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I Ricordi di Lino Manocchia

giulianovailbelvedere alla scoperta dell'America

 

L'esperienza di un reportage in "guerra fredda"

Due giorni a Westover, tra bombardieri e jet

 

NEW YORK, 27.10.2013 - Correvano gli anni 50, i rapporti tra le grandi potenze, Usa e Urss, non erano molto felici e la tensione era a portata di mano.

L'America aveva creato la "Voice of America", un grande mezzo di comunicazione e diffusione di mezzo mondo, ma non  era sufficiente.

Un motto nostrano molto in uso recitava: "Se vuoi vivere in pace, armati," e per proteggersi da eventuali attacchi dei T95 russi, veniva instaurata la "S.A.C." (Strategic Air Comand), una barriera fornita anche di bomba atomica, che partiva daII'estremo ovest delI'America per giungere nella fascia est, ben protetta da una squadra di bombardieri stratosferici B52,  capaci di entrare in azione nel giro di 15 minuti, con rifornimento in volo, il tutto diretto dalla AMC (Air Mobility Command).

La scelta per il centro della S.A.C. cadde sulla cittadina di Springfield, nel Massachusset, dove sorgeva la base aerea di Westover (Ia piu' grande pista aerea di riserva) che, col tempo, diverrà anche una base della NASA SPACE SHUTTLE.

L'America tirò un sospiro di sollievo: lo spauracchio di eventuali attacchi russi era scemato, grazie anche ad una quantità di veloci Jet che resero Westover la più fortificata base aerea mai allestita.

II generale Carl Spaatz, Capo delle Forze Armate Americane, così descrisse la missione della SAC: "Siate preparati a condurre azioni in qualsiasi parte del mondo per compiere missioni speciali che il Comando delle Forze Armate non aveva mai compiuto prima di allora. Certamente nessuna organizzazione militare ha posseduto una simile forza, l'odierno risultato non ha eguali nella storia umana, che gli Stati Uniti posseggono, e sarà trasmesso alla futura generazione in virtù del risultati ottenuti".

"La nostra missione è quella di procurare ai "veterani" un concentrato di quanto abbiamo appreso tenendo attivo le unità ed il personale della Sac in molte parti del globo", commentò il generale  Spaatz.

           Un giorno del 1959, il direttore del settore italiano Giorgio Gatti chiamò uno dei suoi  collaboratori connazionali – il sottoscritto – affinchè si recasse a Westover per presentare un quadro del maestoso complesso militare.

In breve, la manifestazione allestita dallo Strategic Air Comand portava II nome di "Allarme e manovre".

II cronista, perplesso, non sapendo ancora di cosa si trattasse, si avviò alla volta di Westover, che nel 1956 aveva allestito anche un maestoso bunker (tunnel sotterraneo) capace di ospitare 100 persone per 90 giorni, quindi allestita a "libreria di guerra"  e successivamente a "War Room" che fu spogliato degli armamenti militari e la polvere ebbe il sopravvento. Per un breve periodo fu usato dalla Banca di riserva di Boston (che aveva versato 250 mila dollari) dove erano preservati i record della banca. Successivamente fu adibito a libreria del College Amherst. La "War Room" però è tutt'ora viva, avvolta da un’atmosfera carica di emozioni.

 

L'INGRESSO A WESTOVER

 

Già da qualche chilometro prima deII'ingresso in Westover regnava un trambusto di macchine, jep, furgoni che puntavano verso la rampa di Iancio. Ottenuti i "Press pass" speciali, prontamente un colonnello pluridecorato di stellette e nastrini a dozzina sul petto, e il cui nome sfugge alla mia mente, dopo una breve introduzione, mi spiegò che in Vietnam aveva abbattuto 19 Jet russi e mitragliato una dozzina di binari ferroviari. Un eroe, un pilota di quelli che si ammirano a bocca aperta.

Scambio di informazioni personali e presentazione di un palo di generali che non potevano fare a meno di parlare della Russia, del Mig e qualche superfortezza Tu95.

"Lei assisterà - mi disse un anziano graduato - alle prove di allarme e manovre. Tre superfortezze lasceranno il parcheggio e passeranno di fronte a noi nel breve giro di 15 minuti, il tempo necessario per l'avvio dei pachidermi e ai piloti e mitraglieri di prender posto suII'aereo". I B52 si sa, possono volare a  16 mila metri d'altezza a velocità subsonica. Inutile affermare che la sola vista frontale di simili giganti micidiali spiega la nomenclatura deII'aereo.  Impressionante è l'aggettivo più dolce che si possa esprimere alla vista del suo arrivo sulla rampa di lancio. Assordanteè la naturale espressione di un Orso affamato inferocito dagli spari del cacciatore.

Intanto sei jet sfrecciavano in alto conturbando  l’atmosfera. Un urlo della sirena e le manovre scattavano. Il passaggio a bassa quota delle due superfortezze facevano tremare il corpo sino a quando l’aereo  aveva raggiunto una forte velocità e scompariva.

L’operazione ebbe luogo due volte, sino a quando gli aerei  tornavano al loro punto di partenza.

“Certamente avrà appetito - disse sorridendo un giovane generale -. La mensa ci attende".

E in breve, pur se un po’ confuso, mi ritrovai tra “l’amico” colonnello ed un generale il quale intavolò la conversazione con un altro suo collega a proposito dei Tu95.  Spiegai allora al colonnello che ero  uscito dal Collegio Bruno Mussolini di Forlì col grado di tenente ed avevo volato con le superfortezze tricolori, che al cospetto dei B52 apparivano come graziose fanciulle. E consumammo un saporito pasto, preparandoci a visitare l’interno dei bombardieri.

Un avvenimento, quello, superlativo, avvincente, impressionante, istruttivo. indescrivibile per lo stordente magico quadro zeppo di  bussole e segnaletica.  L'indomani ebbero luogo altre manovre che si conclusero  con la piena approvazione dei piloti ed il complesso direttivo.
Ovviamente, osservando i bombardieri ed i Jet  di Westover  vien fatto di essere d'accordo col  navigato ufficiale che ha visto guerre distruttive causate dalla cattiva preparazione. Al termine della guerra fredda e la conversione di Westover la base di Air Reserve, agli inizi del 1980, il reparto munizioni fu  "spogliato" diventando così solo base dei superjet. Il reportage del cronista fu "montato" a New York e ricevette i complimenti dei dirigenti la “Voice of America” e dei colleghi di altra "lingua" che chiesero di poter riversare il "pezzo" alle loro sedi. 
E' proprio vero il concetto di Lavoisier: "nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". "La "legge" vale anche per la storica Westover, che mi suggerisce una domanda:  Quanti colleghi giornalisti hanno avuto questa soddisfazione ed onore" riportando la vita e le manovre che si alternano nella vallata del Massachusetts per difendere la nazione? Sono momenti magici per un giornalista che, come lo scrivente, ha anche provato la sensazione di scendere a 200 metri sotto terra dove uomini coraggiosi sfondano le pareti della montagna per estrarne il carbone.

Lino Manocchia

 

 

Nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921. Nel corso della sua lunghissima carriera negli Usa, dove si è trasferito nel '50, ha incontrato ed intervistato i personaggi più famosi e potenti del mondo.

 

 
 
 
 

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