BARRICHELLO A
CUORE APERTO: «SONO FELICE»
Speciale
Indycar: Intervista all'ex campione di Formula
Uno
New York, 31.3.2012 - “Adesso
mi sento bene, fisicamente e psicologicamente.
La squadra lavora bene,
c’e’ gente valida, Tony Kanaan è un
caro compagno. E mi sento parte importante di
questa formazione.”
E’ Rubens Barrichello a fissare il
“punto” sul suo nuovo abitacolo che ha avuto
per compagno per oltre 19 anni nella formula
iridata. “Rubinho” è già. di casa KV
Racing Technology, ha sostenuto il primo
esame a St Petersburg (Florida) dove una ottima
performance veniva spezzettata per colpa di un
termometro guasto – regolatore del carburante-
ed ora si appresta a spolverare i residui dei
mondiali grazie al coraggio all’esperienza e
decisione che lo hanno portato in America. La
seconda tappa è quella del Barber Park
(Alabama) che scatterà tra due giorni e quindi
il gran galà della Montecarlo del West
(Long Beach California) dove il fior fiore degli
assi mondiali vi gareggiarono lasciando ricordi
indelebili.
Il brasiliano non conosce bene l’America, che ha
avuto sempre nella sua mente “Ho detto a mia
moglie (Silvana) di aver sentito dire che
si puo’ andare in bicicletta sul Grand Canyon e
campeggiarvi, ma dopo l’impegnativa visita nella
mia Terra con la vettura della KV Racing,
l’orizzonte apparirà ancor più chiaro e sicuro.”
Indubbiamente Barrichello e’ il nome piu’
grande giunto dall’Europa dopo Il campione di
F.1 Nigel Mansel, che vinse il campionato
CART del 1993. “Barrichello porta in America
una ventata di “internazionalità’ ed un seguito
umano incalcolabile” asserisce l’attuale
campione Dario Franchitti “e son certo
che non impiegherà tanto per imbeversi dello
spirito che anima le piste rosso blu.”
Quanta differenza hai notato, Rubens, tra il
bolide di Formula uno e quello Indycar?
“Il propulsore e’ diverso,ma dalla forza quasi
simile,mentre il peso è più amico
dell’”americana” , pertanto la guida è
distintamente diversa”
Senza dubbio l’aiuto tecnico dell’amico Kanaan
renderà la tua permanenza meno…”pesante”?
”Tony è stato ed è un grande aiuto, sia per le
corse che la nuova vita americana. Con lui la
transizione di vita appare meno “dolorosa”,
Siamo come fratelli, sin dai tempi delle prime
corse Kart ma quando siamo in pista bisticciamo
amichevolmente. Anche questo fa parte della vita
di un pilota.”
(foto: Kanaan,
E.j.Viso e Barrichello)
Tu non hai provato ancora gli ovali. Pensi che
vi troverai difficoltà?
“E’ vero, non li ho ancora provati, ma anche li
sarà questione di adattarsi, salvo poi ad
evitare incidenti pericolosi. L’aspettativa,
però, è grande. Dovrò adattarmi agli ovali ed
imparare a risparmiare il carburante, strategia
che non esiste nell’altro Pianeta mondiale. Come
si vede, tutto questo è una novità per me, una
nuova challenge. Ma sono ansioso di cominciare
e fare buona figura, insieme a Kanaan ed al
terzo “moschettiere” del team Kalkhoven,
EJ.Viso“
E’ stato difficile ambientarsi con la partenza
lanciata?
“Non direi, penso però che mi ci abituerò
presto. Fa parte delle corse e bisogna
essere…aggiornati”.
Giorni fa hai provato la pista
dell’Alabama.Impressioni?
“E’ una pista bellissima, con molta elevazione,
dozzine di curve cieche, una specie di montagna
tussah. Con una pista cosi’ ti trovi spesso in
situazioni strane. Ma tenteremo anche questa
esperienza.”
Rimpianti per la F.1?
“Ho
sempre amato la F.1. Io ho avuto tante gioie in
questi 19 anni. Il mio futuro è sempre molto
aperto, alla fine ci potrebbe essere sempre una
chiamata. Non si sa mai del futuro.”
Qual è il pilota piu’ ammirato, da te
conosciuto, durante la tua carriera?
“Senza dubbio il grande Ayrton Senna. Ancora
esce un sosia. E’ una rarità”
Rubens, ricominceresti da capo a fare tutto
quello che hai fatto sino ad oggi?
“Mi
piacerebbe rifarlo tutto nuovo, ma essere
caposquadra senza guidare, non c’e’ gusto.”
Saluti alla signora Silvana e ai due ragazzi. A
proposito, i ragazzi potrebbero intraprendere la
medesima strada del papà?
“Confesso che non mi dispiacerebbe”. |