Graham Hill,
il re della triple crown
New
York, 13.6.2012 -
Il 15 febbraio 1929, ad Hampstead (Inghilterra)
nacque un pilota, futuro campione delle quattro
ruote, che avrebbe conquistato la “Triple Crown”
ovvero le tre classiche gare
automobilistiche: Indianapolis, 24 ore Le Mans
e Formula uno. Un record che perdura tutt’ora
perche’ mai eguagliato sia pure da piloti come
Mario Andretti.
Gentile, dignitoso, disinvolto, vero inglese,era
noto per il suo spirito, al punto da divenire
un personaggio popolare.
Si chiamava Norman Graham Hill che, dopo aver
speso tutti i suoi beni, convolò a nozze con
Bette la quale sostenne anche le spese
matrimoniali, quindi gli dono’ due figlie ed un
maschio (Damon) che nel 1996 e’ divenuto
campione di F.1. formando l’unica coppia
padre-figlio ad aver vinto entrambi un mondiale
di Formula uno.
Graham, inizialmente, era stato interessato al
motociclismo, ma nel 1954 noto’ una pubblicita’
dell’Universal Motor Racing Club che offriva la possibilita’
di girare in circuito per cinque scellini. Fece
cosi’ il suo debutto in una Cooper 500 di
Formula 3 e da quel momento in poi si dedico’
alle corse automobilistiche. Entrò nella squadra
Lotus come meccanico, ma arrivo’ rapidamente al
posto di guida, e nel 1958 debuttò al Gran
Premio di Monaco,dove si ritiro’ per la rottura
di un semiasse “Senza quel guasto” soleva
ricordare al cronista “avrei dato scacco
matto alla Ferrari”.
Gia’ la Ferrari! Soggetto che sovente creava
discussioni senza fine, tanto che un giorno gli
chiesi:
Graham, mi sai dire perche’ hai sempre tenuto un
certo distacco da Maranello? Non ti piaceva il
Commendatore?
“”Il
Vecchio" (Ferrari; ndc) aveva una sua idea
tutta particolare. Chiamava ed accettava un
pilota se, secondo lui, il prescelto” donava a
cuore aperto tutta la sua bravura. E guai a
contrastarlo. Eravamo due caratteri distanti un
mondo. Ma non ho mai denigrato il successo, la
bravura, il coraggio del re di Maranello”.
Nel 1960 Hill passò alla BMW con cui vinse il
titolo mondiale nel 1962. Sir Hill fece parte
anche della cosidetta “invasione inglese” di
piloti e vetture nel 1966 quando vinse la 500
miglia di Indy, con una Lola-Ford.
Un anno dopo nella Lola contribuì allo sviluppo
della Lotus 49 spinta dal nuovo motore Cosworth
V8, ma dopo la morte di Clark e Spence, compagni
di squadra, agli inizi del 1968 Graham prese le
redini della squadra, vincendo il suo secondo
titolo.
In
quel periodo la Lotus aveva fama di vettura
fragile e pericolosa specialmente con i nuovi
dispositivi aerodinamici che causarono diversi
incidenti molto simili a Hill e Rindt,nel corso
del Gran Premio di Spagna.
Nel Gran Premio degli Stati Uniti 1969 un
incidente gli provoco’ fratture alle gambe,
interrompendo la sua carriera,ma dopo essersi
ristabilito Hill continuo’ a correre in F.1 per
alcuni anni senza pero’ ottenere gli stessi
successi.
“La mia carriera” ammetteva con un
sorriso di smorfia ”ha sofferto molto per la
mancanza di un ”Capo scuderia come il Drake.
“Ma la colpa e’ anche della nostra “giovinezza”
ed inesperienza”. Comunque da “lassu”, in
Paradiso, il mio angelo ha limitato le mie pene
fisiche”
E nel 1972, in coppia col francese Henry
Pescarolo, vinse anche la 24 ore di Le Mans,
consolidando cosi’, il brillante “titolo” di
detentore della “Triple Crown”.
Mario Andretti ama ricordarlo come un “vero
gentlemen, quando correva. Nella parte finale
della sua carriera Hill era un personaggio
popolare, intelligente e regolare nella
condotta di gara.”
Fu ospite di trasmissioni televisive e durante
la riabilitazione dopo l’incidente nel 1969
scrisse anche un’autobiografia particolarmente
schietta ed arguta, Life at the limit” (La vita
al limite).
Fu coinvolto nella realizzazione di quattro
film, tra il 1966 ed il 1974, comprese le
apparizioni in “Grand Prix” e “Il giorno del
toro”, in cui impersonò un pilota in elicottero.
Quai un segno del destino.
Il 29 Novembre del 1975, di ritorno dal circuito
di Paul Ricard, l’aereo pilotato da Hill, causa
un forte temporale, si schiantò in un campo di
golf. Con lui persero la vita il team manager,
due meccanici, il promettente pilota Tony Brise
ed un progettista, tutti della squadra Embassy
Hill.
Fino al 1993, Hill ha detenuto il record di
vittorie al Gran Premio di Monaco, con 5
successi. Inoltre e’ stato, sino al 2011, il
pilota che ha corso piu’ stagioni in Formula
uno (18) sino a quando fu superato da Rubens
Barrichello, che, mai stanco, raggiunti i 40
anni, e’ venuto a correre in America nella serie
Indycar.
LINO MANOCCHIA |