Joe
Louis, il campione che fece piangere Marciano
New
York, 20 Aprile 2012 - Questa è la
storia dell’ex campione
del
mondo dei “massimi” Joe Louis Barrow, nato il 13
maggio 1914, sopranominato “The Brown Bomber”.
Con questo articolo il cronista, che conosceva
bene Joe Louis, intende rievocare il grande
incontro
del
26 ottobre 1951, tra Rocky Marciano ed il
"bombardiere nero", il quale torno’ al ring dopo
aver appeso i guantoni. Gli offrirono 300 mila
dollari, ma resta ancora un mistero conoscere
chi ritiro’ quella somma.
Il risultato e’ ormai catalogato. All’ottavo
round, dopo che il sinistro lampo
dell'abruzzese-americano Rocco Marchegiano,
riusci’ a toccare il mento di Louis, si ebbe il
primo tuffo verso il buio. Otto secondi dopo la
corsa verso l’incoscienza fu
completa. Il “re del
ring”, l’invitto campione dei Pesi Massimi, era
schiantato al suolo, colpito da un poderoso
destro, complemento dell’azione iniziata dal
probabile futuro campione
del
mondo. La fine della carriera di mister Joe Barrow
Louis era segnata. Aveva vinto la giovinezza di
fronte alla vecchiaia, la velocita’ di fronte
alla lentezza degli arti inferiori, ai riflessi
ritardati, alla non piu’ irresistibile
potenza
dei pugni.
Per questo complesso stato di cose Joe Louis
dove’ soccombere per la seconda
volta
nel corso della sua incancellabile carriera,
durata 17 anni. Per soddisfare la curiosita’ dei
lettori, sorse necessaria una domanda per l’ex
campione: Joe - chiedemmo nella sede
dell’International Boxing club -, sei pronto a
ritirarti definitivamente dal ring?
Il signor Barrow era un attore dalla maschera
alla Charlie Chan, il poliziotto cinese dei
classici film d’avventure.
“No",
disse. Ma non disse nemmeno si. ”Non so
ancora cosa rispondere”.
Joe non rincorreva altra gloria, a Joe Louis
ex campione del mondo, ex "bombardiere nero”,
occorrevano dollari. Soldi da versare alle
finanze dello
Zio Sam,
il quale non era ancora
soddisfatto. Gli incassi favolosi, taluni, non
erano bastati a calmare le lacune del fisco. Il
manager, la vita dispendiosa, le donne, avevano
assorbito tre quarti dei guadagni
del
“negro”, sul ring.
Dopo
l’incontro con Marciano (nella foto), il
cronista chiese a Joe: Credevi, prima
del
combattimento, ad un probabile K.o. di Marciano?
“Sapevo che il suo destro e’ potente, ma non
ritenevo che dovessi piegare le ginocchia così
presto. Poi quel suo jab sinistro, quel pugno
che nessuno mi aveva additato come
“demolitore…ma il suo destro per me, e’ stato
fatale.”Ora non fa nessun effetto rimpiangere il
passato. Tutto va preso con filosofia, il
bello
ed il brutto.”
Credi che Rocky diverra’ grande come te?
“Marciano e’ un giovane
ed ha un grande avvenire. Io ormai non ho piu’
il
pugno d’un
tempo. Marciano potra’ prendere il mio posto. I
suoi colpi possono portare alla gloria.”
Joe, vuoi rievocare - intervenimmo-
per i nostri lettori“ il match da te sostenuto?
“Io credo di aver vinto
due o tre round. Mi sentivo mancare le forze,
round per round. Ero tremendamente stanco,
mentre lui era piu’ allenato ed inoltre
dieci anni piu’ giovane di me. Credo che nei
primi round l’ho tenuto a bada,poi il controllo
e’ venuto a mancare ed egli ha potuto
“penetrare” facilmente in quanto ho abbassato
la guardia involontariamente.
Quell’errore mi e’ costato
il K.o".
Louis fotografo’ cosi’ la scena finale in
maniera impressionante. Non avrebbe potuto dire
di piu’, la memoria lo avrebbe tradito.
Un momento altrettanto
drammatico si verifica al termine dell’incontro,
nel camerino di Louis ed il suo manager: Rocky
entra nella stanza ed abbraccia Louis, e
nascondendo una lacrima, chiede: ”Joe,come stai?
Mi perdoni? Non avrei dovuto incontrarti. Tu eri
l’ultima persona che io volessi incontrare. Ti
ho fatto male?”
Con un sorriso forzato e spirito filosofico, il
defenestrato campione porge la mano a Rocco
Marchegiano e sentenzia: ”A che vale
piangere. Tutto succede per il meglio. Non ho
vinto. Dovevi vincere tu che sei il mio
vincitore. Sono pronto ad andare in pensione. Ti
auguro tanto successo”.
Nell’intimo del vecchio campione ruggiva
qualcosa che voleva tener segreto. Forse avrebbe
voluto incolpare il fisco al quale doveva circa
un milione di dollari, forse avrebbe voluto dire
che, simile ad un qualunque sportivo, preferiva
la poltrona centrale davanti al ring anziche’
calcare il quadrato ammirando cosi’ l’ascesa
dei novelli campioni. Avrebbe voluto dire tutto
questo, ma non pote’. Era questione di principio
e di morale
Alla fine
del
1950 il “bombardiere nero” doveva versare al
fisco un milione di dollari e l’esattore bussava
alla porta accompagnato da due policeman.
Intervenne l’allora gangster Frank Lucas con un
assegno di 50 mila dollari, che calmo’ l’accesa
atmosfera, con la promessa che mensilmente egli
stesso avrebbe versato altre somme onde
tamponare il “debito”.
John Lewis Barrow rimarra’ nella storia
pugilistica per questo ed altro.
Il 12 aprile 1982, il re di 72 battaglie, di cui
69 vinte, abbandonava questo mondo ma nessuno
gli potra’ togliere la corona anche se,
apparentemente, egli l’ha persa, anche se
apparentemente ha dovuto soccombere. Neanche il
tempo, questa volta vincitore, potra’
cancellarlo. |