Roberto e
Ingrid: matrimoni, divorzi e film
di
Lino Manocchia
New York, 24.01.2012 - Una cornucopia di
matrimoni e divorzi lampo, un treno carico di
film di alto valore artistico, l’arrivo della
stella svedese, e poi successi ed elogi, offrono
il consuntivo della vita di uno dei piu’
importanti registi della storia del cinema,
Roberto Rossellini. Nato in una famiglia
borghese di Roma, che visse in via Ludovisi dove
si trovava il primo hotel in cui alloggiò Benito
Mussolini nel 1922, quando il Fascismo prese il
potere, Rossellini inizio’ a frequentare il
cinema in giovanissima eta’. Alla morte di suo
padre, lavoro’ come “rumorista” e per un certo
momento sperimento’ tutti i lavori accessori
legati alla creazione dei film, guadagnandosi la
competenza in ogni campo.
Nel 1936 sposo’ Marcella De Marchis, scenografa
e costumista, con la quale continuo’ a lungo
anche dopo la rottura del matrimonio dalla quale
unione nacque Renzo jr. Nel 1940 venne chiamato
ad assistere Francesco De Robertis in “Uomini
sul fondo”.
Alcuni autori descrivono la prima parte della
sua carriera come una “sequenza di trilogie”.
Famoso il suo primo film da regista,
sponsorizzato dal centro per la propaganda
audiovisiva del Dipartimento della Marina, cui
fece seguito “Un pilota ritorna” e “L’Uomo
dalla croce”. A questo periodo risale l’amicizia
e la collaborazione con Federico Fellini e Aldo
Fabrizi. Dopo la Trilogia Neorealista,
Rossellini produsse due film oggi classificati
come “di transizione”: ”L’Amore”, con Anna
Magnani, e la “Macchina ammazzacattivi”,
entrambi girati a Maiori in Costiera Amalfitana.
Il 1948 e’ l’anno dell’amore. Rossellini riceve
una lettera da un’attrice straniera che gli
propone di lavorare con lui. “Caro signor
Rossellini, ho visto i suoi film “Roma citta’
aperta” e “Paisà”, e li ho apprezzati
moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese,
che parla inglese molto bene, che non ha
dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi
capire in francese, e in italiano sa dire solo
”ti amo”, sono pronta a venire in Italia per
lavorare con lei. Ingrid Bergman”.
Con questa famosa lettera ebbe inizio una delle
piu’ popolari storie d’amore del mondo del
cinema fra Ingrid e Roberto, entrambi all’apice
della loro popolarita’. L’anno seguente
iniziarono a lavorare in “Stromboli, Terra di
Dio”, girato sulla vetta dello Stromboli il cui
vulcano erutto’ durante le riprese. Nel 1953,
Rossellini strinse profonde relazioni con i vari
Francois Truffaut, Jan Luis Godard e Claude
Chabrol, cosa che creo’ il pandemonio dei
critici della rivista “Cahier du Cinema”.
Questa relazione causo’ grande scandalo negli
ambienti del cinema poiche’ Rossellini e la
Bergman erano “sposati” con altre persone, in
particolare Hollywood che non perdonava il
regista italiano, “reo di aver sottratto
all’industria cinematografica americana la sua
grande diva”. Lo scandalo si intensifico’
alla nascita del loro primo figlio, Robertino, e
in seguito delle due gemelle, Isabella e
Isotta.
Il tumultuoso matrimonio con Ingrid Bergman si
concluse nel 1957, anno in cui Rossellini compi’
un lungo viaggio in India, dal quale torno’ con
un film per il cinema: India Mathri Bhumi, un
documentario dal titolo ”L’India vista da
Rossellinia”, ed una buona compagna Sonalis Das
Gupta. In seguito Rossellini adotto’ un figlio
da Sonali: Gil Rossellini, che piu’ tardi
lavoro’ con Martin Scorsese e Sergio Leoni,
diventando un apprezzato documentarista. Sonali
e Roberto ebbero insieme un’altra figlia
Raffaella, nel 1958.
Nel periodo immediatamente successivo al viaggio
in India, Roberto ritorno’ sui temi della
seconda guerra mondiale con I film “ Il generale
Della Rovere” grazie al quale si aggiudico” il
“Leone d’oro” al Festival di Venezia ex equo con
“ La grande Guerra” di Mario Monicelli ed “Era
notte a Roma.”
Fra il 1968 ed il 1974 Rossellini fu
impegnatissimo nel portare il piu’ avanti
possible il suo progetto didattico e realizzo’
una serie impressionante di film cercando di
coprire in modo enciclopedico i momenti-chiave
della storia dell’evoluzione della civilta’
occidentale attraverso il racconto delle idee e
degli uomini che l’hanno guidata. Dalle varie
critiche e giudizi sul lavoro di Rossellini,
vale estrarre un breve pensiero del noto Martin
Scorzese il quale afferma: ”Rossellini ha
mutato il cinema in tre tempi. Primo, con
Vittorio De Sica iniziò quello che veniva
chiamato “neo realismo”, quindi con la moglie
Ingrid Bergman ha creato una serie di
storie pressoche’ mistiche come “Stromboli” ed
“Europa 51”, un film didattico che divenne la
nuova ondata del cinema degli anni 60. Al
termine della sua carriera diresse una serie di
filmati per la Rai Tv, creando una serie di
capolavori artistici”.
Dal canto suo, la diva svedese visse in Italia
con Rossellini, girandovi sei film, nel periodo
1950-1955, tra i quali “Europa 51”, che venne
presentato il medesimo anno (1952) della nascita
di Isabella, la quale diverra’ famosa modella ed
attrice, nonche’ Isotta.
La carriera di Ingrid riprese la via del
successo con il film “Elena et les homes” col
direttore francese Jean Renoir, successo che
aveva goduto in Italia con i film di Roberto
Rossellini.
Allorche’ Hollywood attrasse di nuovo la star
svedese per il ruolo nel film ”Anastasia”, il
matrimonio con Rossellini svani’ (nel 1957), ed
il prestigio artistico rese la meravigliosa
attrice ringiovanita, popolare, e meritevole di
vincere un altro Oscar con “Anastasia”. Poco
dopo sposo’ Lars Schmidt, un produttore
teatrale svedese, per divorziare, dopo breve
tempo, e pur essendo affetta da cancro,
continuo’ a lavorare per cinema, Tv e teatro,
vincendo anche un “Emmy”. Dopo il debutto a
Londra, con il film” Autumn Suonata” si
presento’ nei panni del Primo Ministro
israeliano Golda Meier per il quale ottenne un
“Emmy” ed un “Golden Globe”. Era l’ultimo hurra
di una valida, coraggiosa, gentile attrice, con
la quale il cronista ebbe l’occasione di
scambiare, in un noto ristorante newyorkese, una
cordiale conversazione sull’ultimo film, con
qualche ricordo personale e “la gioia per l’
indimenticabile vita trascorsa in Italia, patria
dell’ uomo che ho sempre amato”.
Purtroppo nel 1982 dovette dire addio al teatro
e alla macchina da presa, rapita dal male che la
perseguitava da sette anni. Aveva trascorso 67
primavere e le sue ceneri furono sparse lungo la
costa svedese, mentre un pizzico finiva tumulato
nel Cimitero di Stoccolma. Il suo palmares
indicava il numero 55.
Tanti furono i film ai quali Ingrid dono’ la sua
arte, la sua bellezza e la sua
semplicità.
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