magnetico i
passaggi, riassumendo, per forza di cose, i
momenti più belli, più interessanti.
A New York ci attende lo “studio”. I tecnici
sono pronti per apportare ”tagli” alle
lungaggini, e ai “vuoti” per riassumere tutto in
appena 5 minuti, una corsa di un’ora e mezza.
Chi conosce questo mestiere, come il
sottoscritto, corrispondente RAI da circa 20
anni, sa bene come e quanto lavoro occorra per
“salvare il salvabile”.
"Ascoltatelo, il …disco da corsa. Entrate anche
voi, lettori di Autosprint, nell’abitacolo della
rossa Ferrari numero 4 di Regazzoni e provate a
guidarla, lanciata a 160 miglia all’ora. Anche
quella non e’ una cosa facile!"
A questo punto il nostro lavoro termina. Il
nastro va a Bologna ed il direttore ascolta.
“Bene, credo sia sufficiente e ben fatto.
Passatelo alla “press”.
Comincia ora il momento cruciale. La vostra
critica entra in azione. Speriamo sia onesta,
giusta, comprensiva. Speriamo non sia la critica
dei soliti che vedono tutto facile, tutto
possibile, pur sapendo che non sempre le cose
belle e buone risultano “facili”. Speriamo di
esserci riusciti. Non fosse altro per la
magnifica idea della redazione e gli sforzi, non
comuni, di chi l’ha “compilato , il vostro
l.m.. |