NEW YORK,
15.3.2014 –
Nel settembre 1909 nasceva a Costantinopoli (Tuchia)
Elia Kasan,
all'anagrafe Elias Kazanjoglou,
colui che doveva diventare uno dei
più registi abili e influenti per aver scovato
le migliori performance di Broadway e della
capitale della celluloide californiana. La
famiglia, di origine greca, dopo quattro anni
dalla nascita dell’erede, si trasferì negli
Stati Uniti.
Convinto sostenitore del Metodo Stanislavsky,
due volte Premio Oscar per la regia, come uomo
di teatro diresse tutte le commedie di Arthur
Miller e Tennessee Williams. Nel 1947 (il suo
esordio nel cinema risale alla fine degli anni
trenta) fondò l’Actor Studio a New York insieme
a Cheryl Crawford e Robert Lewis e grazie a lui
ebbero la loro consacrazione nello star system
attori del calibro di Gregory Peck, Marlon
Brando, Paul Newman, James Dean ed Elizabeth
Taylor.
La sua filmografia comprende tra l’altro ”Un
albero cresce a Brooklyn” e “Baby Doll” (con una
Carrol Baker che avrebbe fatto epoca). Noto per
aver “scoperto” attori famosi, offrì i film
necessari a portar via i suoi 21 Oscar, nove
statuette d’oro, due Oscar Onorari seguiti da
quattro Golden Globe che portano il titolo di ”A
streetcar named desire” ("Un tram chiamato
desiderio"), “Viva Zapata” e “On the waterfront”
("Fronte del porto") che lanciarono Marlon
Brando nel firmamento hollywoodiano.
Fu durante una serata in suo onore a New York,
che il regista famoso scambiò qualche
impressione col cronista che domandava: Ma
con tutti questi premi meravigliosi, lei a casa
avrà una piattaforma enorme per conservarli?
«E’
vero, ne ho presi molti, ma che vuole quando si
lavora con attori del calibro di Paul Newman,
lei sa che l’Uomo ama i premi, come le donne
amoreggiano con i belletti ed i profumi.
Comunque, mi creda, ogni film di successo ha con
se’ un piccolo miracolo».
Può
citare qualche nome di divi che predilige?
«Sono
tanti, anzi tutti, ma in particolare Eva Marie
Saint, Warren Betty, June Harris, Lee Remick,
James Dean, Gregory Peck e la bionda Carroll
Baker
(nella foto con
Lino Manocchia).
Tutti ottimi ”grandi divi.” La Baker è una
giovane attrice che, lei sa, è nata da un
genitore agente di viaggio. Abbandonato il
college, iniziò la carriera d’artista. E noi
l'abbiamo presentata tempo fa, illustrando il
suo esordio trionfale sul grande schermo».
La Baker lavorò anche con John Ford nel film ”Il
grande sentiero”, mentre della collaborazione
con Gordon Douglas si fa applaudire in “La
donna che non sapeva amare”. La grande svolta
avviene quando la Warner Bros si interessa di
lei con un film di grande spessore di Elia
Kazan, la “Bambola viva”, per la cui recitazione
ottiene la nomination agli Oscar. Nel 1969 si
trasferisce in Italia dove gira diversi film per
lo piu’ gialli (specialmente con la regia di
Umberto Lenzi) o produzioni erotiche tra cui
“L’harem” e "Il coltello di ghiaccio“.
«In Italia io ho arricchito la mia
educazione letteraria osservando quella bella
nazione», ebbe a dirci un giorno parlando
dell’Italia che amava. Dopo 50 anni di intensa
attività, Carroll abbracciava “la dolce vita”
col marito londinese. I film di Elia Kazan nel
periodo compreso tra il 1945 e 1952 hanno spesso
classici temi progressisti molto di sinistra
per l’America di quegli anni: il razzismo, la
rivoluzione, il garantismo, la lotta sociale,
l’arroganza dei ricchi oppure sono trasposizioni
cinematografiche di grandi drammi e romanzi
americani. Quando il cronista cercò di “aprire”
il soggetto dei “temi progressisti”, Kazan se la
cavò con una semplice risposta: «Io ero un
entusiasta ma ero altresì simpatetico con la
gente che lottava per superare l’altezza della
miseria, poichè anche io ho lottato per
raggiungere un posto decente e rispettabile
nella vita».
Il Colosso di Hollywood, che trascorse buona
parte della sua esistenza in New Rochelle (N.Y.),
lasciò questa «terra
ricca di contraddizioni»
all’età di 94 anni dopo aver completato il
voluminoso libro di memorie nel quale cita i
suoi ”love affair”. Uno anche con Marilyn
Monroe. |