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I Ricordi di Lino Manocchia

Il 12 aprile 1982 moriva, a 68 anni, una delle leggende del pugilato, un personaggio senza tempo e di tutti i tempi

 

Joe Louis, il campione che fece piangere Marciano

 

 

 

 

New York, 20 Aprile 2012 - Questa è la storia dell’ex campione del mondo dei “massimi” Joe Louis Barrow, nato il 13 maggio 1914, sopranominato “The Brown Bomber”.

Con questo articolo il cronista, che conosceva  bene Joe Louis, intende rievocare  il grande incontro del 26 ottobre 1951, tra Rocky Marciano ed il "bombardiere nero", il quale torno’ al ring dopo aver appeso i guantoni. Gli offrirono 300 mila dollari, ma resta ancora un mistero conoscere chi ritiro’ quella somma.

Il risultato e’ ormai catalogato. All’ottavo round, dopo che il sinistro lampo dell'abruzzese-americano Rocco Marchegiano, riusci’ a toccare il mento di Louis, si ebbe il primo tuffo verso il buio. Otto secondi dopo la corsa verso l’incoscienza fu completa. Il “re del ring”, l’invitto campione dei Pesi Massimi, era  schiantato al suolo, colpito da un poderoso destro, complemento dell’azione iniziata dal probabile futuro campione del mondo. La fine della carriera di mister Joe Barrow Louis era segnata. Aveva vinto la giovinezza di fronte alla vecchiaia, la velocita’ di fronte alla lentezza degli arti inferiori, ai riflessi ritardati, alla non piu’ irresistibile potenza dei pugni.

Per questo complesso stato di cose Joe Louis dove’ soccombere per la seconda volta nel corso della sua incancellabile carriera, durata 17 anni. Per soddisfare la curiosita’ dei lettori, sorse necessaria una domanda per l’ex campione: Joe - chiedemmo nella sede dell’International Boxing club -, sei pronto a ritirarti definitivamente dal ring?

Il signor Barrow era un attore dalla maschera alla  Charlie Chan, il poliziotto cinese dei classici film d’avventure.

“No", disse. Ma non disse nemmeno si. ”Non so ancora cosa rispondere”.

Joe non rincorreva  altra  gloria, a Joe Louis ex campione  del mondo, ex "bombardiere nero”, occorrevano dollari. Soldi da versare alle finanze dello Zio Sam, il quale non era ancora soddisfatto. Gli incassi favolosi, taluni, non erano bastati a calmare le lacune del fisco. Il manager, la vita dispendiosa, le donne, avevano assorbito  tre quarti dei guadagni del “negro”, sul ring.

 

Dopo l’incontro con Marciano (nella foto), il cronista chiese a Joe: Credevi, prima del combattimento, ad un probabile K.o. di Marciano?

“Sapevo che il suo destro e’ potente, ma non ritenevo che dovessi piegare le ginocchia così presto. Poi quel suo jab sinistro, quel pugno che nessuno mi aveva additato come “demolitore…ma il suo destro per me, e’ stato fatale.”Ora non fa nessun effetto rimpiangere il passato. Tutto va preso con filosofia, il bello ed il brutto.”

Credi che Rocky diverra’ grande come te?

“Marciano e’ un giovane ed ha un grande avvenire. Io ormai non ho piu’ il pugno d’un tempo. Marciano potra’ prendere il mio posto. I suoi colpi possono portare alla gloria.”

Joe, vuoi rievocare - intervenimmo- per i nostri lettori“ il match da te sostenuto?

“Io credo di aver vinto due o tre round. Mi sentivo mancare le forze, round per round. Ero tremendamente stanco, mentre lui era piu’ allenato ed inoltre dieci anni piu’ giovane di me. Credo che nei primi round l’ho tenuto a bada,poi il controllo e’ venuto a mancare ed  egli ha potuto “penetrare” facilmente  in quanto ho abbassato la guardia involontariamente. Quell’errore mi e’ costato il K.o".

Louis  fotografo’ cosi’ la scena finale in maniera impressionante. Non avrebbe potuto dire di piu’, la memoria lo avrebbe tradito.

Un momento altrettanto drammatico si verifica al termine dell’incontro, nel camerino di Louis ed il suo manager: Rocky entra nella stanza ed abbraccia Louis, e nascondendo una lacrima, chiede: ”Joe,come stai? Mi perdoni? Non avrei dovuto incontrarti. Tu eri l’ultima persona che io volessi incontrare. Ti ho fatto male?

Con un sorriso forzato e spirito filosofico, il defenestrato campione porge la mano a Rocco Marchegiano e sentenzia: ”A che vale piangere. Tutto succede per il meglio. Non ho vinto. Dovevi vincere tu che sei il mio vincitore. Sono pronto ad andare in pensione. Ti auguro tanto successo”.

Nell’intimo del vecchio campione ruggiva qualcosa che voleva tener segreto. Forse avrebbe voluto incolpare il fisco al quale doveva circa un milione di dollari, forse avrebbe voluto dire che, simile ad un qualunque sportivo, preferiva la poltrona centrale davanti al ring anziche’ calcare il quadrato ammirando  cosi’ l’ascesa dei novelli campioni. Avrebbe voluto dire tutto questo, ma non pote’. Era questione di principio e di morale

Alla fine del 1950 il  “bombardiere nero” doveva versare al fisco un milione di dollari e l’esattore bussava alla porta accompagnato da due policeman.

Intervenne l’allora  gangster Frank Lucas con un assegno di 50 mila dollari, che calmo’ l’accesa atmosfera, con la promessa che mensilmente egli stesso avrebbe versato altre somme onde tamponare il “debito”.

John Lewis Barrow  rimarra’ nella storia pugilistica per questo ed altro.

Il 12 aprile 1982, il re di 72 battaglie, di cui 69 vinte, abbandonava questo mondo ma nessuno gli  potra’ togliere la corona anche se, apparentemente, egli l’ha persa, anche se apparentemente ha dovuto soccombere. Neanche il tempo, questa volta vincitore, potra’ cancellarlo.

Lino Manocchia

Nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921. Nel corso della sua lunghissima carriera negli Usa, dove si è trasferito nel '50, ha incontrato ed intervistato i personaggi più famosi e potenti del mondo.

 

 
 
 
 

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