NEW YORK,
8.12.2013 –Sessantun
anni or sono Hollywood dava il via al primo
colpo di manovella delle macchine da presa di
Western Classic che Gary Cooper - “il grande
smilzo”- avrebbe immortalato nella storia della
celluloide. Era “High Noon”, che tradotto in
italiano suona come “Mezzogiorno di fuoco”, e
molti lettori lo ricorderanno.
Prontamente i produttori spalancarono le porte
californiane dei punti più caratteristici per
il film ed ingaggiarono altresì l’avvincente
giovane attrice di Filadelfia, Grace Kelly, che
collaborerà egregiamente con l’allampanato
attore di origini inglesi, mormone, il quale
arricchirà il suo palmares con 2 Oscar come
miglior attore, più uno Onorario.
Già, perchè la carriera di Gary non si
soffermava ai film celebri come “Corte
marziale”, ”Vera Cruz”, ”I giganti del mare “ ed
altri ancora. Con la meravigliosa Ingrid Bergman
(nella foto d'apertura)
catturò una delle sue 3 nomination per la
pellicola “Per chi suona la campana”,
dall’omonimo romanzo di Ernest Hemingway.
Cooper, nato Frank James Cooper, era un attore
attivo, dinamico, multiforme oltre che un
“adorato amante” come ebbe a dire di lui una
delle sue donne.
Da giovane ebbe relazioni sentimentali profonde
con Clara Bow e Lupe Velez nonchè la contessa
italoamericana Carla Dentice di Frasso. Nel
1933 Cooper sposò Veronica Balfe, una esponente
dell’alta società newyorkese dalla quale ebbe
una figlia, Maria, nata nel 1947. Durante il
matrimonio, che durò sino alla sua morte, a
Cooper vennero attribuiti vari flirt con
protagoniste dei suoi film, inclusa Grace Kelly
e Patricia Neal.
La
cronaca ricorda anche un evento molto
interessante del divo: nato mormone, si
convertì al cattolicesimo nel 1958 ricevendo il
sacramento del battesimo dalle mani del Papa Pio
XII.
“Mio padre aveva iniziato un periodo di
avvicinamento alla fede otto anni prima
-commentava la figlia Maria -, a modo suo,
pezzo dopo pezzo della sua stessa vita che ha
voluto mettere assieme in un nuovo modo”.
Per il suo contributo all’industria
cinematografica, Gary Cooper è ricordato con la
stella presso la Hollywood Wolk of Fame, mentre
nel 1966 fu riconosciuto come uno dei migliori
cowboy ed un omaggio alla sua memoria sono
presenti al National Cowboy Western Heritage
Museum. Nato nel 1901 ad Helena, nel Montana,
da immigrati inglesi, andò a vivere in
Inghilterra insieme alla mamma, ma all’età di 13
anni rimase ferito alla schiena in un incidente
d’auto e tornò ad abitare nel Montana con il
padre Charles Cooper, avvocato di Birmingham,
presso il ranch del quale imparò a cavalcare
per ristabilirsi dei postumi dell’incidente.
Il re dei cow boy era dotato di un appetito
prodigioso, ma non aumentò mai di peso, nemmeno
dopo una intensa dieta.
“La mia vera vocazione non era il cinema ma
la professione di disegnatore” ebbe a dire
al cronista durante una sua visita italiana.
”Sono diventato attore solo per sbarcare il
lunario, dopo aver fallito come disegnatore e
caricaturista politico, la mia vera ed unica
vocazione giovanile”.
“Ho viaggiato molto in Europa, ho imparato e
ne sono entusiasta”.
- Anche dell’Italia? chiesi all’interlocutore.
“Certo. Francia e Italia. La Penisola mi lasciò
un senso di grandezza, per il suo passato
storico, culturale. Ho conosciuto il Papa Pius
che disse tante belle, calde parole nei miei
riguardi e poi tanti attori di classe che
ricordo con simpatia”.
Gary amava la musica e suonava diversi
strumenti, nel giardino guidava il trattore,
mentre teneva cura di una nidiata di cani di
razza. I suoi più cari amici d’arte sono stati
Bing Crosby, John Wayne e James Stewart.
- Quando gli chiedemmo: Mr Cooper, certa stampa
americana sembra essere contraria alla sua
carriera. Un commento?
“Hollywood ti permette di dare un bacio al
cavallo, ma non ad una adorata ragazza. Coloro
che mi attaccano appartengono alla “corrente
rossa” (comunisti) e dimenticano che Gary
Cooper ha conosciuto cavalli, vacche e tori,
oltre alle onde marine e le auto, ed è rimasto
l’incarnazione di un rispettabile americano,
operaio nel mondo della celluloide”.
Cooper fu un fervente repubblicano, per Calvin
Coolidge.
Di poche parole, capace di sorridere qualche
volta, nel 1960 “Coop”, come veniva chiamato
dagli amici, subì quattro operazioni all’ernia,
in tre anni, sino a quando sopraggiunse una
operazione per cancro alla prostata, che dilagò
nei polmoni. Ma egli apprese ufficialmente del
male un anno dopo, quando non potè presenziare
alla cerimonia della consegna di un Oscar
Onorario che venne ritirata dall'amico James
Stewart. “Coop” apparve in 107 film, 82 dei
quali lo videro attore principale.
Il 16 maggio 1961, sei giorni dopo aver compiuto
60 anni, decedeva lasciando un vuoto che altri
attori non hanno ancora riempito. Un mese dopo,
il grande amico di 20 anni, Ernest Hemingway,
si suicidava.
La sua salma venne seppellita nel cimitero
Sacred Hearth di Southampton nello stato di New
York (Long Island). |