Un
abruzzese insegna l’italiano
alla icona del western
Bob Hope, John
Wayne, Ronald Reagan, Dean Martin
di Lino Manocchia
New York, 31.01.2012 - Centocinque anni
fa (20 maggio 1907), nasceva a Winterset,
minuscola cittadina dello Iowa, John Wayne,
pseudonimo di Marion Mitchell Morrison,
soprannominato “Big Duke” (Grande Duca), per
l’abitudine di farsi accompagnare ovunque dal
suo terrier di nome “Little Duke” (Piccolo
Duca). Da adolescente John lavoro’ in una
gelateria per un uomo che produceva ferri di
cavallo per Hollywood. Presto si appassiono’ al
football, tento’ di entrare nell’Accademia
Navale, ma non riusci’ a raggiungere il
punteggio necessario. Grazie ad una borsa di
studio ottenuta per le sue doti atletiche,
mentre giocava nella squadra inizio’ a lavorare
negli studi cinematografici, rimediando alcune
parti minori grazie al leggendario cow
boy-attore Tom Mix, al quale forniva i biglietti
per le partite di football.
Duke personifico’ in maniera esemplare il ruvido
masochista, ed oggi e’ considerato una leggenda
del cinema, tanto che nel 1999 l’American Film
Institute lo ha nominato l’ottava star tra i
migliori di Hollywood
Riassumere la vita e la carriera di Wayne
richiederebbe una ciclopica enciclopedia.
Inconfondibili, il suo tono di voce (era
accanito fumatore), il modo di camminare,
l’immancabile cappello da cow boy e il fucile
che maneggiava con rapidita’ invidiabile
costruirono nel tempo un impareggiabile attore
che, senza strafare, accumulò 142 film uno piu’
avvincente dell’altro. Wayne dal 1950 al 1970
incamero’ 3 Oscar, che festeggiava ad ogni
ricorrenza con un cerimoniale tipico di
Hollywood, grazie ai film “Sand of Ivo Jima”
(aprile 50), “The Alamo” (1961) e “True Grit”
(aprile1970), contornati da vari altri premi
artistici ed onorificenze.
Fortunatamente, ad aiutarci a riscoprire la vita
di questa icona e’ il figlio di John, il
quarantanovenne John Ethan Wayne, il suo
secondogenito concepito da Pilar, terza moglie
dell’attore. Come noto, John Wayne ebbe tre
mogli, che gli regalarono 7 figli e 15 nipotini.
Il cronista ebbe il piacere di parlare con Big
Duke in occasione di una prima mondiale a New
York e lo ricorda in maniera speciale, per un
dettaglio “curioso”: la star, per augurare buona
sera, disse “Buenas dia, como sta’?” Poi
aggiunse, con voce pacata: ”MI piacerebbe
girare un film a Roma, nel Colosseo, col mio
cavallo bianco. Io ho imparato un poco
l’italiano grazie al mio amico Dean Martin, un
grande artista, col quale ho girato diversi
film”.
Il figlio Ethan,.come prevedibile, venne avvinto
dal cinema sin da giovane eta’, interpetando il
ruolo di primo attore nel cinema e in
televisione in alcuni film paterni come “Big
Jack,” un western del 1971 e quindi come
“cascatore”...Accompagnava spesso il padre al
lavoro, affascinato dai serpenti, contenuti in
gabbie speciali, che le Case raccoglievano per
scene da girare.
Chissa’ quanta memorabilia possiede l’erede
Wayne?
«Personalmente ho un bronzo di cavallo e cowboy
ed un “pistolone”, che papa’ uso’ in un film,
accompagnato da una scritta: ”Attento, questo
oggetto fa male”»
”Duke" divenne amico del grande regista John
Ford il quale diresse una ventina di ottimi
film, nel corso di 30 anni, interpretando i suoi
ruoli piu’ celebri a partire da quello di Ringo
Kid in “Ombre rosse” (1939) il western che diede
la svolta alla sua carriera,proseguendo con la
trilogia sulla cavalleria,comprendente ”Il
massacro di Fort Apache”, ”I cavalieri del Nord
Ovest” e “Rio Bravo”.
Ma i primi film a colore piacquero a Big Duke?
«Papa’ - dice Ethan - nel 1941 era entusiasta.
L’anno seguente apparve nel tecnicolor “Vento
elvaggio” recitando accanto a Ray Millard e
Paulett Godard. Memorabile i film “Iwo Jima” e
“Deserto di fuoco” (1949)».
Chi ha\ scelto il tuo nome Ethan?
«L’interpretazione
del personaggio di Ethan Edward in “Sentieri
selvaggi” viene considerata una delle migliori
interpretazioni di mio padre ed egli scelse
quel nome».
Ethan, ci interessa conoscere qual era il
film preferito -non western- da tuo padre.
Lo sai?
«“Sand of Jima” e “Wake of the red Witch”».
Dopo tutti questi anni sfumati dal tempo, il
nome John Wayne ha subito scoloramenti?
«Quando papa’ ci ha lasciato aveva un patrimonio
di mezzo miliardo di dollari. Un bel giorno
creammo una ”Foundation Institute” al suo nome,
che tutt’ora funziona in maniera soddisfacente»
Come detto numerose le onorificenze che Wayne
teneva a mostrare agli amici, come l’invito
alla Casa Bianca per la medaglia High Honor del
Congresso, poi la Presidential Medal of Freedom
dal Presidente Carter.
La voce del grande cow boy venne doppiata da una
schiera di ottimi artisti italiani, Romolo
Costa in testa, che doppio’ i primi film della
carriera di Wayne, Emilio Cigoli in decine di
pellicole, quindi Mario Pisu,che sudo’ per
rendere reale possibile il suo “linguaggio” nel
film “Il massacro di Forth Apache”, ed anche
Arnoldo Foa’ effettuo’ un ottimo doppiaggio per
“Le ali delle aquile”.
John Wayne mori’ nel 1979, all’eta’ di 72 anni,
per un tumore allo stomaco e venne sepolto nel
cimitero di Corona del Mar in California. |