Giulianova, 23.09.2011 - Dal Partito
Democratico di Giulianova riceviamo e
pubblichiamo:
Nella storia della resistenza italiana – giunta
a compimento attraverso l’oscurità della
cospirazione, dell’esilio, delle carceri e dei
luoghi di confino e illuminata, infine, di
sacrifici cruenti – si inseriscono le vicende di
cui fu teatro il Bosco Martese.
Una rivolta – definita da Ferruccio Parri come
“la prima battaglia in campo aperto
dell’antifascismo italiano” - condotta da
patrioti delle vecchie e nuove leve e da
partigiani appartenenti alle classi sociali più
disparate: contadini, artigiani e studenti. Una
pagina di storia colorata di gloria e di eroismo
che, sicuramente, rende onore a tutta la
provincia di Teramo.
Mentre a Roma i governanti che avevano condotto
l’Italia verso la catastrofe se la davano a
gambe, a Teramo si costituiva un comitato
insurrezionale con a capo diversi esponenti tra
i quali il Dott. Mario Capuani, Vincenzo Ercole
Orsini – quest’ultimo ebanista, insignito della
medaglia d’oro alla memoria per la resistenza e
dal quale prende nome uno dei principali viali
di Giulianova – e Adelchi Fioravanti. La volontà
di ribellarsi al nazifascismo, di cancellare
tanti errori ma, soprattutto, di costruire un
avvenire migliore, spinse giovani e anziani a
darsi appuntamento tra quei boschi,
prevedibilmente con la morte, tutti uniti da un
ideale comune: la libertà.
Durante le ore immediatamente precedenti alla
battaglia, non mancarono attimi di sgomento e
preoccupazione tra i combattenti, arroccati nel
bosco, che avevano lasciato mogli, figli e
parenti allo scoperto da possibili rappresaglie
naziste.
Le ostilità iniziarono la mattina del 25
settembre 1943 quando, una colonna di automezzi
carichi di soldati tedeschi comandati dal
maggiore Hartman, muoveva verso la montagna
teramana con l’intento di distruggere le
postazioni partigiane del Bosco Martese. La
resistenza dei patrioti teramani fu talmente
intensa che i tedeschi, armati fino ai denti e
convinti di potere avere la meglio con una certa
facilità, furono costretti a battere la ritirata
e a tramutare la loro tracotanza in una
moderata prudenza. In risposta alla bruciante
sconfitta, le forze tedesche consumarono atroci
vendette e violentissime rappresaglie a danno
della popolazione civile. Il resto degli anni,
passando per il 25 aprile 1945 fino ai giorni
nostri, appartiene alla storia.
A noi, oggi, in occasione della celebrazione
dell’anniversario del Bosco Martese, sembra
doveroso riportare alla luce questo avvenimento
che contribuì fortemente alla liberazione
italiana dal fascismo e dai tedeschi nonchè a
dare impulso al complicatissimo processo di
ricostruzione del nostro Paese che, uscito
devastato dalle rovine della guerra, doveva
necessariamente rinascere su nuovi ordinamenti
liberali e democratici.
Pertanto, il nostro obiettivo è quello di
ricordare la battaglia di Bosco Martese non come
una semplice ribellione ma come una pagina
gloriosa nella storia della resistenza italiana
dove fierezza, spirito di sacrificio e l’amore
per la libertà rappresentarono per il popolo
teramano e per L’Italia intera un unico e
irrinunciabile ideale di vita. |