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L'angolo sportivo

di Lino Manocchia

 

Il serio enigma che sovrasta la carriera dell’arizoniana

 

Automobilismo e non solo

Danika, il fascino delle vittorie mancate

 

 

NEW YORK  (Usa), 12.6.2014 -Il seguente soggetto sibillino sopraggiunge con il sole primaverile anche per il mondo delle quattro ruote: Caldo, misterioso, complesso che avvolge l’atmosfera gia’ calda della signora dell’Arizona. Ma certo che avete indovinato. Trattasi di Danica Sue Patrick, la pilota volante che ha saltato da un posto all’altro senza per altro ottenere risultati strepitosi, eccezione fatta per l’ammontare dei guadagni.

Come, l’abbiamo dimenticata? Non diremmo, il pubblico maschile  si reca  tuttora negli ovali della Nascar, fiduciosi che la driver  prima o poi verra’ incoronata regina. Non e’ il caso di abbracciare la via che conduce alla sfortuna poiche’ questa parola sopravvive presso diversi, tanti atleti di varie categorie, che lottano senza peraltro ottenere successi clamorosi.

O via, la bella Danica qualche risultato positivo l’ha estratto dal trambusto nel quale e’ entrata. Ve ne citiamo alcuni, in caso di dimenticanza. Vincitrice della prima corsa Indy car nella gara della Indy Japan del 2008, con l’ aiuto di una “provvidenziale” pioggia, e poi quella pole position del 2013, nella 500 miglia di Daytona che sbalordi’ tecnici e compagni di squadra, il tutto ottenuto in un lasso di 5 anni di tempo.

Quanta grazia, direte, per una donna minuscola di corporatura, modella dello “Sport Illustrato” che il destino ha voluto impiegare  in questo mondo fatto di gomme, velocita’ e odore acre di carburante. Ricordate? Fu scoperta nel 2007 dall’asso del volante Bobby Rahal (il cui figlio oggi gareggia nella Indy car; n.d.r.). Fu una sorpresa per tutti i quali  prontamente  pronosticarono che la bella Danica avrebbe spopolato, eguagliando e migliorando i record di altre 125 velocissime donne che in precedenza avevano scritto sul curriculum esaltanti risultati, per non investire la marea di driver maschili, tanti dei quali malgrado la buona volonta’ non ce l’hanno fatta.

 

Una delle auto messe fuori uso dalla bella Sue

 

 

 

Ma il carattere di  Danica Patrick ha una grande prerogativa: Combatte senza ambasce, non vince, ma convince che la sua e’ stata una corsa sfortunata e spesso gli avversari sono contrari alla sua presenza nelle file dei migliori. E ripetono monotonamente che “la bella" non appartiene con  loro, perche’ non e’ adatta alla serie Nascar  (ma quanto potrà fare, allora nella F.1?; n.d.r.).

Ricordo qualche anno fa, a Detroit durante una gara, ci sedemmo per parlare un po’ del futuro della decisa combattente antagonista delle quattro ruote.

Le risposte della diva furono un meraviglioso giragogolo di esempi che la rendevano bella, avvincente, ma non vincente poiche’ “lei aveva tempo per diventare una statua vincente”.

Purtroppo la sua profezia non si avvero’, colpa del destino che pero’ e’ stato magnanimo concedendole il privilegio della scelta da parte di alcuni patron di team stock car di iscrivere la 32enne divorziata, in questa serie dove ha corso, ma non ha  mai vinto, salvo piazzarsi periodicamente tra i 20-29imi arrivati, «tutti ”masochisti- nascartisti” i quali non hanno un piccolo segno di compassione», dice Danica. Ovviamente  sgorga naturale la domanda: Danica, dove vai?

L’atmosfera della serie stockista  e’ alquanto placida. Le cose dovrebbero e potrebbero  essere più incandescenti, mentre invece, purtroppo,  gli spettatori spendono un cumulo di dollari per portare una famiglia ad una serata automobilistica, nonostante negli spalti degli ovali vedono molte sedie vuote. Come un santo protettore, ecco sopraggiungere il ricco Gene Haas il quale aprira’, nel 2016, una “Formula Uno” nel territorio della Carolina del Nord. L’annuncio e’ stato lanciato in occasione della qualifica per il Grand Prix canadese, cospargendo la notizia con un vasto senso di sicurezza.

«Sono sicuro che lei sarebbe il pilota ideale, che  porterebbe fiumi di ammiratori-spettatori, con un vasto senso di sicurezza (niente di meno tra Nascar e Formula Uno?; n.d.r)».

Il 61enne californiano in aprile affermo’ che per Danica sarebbe difficile giostrare tra due categorie - cosa che ha fatto sinora -, ma giorni orsono ha riconfermato che egli, ex manager di Red Bull e Jaguar, diverra’ boss della categoria entro il 2016 che sara’ un “ente” separato dalla Nascar dove ”vive”  il driver Tony Stewart, «il quale - soggiunge Haas - ama  fare soldi, mentre io li spendo».

E tu Danica, dove vai?

Il fenomeno mediatico dell'avvenente Sue Patrik che continua a calamitare l'interesse e l'attenzione del mondo delle quattro ruote Usa malgrado non raccolga i risultati promessi e tanto attesi

 
 
 

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