NEW
YORK, 14.8.2013-
Attore di grande talento e grande benefattore.
Questo era
Paul Newman
i cui incredibili occhi azzurri
e la cui generosità lo hanno consacrato come
uno degli artisti più amati della sua epoca.
L’ingresso nel mondo del cinema risale agli anni
50. Da quel momento fu piena ascesa, nei primi
tempi venne costantemente scambiato per
Marlon Brando, e non perse l’occasione per firmare almeno
500 autografi con la scritta ”Tanti auguri,
Marlon Brando”. Una burla che fece ridere a non
finire il grasso attore. Paul mi raccontò
l’episodio un giorno, quando eravamo insieme
nelle piste per le gare automobilistiche. Poichè
amava “burlonare” bastava toccare il tasto
giusto per sbellicarsi dalle risate. Paul era un
“libro ambulante” di storie allegre: una volta
, quando gli chiesi: Paul hai lo sguardo di
ghiaccio che ha fatto la tua fortuna sullo
schermo, come immagini la scritta sulla tua
lapide? mi rispose: ”Qui giace Paul Newman
che e’ morto fallito, perche’ i suoi occhi erano
diventati marrone”.
Molti ricorderanno però i suoi capolavori in
pellicola come “Nick mano fredda,” “II
verdetto”, ‘Butch Cassidy,” per citarne alcuni,
senza dimenticare “Lassù qualcuno mi ama"
filmato con vero realismo dalla MGM, a New York
nel 1956. Questa è la pellicola che elettrizzò
Newman per il personaggio, la storia, il
contorno che egli curò personalmente.
Il ruolo di protagonista principale andò a
Newman dopo l’incidente mortale di James Dean,
che aveva chiesto una parte anche per Sal Mineo.
Il personaggio (Thomas
Rocco Barbella-Rocky
Graziano) entusiasmava l’attore
dell’Ohio che di pugilato non aveva grande
conoscenza.
Il "Monello" di Brooklyn era figlio di un ex
pugile fallito ed alcolizzato. La sua vita era
un "dettaglio" rocambolesco macchiata
da numerose "bravate" ed altrettante fughe
dalle grinfie della polizia e dell'Istituto per
ragazzi, gestita da
Padre Benedetto.
Dopo la “Casa di
Correzione”, carica di comportamenti scontrosi,
dove arrivava a spegnere, addirittura, una
sigaretta sul palmo della mano del direttore,
venne chiamato dall'Esercito dove fece ferro e
fuoco con le sue pazze stramberie.
A completamento della sua permanenza incontro'
un altro detenuto, che tirava di boxe. Osservato
dall'addetto alla squadra di pugilato,
fu suggerito al match-maker
Cohen che non soffrì molto per lanciarlo nelle braccia
di una certa popolarità a New York dove conobbe
un'amica di sua sorella Norma
che in seguito diventerà sua
moglie.
”Speriamo che non mi capiti un altro
film- disastro come il “Calice” del quale mi
vergogno citare il titolo -
commentava Paul al termine di ogni giornata di
riprese - Rimasi tanto male che acquistai una
pagina di un quotidiano per un mese onde
sollecitare i lettori a NON vedere il film”.
Questa
volta, pero’, Paul era circondato da ottimi
attori come Anna
Maria Pierangeli
(nella foto i due protagonisti)
e dal regista
Robert Wise,
degno di menzione. Il film
drammatico-biografico, tratto dalla biografia di
Rocky Graziano (pseudonimo di Thomas Rocco
Barbella) e’ violento come una
frustata, addolcito, a tratti, dalla soave voce
del crooner
Perry Como
che si esibisce nella canzone “Somebody up there
likes me“ Graziano era un uomo di pietra,
reggeva per interi round sotto la raffica di
colpi sferrati da campioni. "Il pugile, si
vedeva, sfoggiava la forza della razza, la
resistenza degli italiani. Veramente
ammirevole”. Paul confessò questo al
cronista, al quale chiese con un aperto
sorriso: “anche tu sei cosi’ forte e
violento?”
E giunse il momento di chiedere scherzosamente:
Paul, ma
i pugni di Graziano ti facevano male? Non vedo
segni al volto...
"Allora non sai che stiamo
girando un film...ruvido? E poi abbiamo il
direttore ed i truccatori che tengono cura delle
"pecche' della cinematografia".
La conversazione si concluse con una Coca Cola.
Anna Maria Pierangeli, durante la lavorazione
del film, aveva bisogno di una signora amica al
fianco.
”Con tutto quel sangue c’era da svenire -
affermava Anna Maria -. Per fortuna il Paul
Newman che vediamo sanguinare (trucchi della
produzione n.d.r) lo si rivede presto
nella sua splendida visione di attore
formidabile e pronto a fornirci suggerimenti ed
idee come fosse un provato boxeur”.
Sempre durante le chiacchierate sugli astri e
campioni, chiedemmo: Tu hai avuto tanti
personaggi nei tuoi film, chi di questi ti e’
apparso il più crudo, spesso pietoso, irreale?
”Il film su Graziano e “ Cool hand Luke” in
cui recitavo la parte di un carcerato ribelle,
e detiene il record della crudeltà. Sono sempre
più convinto che nel cinema si sfiora
facilmente l’irrealtà”.
E noi aggiungiamo: tutto quello che Newman
faceva, lo realizzava nel modo migliore,
meritando le dieci nomination all’Oscar, ma la
sua grande passione erano le auto da corsa, un
amore nato negli anni ‘70 sul set di
Indianapolis. La sua stella continuerà a
brillare finchè il cinema avrà vita. |